Lettera ad un Idiota: “Caro John, i soldi non comprano la dignità” – La fantastica risposta di un giovane di Alghero a John Elkann che aveva dichiarato “I giovani italiani non hanno la giusta determinazione a trovare lavoro… perchè stanno bene a casa”.

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La sua lettera è stata pubblicata ieri sul giornale on line Caratteri Liberi (e sta facendo il giro del web) come risposta alle dichiarazioni di John Elkann, rampollo d’oro di casa Agnelli che a 38 anni si è ritrovato a presiedere la Fiat e un bel po’ di altre società miliardarie. Il giovane Elkann pochi giorni fa l’aveva sparata grossa: durante una lezione organizzata dalla Banca Popolare di Sondrio nella città lombarda aveva detto che i giovani italiani “non hanno la giusta determinazione a trovare lavoro” “perchè stanno bene a casa”, ricordando poi che ”io e i miei fratelli abbiamo il desiderio di fare, di partecipare e questa è una grande motivazione per avere una vita positiva. Penso che sia più interessante fare una vita in cui sei impegnato e lavori con passione che fare una vita in cui sei in vacanza tutto il tempo, perché dopo un po’ ci si annoia”. Poche ore dopo l’imprenditore Diego Della Valle aveva bollato il giovane John come “Un imbecille”.

Attaccate il M5S ma non parlate della merda dei partiti, ma in quale cazzo di paese vivete?”

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giovedì 6 aprile 2017

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=9mjC5RbcdkY] 



Brutte notizie per l’Italia sul fronte della libertà di stampa. Nell’annuale classifica di Reporters sans Frontieres il nostro Paese perde quattro posizioni, scendendo dal 73° posto del 2015 al 77° (su un totale di 180 Paesi) del 2016. L’Italia è il fanalino di coda dell’Ue (che è comunque l’area in cui c’è maggiore tutela dei giornalisti), seguita soltanto da Cipro, Grecia e Bulgaria.

Classifica: ecco le prime 10 posizioni (Fonte: rsf.org)


GIORNALISTI NEL MIRINO
Fra i motivi che – secondo l’organizzazione con base in Francia – pesano sul peggioramento, il fatto che «fra i 30 e i 50 giornalisti» sarebbero sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni. Nel rapporto vengono citati anche «procedimenti giudiziari» per i giornalisti che hanno scritto sullo scandalo Vatileaks. I giornalisti in maggiore difficoltà in Italia, dunque, sono quelli che fanno inchieste su corruzione e crimine organizzato

DIETRO BENIN E BURKINA FASO
Per farsi un’idea dell’allarmante situazione italiana basta dare un’occhiata alla classifica: ci precedono Paesi come Tonga, Burkina Faso e Botswana.

Calciopoli, Fabio Caressa: “La Juventus chiese a Sky la testa mia e di Bergomi”

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In un incontro all’università Bocconi, il giornalista ha ricordato un episodio del 2004, dopo una vittoria in trasferta dei bianconeri a Bologna grazie anche a un arbitraggio favorevole: “Nel post partita dicemmo che c’erano due rigori per il Bologna e la dirigenza Juve telefonò all’ad di Sky per farci licenziare”

