Ti sposti a piedi, in bus, in bici? A Bologna ora ci guadagni

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BOLOGNA – L’ecologia paga. A Bologna, città che fa della mobilità e dei nodi del traffico uno dei principali argomenti di discussione e di scontro politico, ora è possibile accumulare punti e vincere sconti e buoni spesa semplicemente preferendo gli spostamenti in bici a quelli in auto in solitaria, scegliendo il bus, facendo passeggiate lasciando la moto in garage. Dal 1° aprile, e non è affatto uno scherzo. E’ il programma “Bella mossa!”, che vuole rilanciare il tema – già caro a molti bolognesi – di una mobilità sempre più sostenibile, cambiando le abitudini dei cittadini. 

FOLLA IN DELIRIO – Ecco cosa ha fatto Di Battista tra i cittadini. Mai visto nulla di simile

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giovedì 30 marzo 2017

https://www.facebook.com/plugins/video.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fdibattista.alessandro%2Fvideos%2F765365686908831%2F&show_text=0&width=560

Guardateci, non abbiamo tradito nessuna promessa. A distanza di due anni siamo sempre gli stessi, cittadini tra cittadini. Senza scorta, senza barriere, addirittura senza amplificazione. Si vede proprio che rifiutiamo il finanziamento pubblico ai partiti!

Parlamentari che in piazza raccontano il lavoro che hanno fatto, spiegano le proposte di legge, informano su quel che succede in aula.

Credo che questa sia l’immagine di un paese normale. Nessun poliziotto (anche le forze dell’ordine sanno che quando scende in piazza il M5S evidentemente i ladri sono altrove) che deve difendere un parlamentare. Cittadini che fanno domande, richieste e suggeriscono quali sono le problematiche da affrontare per prime. Sono fiero di far parte del MoVimento e dopo giornate come queste mi sento orgoglioso di essere italiano. A riveder le stelle!” 

EQUITALIA GLI CHIEDE OLTRE 63.000 EURO! LA RISPOSTA DI QUESTO CITTADINO SPOPOLA SUL WEB

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giovedì 30 marzo 2017

Equitalia ha chiesto ad un cittadino, Simone C., ben 63.000€ con un singolo bollettino. Un debito che da 18.000€ è aumentato in pochissimi mesi. Lui non ci sta: non vuole suoicidarsi, vuole lottare e dare la voro. Per lui “Equitalia non vale niente”. Di seguito riportiamo il post pubblicato sulla propria pagina Facebook:

“Questa è la cifra che mi chiede Equitalia! Così, tranquillamente, con un semplice bolletino! Come quelli che si usano per pagare una contravvenzione, la luce o il gas ! Mi è arrivata ieri, e secondo loro in una quindicina di giorni dovrei trovare 63 mila euro..E faccio presente che fino a qualche mese fa secondo loro ne dovevo 45 mila, quindi gli strozzini mi chiedono il pizzo con degli interessi che in pochi mesi sono aumentati di 18 mila euro. È da più di 10 anni che ho questa attività, ne ho passate tante, è stata una gran fatica, ma è stato anche appassionante! Ho superato tanti ostacoli, in più di 10 anni di lavoro sarò andato in ferie una volta o due ! Ho una normalissima automobile che mi serve per lavorare e una piccola casa che mi serve per viverci. È da mesi che non guadagno nulla pur di pagare i dipendenti!

Nonostante tutta la mole di lavoro e di responsabilità non ho accumulato alcuna ricchezza, ho dato lavoro ,un servizio, ed ho dato un contributo allo Stato, Se calcolo tutto il lavoro svolto e il guadagno finale penso che un servizio migliore non si potesse dare se non in condizione di totale schiavitù! E forse è quello che vogliono, ed è la sensazione che ho ad oggi con queste regole e queste tasse impossibili da sopportare! Sono diventato uno schiavo che sopravvive e che è costretto a schiavizzare i suoi dipendenti per rimanere sul mercato, per essere competitivo e per non chiudere, per non morire… Capisco la sensazione di quegli imprenditori che si sono suicidati, stanchi di quella vita senza più senso. C’è qualcosa di terribilmente marcio in questa società, labirinto di leggi e regole, talmente assurde e complesse che non so se la mia commercialista sia in grado, di districarsi!

Ma sono costretto ad affidarmi a lei e non so neanche quanto sia responsabile di tutto quello che fa per mio conto! Se ci pensiamo è assurdo che dobbiamo pagare una persona per pagare. Detto questo a me sinceramente non interessa perdere tutto, anzi forse per me sarebbe una liberazione! Ma non lo trovo giusto, non ha senso! Chiudere i miei negozi, licenziare, fallire. Io voglio lottare ! Di sicuro non voglio suicidarmi! Voglio dare lavoro !

