Con questi strumenti, usati da Google e Facebook per sapere tutto di te, scoprirai cose del tuo passato che nemmeno immagini

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Tieniti forte perché stai per scoprire cose su di te che nemmeno ricordi. Google e Facebook, invece, sì. Si tratta dei tuoi dati che queste due grandi società possiedono e che conservano: magari non hai mai realmente realizzato di averli forniti, neanche dopo l’entrata in vigore del GDPR. Hai cliccato magari “sì, acconsento” solo per pigrizia o perché non volevi rinunciare a quel determinato servizio o app.

Partiamo.

Google sa dove sei stato negli ultimi anni

In effetti sono stato proprio in questi luoghi nell’ultimo anno.

La tua posizione viene memorizzata (se hai acconsentito) ogni volta che accendi lo smartphone. Questo già lo sai: probabilmente non sai che puoi vedere la cronologia delle posizioni e dei luoghi nei quali sei stato in Italia o nel mondo dal primo giorno che hai cominciato ad usare Google sul tuo telefono. Basta cliccare qui per vedere la mappa di dove sei stato o quante volte sei passato fuori quel determinato locale.

 

Google sa tutto quello che hai cercato. E cancellato.

Memorizza le ricerche a prescindere dal device sui quali vengono effettuate. Questo lo sai: quello che forse non sai è che anche se cancelli la cronologia delle ricerche o telefonate da uno specifico dispositivo che usi, ad esempio il computer desktop, i dati potrebbero essere salvati su altri device come il tuo telefono. A questo indirizzo puoi avere più informazioni sui tuoi dati.

 

Per Google (ma non solo) sei una Buyer Persona.

Esiste un tuo “profilo pubblicitario” creato in base alle informazioni che fornisci, inclusa la posizione, sesso, hobby, età, lavoro, interessi, stato sentimentale, peso e guadagniA questo indirizzo puoi vedere il tuo profilo. Puoi disattivarlo per non ricevere la classica pubblicità.

La mia lista di argomenti aggiunti in base a come uso i servizi Google, anche se alcune sono piuttosto improbabili

 Google sa tutto quello che hai cercato e visto su YouTube.

Ora potrai finalmente vedere i commenti che hai lasciato sotto un video YouTube quattro anni fa. Sì, sono imbarazzanti. Google sa probabilmente se diventerai presto genitore, se sei di destra o sinistra, se ti senti depresso o se sei felice in base a cosa guardi. Clicca qui per scoprire quello che hai visto 3 anni fa.

Facebook ha tanti, troppi dati su di te. 

Il colosso di Menlo Park offre comunque la possibilità di scaricarli e nel frattempo ha anche trovato una scappatoia per l’adeguamento al Gdpr. I miei personali ammontano a circa 500 Mb, parliamo di centinaia di migliaia di pagine word, giusto per quantificare. Una volta scaricati ti si parerà davanti un tesoro di tutti i messaggi che hai mandato e che ti sono arrivati, tutti i contatti della rubrica e tutti i messaggi audio inviati e spediti.

Facebook memorizza (e usa) tutto.

La creatura di Zuckerberg mantiene tutto ciò che potrebbe interessarti in base ai tuoi mi piace ma anche di cosa parlano i tuoi amici. L’ammontare dei dati di cui dispongono è enorme, addirittura memorizzano anche le emoji e stickers che invii ai tuoi amici e una lista di amici che pensavo di aver “cancellato” anni fa. Mantiene anche quello. Memorizza anche ogni volta che fai il login, a che ora e da quale dispositivo, quali app hai scaricato e molto altro. Sanno dove sei, quali app hai installato e quando le usi, possono accedere ai tuoi contatti, email, le tue foto, i tuoi video, musica, le radio che ascolti.

I dati che Google sa su di te possono riempire milioni di documenti Word. 

Google in effetti è ancora più spaventoso. Puoi scaricare tutti i dati che Google memorizza su di te a questo indirizzo grazie allo strumento chiamato Takeout. Tieniti forte anche stavolta, potrebbero volerci parecchie ore. Una volta iniziato il processo di download ti arriverà una email con i tuoi dati divisi in pacchetti, a me personalmente ne sono arrivati quattro di diversi Gb ognuno. Parliamo di tutte le tue foto, email, contatti, file su Google Drive (anche quelli che hai eliminato), eventiai quali hai partecipato, dove si sono svolti e l’orario solo per citarne qualcuno. Tra le tante cartella c’è da notare “Le mie attività” che è una sorta di vista dall’alto sull’utilizzo dei prodotti di Google compresi Android, Google News e Maps. Qui c’è davvero un pozzo di dati, molti dei quali hanno estensioni che una persona che comprende poco la tecnologia potrebbe non riuscire ad aprire: JSON, CSV o un banale HTML, non è proprio per tutti.

FOTO 3 Dida: se volete davvero scavare nel vostro passato Google Takeout è la via.

 

Quanto illustrato è solo la punta dell’iceberg dei dati che forniamo, che cominciano ad avere un valore quanto vengono messi a sistema e analizzati. Una volta presa coscienza di tutto questo magari si farà più attenzione a cliccare “acconsento” senza leggere cosa si sta fornendo a questi grandi colossi. Ora le normative sulla privacy stanno cambiando e sono più chiare, almeno per i cittadini europei, ma questo non significa che i dati che forniamo sono inferiori rispetto al passatoqui si può trovare la nuova informativa di Facebook, qui quella di Google in particolare sulle modalità di conservazione dei dati, detta “data retention”.