“La dirigenza della Juventus telefonò all’allora amministratore delegato di Sky per chiedere la testa mia e di Beppe Bergomi. È stata una pagina molto brutta e io sono stato testimone di quello che accadeva”. A parlare, durante un incontro tenutosi all’università Bocconi di Milano, è il giornalista Fabio Caressa, volto e voce nota della tv di Rupert Murdoch. Il telecronista ha ripercorso cosa avveniva nei mesi immediatamente precedenti alla deflagrazione dello scandalo Calciopoli, raccontando per la prima volta un episodio che la dice assai lunga sullo strapotere e i metodi usati in quegli anni dall’allora dirigenza bianconera. La partita in questione è un Bologna-Juventus del 12 dicembre 2004: i bianconeri vinsero in trasferta per 0-1, decisivo il gol di Nedved e la direzione di gara dell’arbitro Pieri, che non concesse due rigori netti ai padroni di casa. Nel post partita Caressa e Bergomi ne chiesero conto a chi, quei presunti interventi irregolari, li aveva subiti, ovvero il centravanti felsineo Cipriani. “Nell’intervista a fine gara, dichiarò che gli episodi non erano importanti” ha ricordato Caressa. Che poi ha spiegato: “Cipriani era un giocatore della GEA (la società di procuratori controllata da Alessandro Moggi, figlio di Luciano, l’ex dg della Juve radiato dal calcio italiano, ndr) e dopo che noi affrontammo l’argomento in telecronaca dicendo che due rigori non erano stati concessi, arrivò una telefonata all’allora amministratore delegato di Sky dalla dirigenza della Juventus”.
Il contenuto? Secondo Caressa era stata chiesta la rimozione del telecronista e dell’ex capitano dell’Inter. “Il nostro dirigente ci disse di ricordarci che noi siamo Sky – ha ricordato Caressa – e che, visto che siamo noi a dare i soldi alla Juventus per i diritti, magari un giorno chiederemo noi di decidere il loro allenatore ma loro non decideranno mai su quello che deve fare Sky. Questo – ha concluso l’ex direttore di Sky Sport 24 – fa capire che forza servisse in quel momento per resistere ad alcune pressioni”. Che arrivavano anche dai media. È sempre Caressa a ricordarlo nell’incontro alla Bocconi: “Il giorno dopo la partita, sulla prima pagina del Corriere della Sera, ci furono due colonne di attacco nei confronti miei e di Bergomi dicendo che Cipriani stesso aveva detto che i rigori c’erano, mistificando la realtà in una maniera ignobile. Non dico il nome del giornalista per rispetto – ha detto – ma dopo uscì che era colluso con queste persone quì”.

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L’Agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 19% per tutti i costi inerenti alla scuola, come viaggi scolastici, mensa, assicurazione, teatro, ecc.

Dall’anno prossimo le famiglie potranno scalare dalle tasse non solo la retta pagata alla scuola per la frequenza dei figli, ma anche tutti gli altri servizi integrativi connessi all’istruzione come i costi per le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberato dagli organi d’istituto. Su tali spese spetta quindi la detrazione del 19%. Se i soldi vengono versati direttamente alla scuola, il contribuente che intende usufruire dell’agevolazione fiscale non dovrà presentare al Caf o al proprio commercialista la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti; viceversa, se la famiglia deve pagare la somma a un soggetto esterno all’istituto scolastico, come l’agenzia viaggi, dovrà munirsi della suddetta delibera.

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

Lo sai che? Pubblicato il 5 aprile 2017

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

RICHIEDI CONSULENZA SU QUESTO ARGOMENTO

L’Agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 19% per tutti i costi inerenti alla scuola, come viaggi scolastici, mensa, assicurazione, teatro, ecc.

Dall’anno prossimo le famiglie potranno scalare dalle tasse non solo la retta pagata alla scuola per la frequenza dei figli, ma anche tutti gli altri servizi integrativi connessi all’istruzione come i costi per le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberato dagli organi d’istituto. Su tali spese spetta quindi la detrazione del 19%. Se i soldi vengono versati direttamente alla scuola, il contribuente che intende usufruire dell’agevolazione fiscale non dovrà presentare al Caf o al proprio commercialista la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti; viceversa, se la famiglia deve pagare la somma a un soggetto esterno all’istituto scolastico, come l’agenzia viaggi, dovrà munirsi della suddetta delibera.

A prevederlo è una circolare dell’Agenzia delle Entrate [1]: nel provvedimento viene espressamente chiarito che, dal prossimo modello 730, nella detrazione del 19% per le spese di istruzione dei figli rientrano anche i costi per le gite, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo per servizi integrativi pre e post scuola. Ma procediamo con ordine e vediamo come ottenere lo sconto fiscale.

Spese per la scuola: cosa detrarre dalle tasse

La detrazione del 19% spetta sulletasse (ad esempio quelle di iscrizione e di frequenza), sui contributi obbligatori, quelli volontari, nonché sulle erogazioni liberali appositamente deliberati dagli istituti scolastici o dai loro organi e sostenute dal contribuente con la specifica finalità legata alla frequenza scolastica.

La detrazione spetta anche sui soldi spesi per la mensa scolastica e per i servizi scolastici integrativi, come l’assistenza al pasto e il pre/post scuola (anche quando il servizio è reso per il tramite del Comune o di altri soggetti terzi rispetto alla scuola).

Nella detrazione del 19% ricadono infine le spese per gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro, ecc.) purché deliberato dagli organi d’istituto.

