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Approvata all’unanimità la mozione finale del Congresso dell’Anm. “La separazione delle carriere non è affatto funzionale a garantire la terzietà del giudice, ma appare strumento per indebolire in modo sostanziale il ruolo del pubblico ministero”, recita il testo.
La magistratura dice no anche al “complessivo indebolimento del Csm, unico presidio a tutela dell’autonomia e indipendenza dei magistrati”. L’Anm promuove una “mobilitazione culturale e comunicativa per informare sulla propria opposizione alla riforma”.