Voglio produrre essere parte del sistema e della società! Voglio essere importante per questo paese, voglio essere una risorsa! Voglio pagare le giuste tasse e voglio libertà e giustizia! Equità sociale! Per me equitalia non vale niente! Per me conta la costituzione italiana e la dignità del suo popolo! Continuerò a lottare fino a che potrò farlo e allora poi, ma poi forse potrò morire e non sicuramente da suicida.”

Come eliminare i propri dati dai risultati di Google

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Diritto all’oblio: la diffida al titolare del sito, la richiesta a Google con il link del modulo online di rimozione dei dati, il ricorso al Garante della Privacy e al tribunale.

 

Se ti sei accorto che, digitando il tuo nome su Google, appaiono una o più pagine web in cui sono presenti notizie o altri elementi con i tuoi dati personali (nome, cognome, fotografie, vicende personali), hai diverse possibilità dichiedere la cancellazione dei link dai risultati del motore di ricerca. Puoi, ad esempio, chiederlo a Google stesso il quale, stando a una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea[1], è titolare e responsabile dei dati trattati e, quindi, anche dei tuoi, benché essi appaiono su altri siti; puoi chiederlo al responsabile del blog o del giornale online con una diffida; puoi chiederlo al Garante della Privacy o, in ultimo, puoi chiederlo al giudice. Cerchiamo quindi di scoprire come eliminare i propri dati dai risultati di Google tenendo presente che ciò di cui stiamo parlando è chiamato, dalla giurisprudenza, diritto all’oblio (e di esso ci siamo occupati già diverse volte in queste pagine). Sentirai inoltre spesso la parola «deindicizzazione»: ci si riferisce, in questi casi, a quell’operazione tecnica con cui si evita che un motore di ricerca riesca a leggere un contenuto e, quindi, aindicizzarlo, ossia a inserirlo tra i risultati delle ricerche dei propri utenti. Questa operazione è il vero cuore del diritto oblio: difatti, un contenuto deindicizzato, benché esistente, non può essere trovato da nessuno attraverso Google e gli altri motori di ricerca. Dunque è (quasi) come se non fosse esistente (salvo a conoscere il link originale).

Ma procediamo per gradi e vediamo tutti i metodi oggi esistenti pereliminare i propri dati dai risultati di Google.

Eliminare i dati che derivano da social network

Se, nell’eliminare i tuoi dati dai risultati di Google, ti riferisci a pagine come quelle di Facebook, Linkedin, Twitter, GooglePlus e di altri social network, la cosa più facile da fare è andare nelle impostazioni del tuo account e selezionare l’opzione che prevede la deindicizzazione del contenuto. Ad esempio, se sei iscritto a Facebook, puoi andare nelle Impostazioni e, da lì, nella sezione Impostazioni sulla privacy e strumenti. Ti appariranno tre sezioni: «Chi può vedere le mie cose?», «Chi può contattarmi» e «Chi può cercarmi». In quest’ultima sezione, l’ultima voce ti chiede «Desideri che i motori di ricerca esterni a Facebook reindirizzino al tuo profilo?». Clicca suModifica, vai sulla casella «Consenti ai motori di ricerca esterni a Facebook di reindirizzare al tuo profilo» e togli la spunta. Dopo clicca su Chiudi.

Puoi ripetere la stessa procedura sugli altri social network tenendo presente che ognuno di questi ha procedure diverse.

Condominio: si può installare sul tetto un impianto fotovoltaico?

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Voglio istallare sul tetto del mio condominio un impianto fotovoltaico per uso personale. Nella prossima assemblea, in cui comunicherò formalmente la mia intenzione, possono essere sollevate obiezioni?

La legge [1] consente l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sul lastrico solareo su altra idonea superficie comune anche se destinati al servizio di singole unità del condominio. Ciò vuol dire che, per questo tipo di installazione, non è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea, poiché è la legge stessa che consente l’installazione di questi impianti. La legge stessa, però, aggiunge che:

  • se l’installazione rende necessarie modificazioni delle parti comuni, l’interessato (cioè chi intende installare l’impianto) deve darne comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi (da ciò consegue che se l’installazione non prevede modifiche delle parti comuni, come pare essere nel caso del lettore, tale comunicazione può essere evitata);
  • l’assemblea, con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno i due terzi dell’edificio [2], può prescrivere modalità alternative di esecuzione o imporre cautele solo se l’installazione dovesse comportare problemi alla stabilità, sicurezza o decoro dell’edificio e provvede, solo se vi sia richiesta degli interessati, a disciplinare e ripartire l’uso del lastrico o della diversa parte comune in cui l’impianto sarà installato tenendo conto e salvaguardando gli usi previsti dal regolamento condominiale o comunque in atto (l’assemblea, dunque, non deve autorizzare l’opera, ma può solo intervenire nei casi appena citati e solo per le finalità descritte);
  • infine, l’assemblea, con le stesse maggioranze di cui al punto 2), può subordinare l’esecuzione e l’installazione dell’opera alla prestazione di idonea garanzia per gli eventuali danni (questo è, evidentemente, il potere più penetrante riconosciuto all’assemblea in quanto le è concesso un potere di veto nei confronti dell’esecuzione dell’opera se il richiedente non dovesse prestare la richiesta garanzia).