Tali detrazioni spettano a prescindere da quale sia il grado della scuola frequentata dal figlio: pertanto si può ottenere della detrazione fiscale su mense, gite scolastiche ecc, per scuole dell’infanzia (scuole materne), primarie e secondarie di primo grado (scuole elementari e medie), secondarie di secondo grado (scuola superiore) sia statali che paritarie private e/o degli enti locali.

La detrazione non spetta per le spese relative all’acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici o per il servizio di trasporto scolastico (bus).

Come detrarre dalle tasse gite e mensa scolastica

La detrazione fiscale è del 19% ma il tetto massimo che si può scorporare dalle tasse è di 564 euro annui per ciascun figlio.

Se la famiglia ha più figli è necessario compilare più righi con l’indicazione della relativa spesa sostenuta con riferimento a ciascun alunno.

Documenti

Se la famiglia versa i soldi per le spese scolastiche direttamente alla scuola non deve poi produrre al commercialista o al Caf la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti. La delibera va richiesta, invece, nel caso in cui la spesa per il servizio scolastico integrativo non sia sostenuta per il tramite dell’istituto, ma sia pagata direttamente a soggetti terzi (ad es. all’agenzia di viaggio).

La famiglia deve conservare le ricevute o le quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a titolo di spese scolastiche. Quelle per la mensa scolastica vanno comprovate mediante la ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento – sia esso la scuola, il Comune o altro fornitore del servizio – e devono riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno.

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

Lo sai che? Pubblicato il 5 aprile 2017

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Spese scolastiche, gita e mensa: quali detrazioni fiscali?

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L’Agenzia delle Entrate riconosce la detrazione del 19% per tutti i costi inerenti alla scuola, come viaggi scolastici, mensa, assicurazione, teatro, ecc.

Dall’anno prossimo le famiglie potranno scalare dalle tasse non solo la retta pagata alla scuola per la frequenza dei figli, ma anche tutti gli altri servizi integrativi connessi all’istruzione come i costi per le gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo scolastico finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro) deliberato dagli organi d’istituto. Su tali spese spetta quindi la detrazione del 19%. Se i soldi vengono versati direttamente alla scuola, il contribuente che intende usufruire dell’agevolazione fiscale non dovrà presentare al Caf o al proprio commercialista la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti; viceversa, se la famiglia deve pagare la somma a un soggetto esterno all’istituto scolastico, come l’agenzia viaggi, dovrà munirsi della suddetta delibera.

A prevederlo è una circolare dell’Agenzia delle Entrate [1]: nel provvedimento viene espressamente chiarito che, dal prossimo modello 730, nella detrazione del 19% per le spese di istruzione dei figli rientrano anche i costi per le gite, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo per servizi integrativi pre e post scuola. Ma procediamo con ordine e vediamo come ottenere lo sconto fiscale.

Spese per la scuola: cosa detrarre dalle tasse

La detrazione del 19% spetta sulletasse (ad esempio quelle di iscrizione e di frequenza), sui contributi obbligatori, quelli volontari, nonché sulle erogazioni liberali appositamente deliberati dagli istituti scolastici o dai loro organi e sostenute dal contribuente con la specifica finalità legata alla frequenza scolastica.

La detrazione spetta anche sui soldi spesi per la mensa scolastica e per i servizi scolastici integrativi, come l’assistenza al pasto e il pre/post scuola (anche quando il servizio è reso per il tramite del Comune o di altri soggetti terzi rispetto alla scuola).

Nella detrazione del 19% ricadono infine le spese per gite scolastiche, per l’assicurazione della scuola e ogni altro contributo finalizzato all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro, ecc.) purché deliberato dagli organi d’istituto.

Tali detrazioni spettano a prescindere da quale sia il grado della scuola frequentata dal figlio: pertanto si può ottenere della detrazione fiscale su mense, gite scolastiche ecc, per scuole dell’infanzia (scuole materne), primarie e secondarie di primo grado (scuole elementari e medie), secondarie di secondo grado (scuola superiore) sia statali che paritarie private e/o degli enti locali.

La detrazione non spetta per le spese relative all’acquisto di materiale di cancelleria e di testi scolastici o per il servizio di trasporto scolastico (bus).

Come detrarre dalle tasse gite e mensa scolastica

La detrazione fiscale è del 19% ma il tetto massimo che si può scorporare dalle tasse è di 564 euro annui per ciascun figlio.

