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Non c’è morte, non c’è dolore e non c’è lutto che possa giustificare quello che avete fatto stanotte.
Se la morte di un figlio potesse giustificare la violenza, quando morì Annalisa suo padre avrebbe dovuto dare fuoco a tutta Forcella. Invece ha aperto una libreria dedicata a lei. Se l’omicidio di un fratello potesse giustificare la vendetta, quando morì Giancarlo, Paolo avrebbe dovuto far saltare in aria le auto degli assassini. Invece ha dedicato la vita agli ammalati e ai bambini.
Quello che avete fatto voi stanotte invece non ha nessuna giustificazione. Avete devastato l’ospedale che ha provato a salvare la vita di vostro figlio. Avete costretto i medici a trasferire i pazienti in altri Pronto Soccorso. Avete negato le cure a chi oggi correrà lì per una emergenza.
Oggi Giletti o la D’Urso racconteranno a milioni di Italiani una storia di camorra. Ci vergogneremo di nuovo davanti alla TV. Ci sentiremo per l’ennesima volta rappresentati dal degrado e dall’inciviltà nelle pagine della cronaca nera.
E non è giusto.
Perché LA CAMORRA è il tumore, non il paziente.
Non si può indentificare la malattia, non con chi cerca di combatterla. La camorra con la città. Il dolore con quello che avete fatto.
Voi siete la vergogna di Napoli e avete calpestato anche il lutto che meritava vostro figlio. Io non lo accetto.
Un napoletano verace.