Articolo tratto da una consulenza dell’avv. Angelo Forte

DI MAIO SCATENATO! GUARDATE COME HA DEMOLITO IL PD SVELANDO TUTTA LA VERITA’

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martedì 28 marzo 2017

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=TBhFXfg3y5M] 

È scontro tra Pd e M5s sulla proposta salva-contributi dei deputati, considerata dai grillini una trovata per consentire di chiudere la legislatura in anticipo senza far soffrire le tasche dei politici. Ma i dem negano di aver mai presentato na proposta alla Camera (valida solo per questa legislatura) per abolire del tutto i vitalizi ma contemporaneamente restituire i contributi previdenziali versati dai deputati anche nel caso di scioglimento anticipato della legislatura.

«Le congetture sulle pensioni dei parlamentari, che vedo circolare in questi giorni, sono fantasia. Il Pd non ne ha mai discusso in alcuna sede e nessuna modifica è stata né ipotizzata né pensata», ha detto oggi il capogruppo
Pd alla Camera Ettore Rosato, nega che i dem siano al lavoro per anticipare i contributi parlamentari in caso di fine anticipata della legislatura. 

«Non ho mai firmato alcuna proposta di legge sui vitalizi dei parlamentari, né ho mai discusso dell’argomento durante riunioni dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati», ha affermato Marina Sereni, vice presidente di Montecitorio, stessa smentita anche dell’altro vice di Montecitorio del Pd Roberto Giachetti.

Il fatto è che, oggi, per ottenere la restituzione dei contributi bisogna aver maturato almeno 4 anni, 6 mesi e 1 giorno di attività da deputato. Se la legislatura si chiudesse anzitempo, moltissimi resterebbero senza copertura previdenziale. Con questa norma, invece, tutti salvi, anche gli ultimi arrivati, e liberi di dire sì allo stop anticipato delle Camere. «È una norma porcata», hanno attaccato ieri i 5 stelle dal blog di Grillo che parlano di «movente politico» e di «un’ennesima manovra di palazzo». E ancora la definiscono la prima «norma porcata del 2017, un vero e proprio colpo di coda della Casta Renziana». «Il tema – proseguono – è quello scottante dei vitalizi: con la scusa della sua definitiva abolizione dal 2018 la maggioranza a guida Pd garantirà agli attuali deputati e senatori una buonuscita intorno ai 50 mila euro a testa, consistente nei contributi versati dal 2013 ad oggi».

Dal Partito democratico ha risposto Emanuela Fiano, deputato e membro della segreteria, che ha accusato i grilini di sollevare «polemiche senza fondamento» e negato che ci sia la volontà di reintrodurre i vitalizi. «L’invenzione della realtà è il loro marchio d’azienda» incalza e aggiunge: «Siamo di nuovo al Truman Show». Secondo Fiano si tratta di un tentativo disperato «di nascondere la loro totale incapacità nell’amministrare una città come Roma e l’evidente imbarazzo provocato al loro interno dalle sparate di Grillo. Lascino perdere, – chiosa – non è inventando
cose che riusciranno a cambiare la realtà».

Scrivono ancora i grillini nel post: «Renzi vuole andare ad elezioni il prima possibile con una legge anti-M5S nel vano tentativo di evitare i referendum contro il Jobs Act e cercare di capitalizzare il fango gettato in queste settimane contro la giunta Raggi. Il segretario del Pd sa, però, che la maggioranza dei parlamentati non ha alcuna intenzione di staccare la spina prima del 15 settembre 2017, data in cui maturerà il diritto al vitalizio essendo passati 4 anni, 6 mesi e 1 giorno dall’inizio della legislatura. Con la ricca buonuscita Renzi spera quindi di placare gli appetiti di partito e di terminare la breve esperienza del burattino Gentiloni».

