Meccanismo che gli impedisce ad un presidente di usare armi nucleari contro un nemico.

Views: 3

Se il presidente degli Stati Uniti impazzisce esiste un meccanismo che impedisce di usare armi nucleari contro un nemico?

L’ordine del presidente da chi deve essere confermato?Certo che esiste

:È il cervello umano.E vale anche per Russia e Cina (temo non valga per la Corea del Nord).

Il POTUS (Presidente degli USA) potrebbe anche uscire di senno, ma tutto quel che può fare è ordinare un attacco nucleare.

Per la precisione, può pronunciare le seguenti parole: “Ordino un attacco nucleare”.Ma queste parole, da sole, non bastano a far partire un missile.C’è bisogno che qualcuno crei un collegamento con il Pentagono o con qualunque altro comando che in quel momento ha il controllo delle forze strategiche e che l’ordine del POTUS sia trasmesso a quel comando con il relativo codice che identifica il POTUS stesso (la famosa valigetta serve a questo, non contiene i codici di lancio dei missili ma serve a validare e trasmettere il codice di identificazione del POTUS che attesta che quell’ordine proviene effettivamente da lui).Dall’altra parte del collegamento c’è uno staff di alti ufficiali.Nessuno al Mondo, tantomeno loro, ha l’autorità di confermare l’ordine del POTUS. Non è prevista alcuna conferma, per questo.Loro, però, sono chiamati a eseguirlo. E, se non c’è una situazione che renda logico, verosimile e opportuno quell’ordine, non eseguiranno un bel niente. Anche per questo esistono i livelli di DEFCON (DEFence readiness CONdition).The 5 DEFCON levels explained Le forze armate americane, in tempo di pace, sono a livello DEFCON-5.Man mano che la situazione internazionale peggiora e la minaccia di una guerra nucleare si fa più concreta, il livello viene aumentato.A memoria, due sole volte, nella storia, si è arrivati a DEFCON-3: nel 1973 quando scoppiò la Guerra dello Yom Kippur e l’11 settembre 2001.Una sola volta si è arrivati a DEFCON-2: durante la Crisi di Cuba del 1962.Ora, capite bene che al Pentagono conoscono il loro lavoro. Sanno qual è la situazione internazionale. Sanno cosa vedono i satelliti e i radar di allarme precoce. Sanno cosa stanno facendo le forze strategiche dei potenziali avversari.Potete essere certi che se sono lì tranquilli a DEFCON-5 e là fuori non c’è nessun missile in arrivo, se dovessero ricevere un ordine di attacco nucleare non correranno a eseguirlo. Nessuno premerà un bottone per lanciare un missile nucleare.Chiederanno spiegazioni al Vice Presidente. Chiederanno spiegazioni ai “presidenti” della Camera e del Senato. Pretenderanno di sapere cosa sta succedendo e chi altro ne è informato.Ma potete star certi, altresì, che se il POTUS fosse impazzito e avesse dato quell’ordine, qualcuno del suo staff e del suo entourage avrebbe già chiamato il Pentagono per avvisarli: “Il POTUS ha dato di matto, non eseguite i suoi ordini”. O qualcosa del genere.Nello staff presidenziale vi sono ufficiali altamente qualificati e fidatissimi. Al Pentagono terrebbero in debito conto la loro opinione e i loro avvertimenti.Quindi, il problema non è chi debba confermare l’ordine del POTUS.Il problema è chi lo debba eseguire. E c’è tutta una catena di persone competenti e importanti che dovrebbero eseguirlo. E se non sono convinti di ciò che dovrebbero eseguire, non lo eseguiranno.<<Sebbene normalmente a nessuno sia consentito rifiutare l’ordine del presidente, in pratica i generali si aspetterebbero una buona spiegazione per l’attacco e sarebbero obbligati a dire “no” a un ordine ingiustificato>>.Can US generals say ‘no’ to Trump if he orders a nuclear strike?

Lascia un commento