Se la famiglia ha più figli è necessario compilare più righi con l’indicazione della relativa spesa sostenuta con riferimento a ciascun alunno.

Documenti

Se la famiglia versa i soldi per le spese scolastiche direttamente alla scuola non deve poi produrre al commercialista o al Caf la copia della delibera scolastica che ha disposto tali versamenti. La delibera va richiesta, invece, nel caso in cui la spesa per il servizio scolastico integrativo non sia sostenuta per il tramite dell’istituto, ma sia pagata direttamente a soggetti terzi (ad es. all’agenzia di viaggio).

La famiglia deve conservare le ricevute o le quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a titolo di spese scolastiche. Quelle per la mensa scolastica vanno comprovate mediante la ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento – sia esso la scuola, il Comune o altro fornitore del servizio – e devono riportare nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno.

Documentazione da controllare e conservare 
 

Tipologia Documenti
Spese di frequenza scolastica
1-   ricevute o quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a tale titolo nel corso del 20162-   per le spese sostenute per la mensa scolastica:

a)  ricevuta del bollettino postale o del bonifico bancario intestata al soggetto destinatario del pagamento con riportata nella causale l’indicazione del servizio mensa, la scuola di frequenza e il nome e cognome dell’alunno

b)   qualora il pagamento sia stato effettuato in contanti, con altre modalità di pagamento o con l’acquisto di buoni in formato sia cartaceo sia elettronico, attestazione del soggetto che ha ricevuto il pagamento o della scuola che certifichi l’ammontare della spesa sostenuta nell’anno e i dati dell’alunno o studente. 

Spese per gite scolastiche, assicurazione della scuola e altri contributi scolastici finalizzati all’ampliamento dell’offerta formativa (ad esempio corsi di lingua, teatro)
–   ricevute o quietanze di pagamento recanti gli importi sostenuti a tale titolo nel corso del 2016 e i dati dell’alunno o studente-   qualora il pagamento sia stato effettuato nei confronti di soggetti terzi attestazione dell’istituto scolastico dalla quale si rilevi la delibera di approvazione e i dati dell’alunno o studente.

note

[1] Circolare n. 7/E/2017 congiunta di agenzia delle Entrate e Consulta nazionale dei Caf

Vittoria M5S: cancellata l’assicurazione dei deputati a carico dei cittadini!

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I cittadini pagano 350mila euro ogni anno per l’assicurazione per le punture di insetto, i danni subiti in stato di ebbrezza e le insolazioni dei deputati.

Ma da oggi questo privilegio è stato abolito.
Ne dà notizia il deputato 5 Stelle Riccardo Fraccaro tramite il Blog di Beppe Grillo. Di seguito il suo post:

“I cittadini non pagheranno più la scandalosa assicurazione dei deputati. Ce l’abbiamo fatta! Una vittoria a 5 stelle. Dopo anni di battaglie, nelle istituzioni e a fianco dei cittadini, abbiamo ottenuto un risultato straordinario: i cittadini non dovranno pagare più la scandalosa assicurazione dei deputati! La polizza che copre gli onorevoli per i danni subiti in stato di ebrezza, le punture di insetto e le sommosse popolari è stata al centro delle nostre denunce e delle nostre lotte parlamentari. Più volte abbiamo proposto di eliminare questo scandaloso privilegio a spese della collettività, trovando sempre la strenua opposizione del Pd e di tutti gli altri partiti.
Abbiamo chiesto di fare rete e aiutarci ad esercitare pressione a tutti i cittadini, che si sono mobilitati in modo straordinario contro questa vergogna.
Il nostro impegno ha dato i suoi frutti: l’Ufficio di Presidenza, poco prima di iniziare la discussione preliminare del bilancio della Camera, ha deliberato la cancellazione di questa voce a carico dei cittadini. Si tratta di 350mila euro ogni anno che verranno risparmiati grazie al MoVimento 5 Stelle e ai cittadini che non si sono arresi di fronte al sistema partitocratico. Grazie a tutti per aver diffuso la nostra denuncia e creato consapevolezza: è ciò che i partiti più temono.
È una vittoria dei cittadini, è una vittoria a 5 Stelle. Possiamo cambiarlo questo Paese, lo stiamo già facendo. Pensate quando saremo al governo: a riveder le stelle!”