CROCIERE E GIOIELLI CON I SOLDI DEGLI OPERAI: LA VITA DA SULTANO DEI SINDACALISTI DELLA UIL, LA PEGGIO FECCIA PARASSITA

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mercoledì 29 marzo 2017

Il segretario del sindacato: “Personalmente, non ho mai neanche pensato di poter utilizzare risorse della Uil per fini estranei agli interessi dell’organizzazione”. L’ex numero uno: “Era per discutere in maniera approfondita, e per più giorni, dei contratti del pubblico impiego”


L’accusa è appropriazione indebita, in concorso con altri sei imputati, per essere stati in crociera con i soldi del sindacato. Ma Carmelo Barbagallo e Luigi Angeletti, segretario nazionale Uil e il suo predecessore, respingono le accuse. I pm di Roma Stefano Pesci e Paolo Marinaro contestano, secondo quanto riporta La Repubblica, ad altri imputati l’acquisto di gioielli da Swarovski per oltre 7mila euro e un soggiorno al “California Camping Village”, in Toscana tra il marzo del 2010 e il maggio del 2012. A giudizio davanti al giudice della IX sezione penale anche ci sono anche Goffredo Patriarca, Giuseppe Caronia, Romano Bellissima, Salvatore Bosco, Luigi Simeone e Ubaldo Conti.

Le indagini hanno accertato che ci sarebbero state contabilizzazioni anomale. Per esempio la causale che ha permesso di pagare le vacanze per 16.456 euro era “contributo per progetto condiviso“. Il 22 marzo del 2010 la Costa crociere ha ricevuto il bonifico da conti Uil. Angeletti, allora numero uno, e Barbagallo si erano imbarcati con altri tre sindacalisti e gli accompagnatori. Anche l’anno successivo c’era stata una vacanza con le stesse modalità pagata il 27 maggio del 2011. A dicembre del 2010 sempre con i soldi del sindacato Goffredo Patriarca avrebbe pagato, questa l‘ipotesi della procura, un soggiorno a Ubaldo Conti per due settimane ad agosto del 2010 accompagnato in Toscana da madre e nipote. Lo stesso Patriarca avrebbe speso circa 7mila euro in quattro puntate in gioielleria usando la carta di credito di Uil Trasporti.

“Ho piena fiducia nell’operato della magistratura e resto in attesa di poter chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Personalmente, non ho mai neanche pensato di poter utilizzare risorse della Uil per fini estranei agli interessi dell’organizzazione alla quale ho sempre dedicato e dedico tutto il mio lavoro e la mia persona – fa sapere Barbagallo -. Sono impegnato a lavorare h/24 per il sindacato”. Angeletti, sentito dai pm, si era difeso dicendo che le crociere “avevano lo scopo di consentirci di discutere in maniera approfondita, e per più giorni, di importanti tematiche relative principalmente al blocco dei contratti del pubblico impiego e delle politiche previdenziali dei governi in carica”.

FONTE

IL FATTO QUOTIDIANO

Caso firme Raggi, il notaio che ha autenticato il documento: “Procedura regolare, testo valido”

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Massimiliano Ebner ha messo la firma sull’atto unico che dichiarava il numero di nominativi a sostegno della candidatura della sindaca dei 5 stelle. Anche se la raccolta è avvenuta quattro giorni dopo, il valore del provvedimento non viene inficiato


“La procedura è avvenuta in maniera corretta. L’autentica della firma riguarda l’identità della persona che sottoscrive. E se si aggiungono dei dati successivamente, l’autentica non perde il suo valore”. Massimiliano Ebner è il notaio che ha autenticato la firma sul documento datato 20 aprile 2016, che il M5s Roma ha poi consegnato all’ufficio elettorale per la presentazione della lista alle scorse elezioni amministrative, culminate con l’elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Una denuncia del capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato, ripresa da un servizio della trasmissione Mediaset Le Iene andato in onda domenica 26 marzo, poneva dubbi sulla validità dell’atto perché il numero delle firme – raccolte 4 giorni dopo – era stato apposto successivamente, come ammesso dallo stesso partito. Nella giornata di ieri è spuntata una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia, confermata dal Consiglio di Stato, che di fatto autorizzerebbe questo tipo di “post-datazione”. Sempre ieri, ilfattoquotidiano.it ha riportato la testimonianza del notaio Ebner, che non ricordava i particolari della vicenda. Oggi il professionista ha ricontattato la redazione per ricostruire i dettagli del caso.


Notaio Ebner, allora lei era presente o no all’autenticazione richiesta dal M5s?

Certo che ero presente, sono andato a controllare, ricordo anche il giorno. C’è la mia firma, ero io, e ci mancherebbe pure! E’ nelle altre procedure, ovvero alle firme che hanno preso i cancellieri, che io non ero presente.

Ci aiuti a capire: la procedura è avvenuta in maniera corretta o no? Quel documento è un falso oppure no?

Per quello che è di mia competenza è avvenuto tutto regolarmente, l’autentica è stata fatta in maniera corretta, quindi quel documento è valido.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/28/caso-firme-raggi-il-notaio-che-ha-autenticato-il-documento-procedura-regolare-testo-valido/3482455/