Interessante questo passaggio: “Alcuni dati possono essere eliminati quando vuoi, altri vengono eliminati automaticamente e altri ancora vengono conservati per periodi di tempo più lunghi, ove necessario. Se decidi di eliminare alcuni dati, ci atteniamo a norme relative all’eliminazione per assicurarci che i tuoi dati vengano rimossi completamente e in modo sicuro dai nostri server oppure che rimangano memorizzati in forma anonima”. Insomma alcuni dati, anche se anonimizzati, sono per sempre.

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Come scoprire di quanto sonno avete davvero bisogno

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Trascorriamo un sacco di tempo a preoccuparci per il nostro sonno. Secondo una ricerca della “National Sleep Foundation”, più di un terzo degli americani afferma che la qualità del proprio sonno è “scarsa” o “appena sufficiente”. Ma di quanto sonno abbiamo veramente bisogno?

 

Innanzitutto, partiamo dalle cattive notizie: non c’è un unico modello che si adatta a tutte le esigenze – il bisogno di dormire varia davvero da persona a persona.

Potreste essere tra quelle persone incredibilmente rareche in realtà possono farsi bastare poche ore di sonno a notte (quasi sicuramente non lo siete), o potreste essere dall’altra parte della barricata, ovvero coloro che i medici definiscono “grandi dormitori”, che potrebbero aver bisogno di 11 ore a notte.

Ma ci sono alcune cose che sappiamo sul sonno, e che possono aiutarvi a capire di quanto sonno avete effettivamente bisogno – e quale sia il miglior modo per riposare di notte.

Ecco cinque fatti che vi aiuteranno a capire quali sono i vostri modelli di sonno personali e come si rapportano a quelli del resto della popolazione.

1. C’è un motivo se i dottori raccomandano da 7 a 9 ore di sonno 

N.B. La maggior parte delle persone necessita dalle 7 alle 9 ore di sonno. Internal Time: Chronotypes, Social Jet Lag, and Why You’re So Tired by Till Roenneberg.

La quantità di sonno di cui la gente ha bisogno cade in quella che è una curva a campana, con la stragrande maggioranza della popolazione che necessita tra sette e nove ore di riposo ogni notte per sentirsi riposata.

Il grafico in alto, tratto dal libro “Internal Time: Chronotypes, Social Jet Lag, and Why You’re So Tired” del cronobiologo tedesco Till Roenneberg, mostra la distribuzione generale dei bisogni di sonno. (La cronobiologia è la scienza dei nostri orologi interni).

2. Avete un cronotipo naturale, o un orologio del corpo, che determina quando vi è più comodo dormire ed essere svegliati.

Spesso pensiamo a noi stessi come a persone mattiniere o dormiglione, ma queste divisioni non sono scientifiche – sono solo modi per confrontarci tra di noi.

“Il modo in cui ci si definisce gufi o allodole è veramente arbitrario”, dice il dottor David Welsh, professore associato che studia i ritmi circadiani presso la UC San Diego. Welsh afferma che se si guarda a grandi indagini sulla popolazione, si ottiene una normale distribuzione dei cronotipi: la maggior parte delle persone ha cronotipi abbastanza “medi”, alcuni preferiscono alzarsi un po’ prima o un po’ dopo, e piccoli gruppi naturalmente si alzano molto presto o molto tardi.Non esiste una linea che distingue i diversi cronotipi.

Ma tutti abbiamo una pianificazione interna che ci fa sentire più svegli o più sonnolenti in momenti diversi del giorno. A causa di fattori quali i livelli ormonali, la genetica e l’esposizione alla luce, alcuni di noi sono più attenti al mattino, mentre altri preferiscono orari più tardi durante il giorno.

Se il vostro programma non è allineato con il vostro cronotipo, vi sentite stanchi e non sincronizzati.

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Perché cancellare il debito pubblico dell’Italia ci costerebbe caro

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Tortuga è un think-tank di studenti di economia nato nel 2015. Attualmente conta 42 membri, sparsi tra Italia, Francia, Belgio, Inghilterra, Germania, Austria, Senegal e Stati Uniti. Scrive articoli su temi di economia, politica e riforme, ed offre alle istituzioni un supporto professionale alle loro attività di ricerca o policy-making

Tanto si è scritto sulla proposta contenuta in una prima bozza di contratto di governo di chiedere alla BCE di cancellare 250 miliardi di debito pubblico italiano. È peraltro ragionevole ipotizzare che anche questa proposta, filtrata soltanto grazie agli organi di stampa negli scorsi giorni, abbia contribuito allo scontro istituzionale consumatosi fra il Capo dello Stato e i leader di Lega e Movimento 5 Stelle. Tra le tante voci contrastanti, forse non si è ancora fatta chiarezza.

È una buona idea, oppure no? E perché?

Di seguito proviamo a spiegare, senza entrare nei dettagli della proposta, come la cancellazione non sia una modalità gratuita di estinzione del debito (o di parte di esso, come viene proposto), ma una modalità di rientro alternativa all’equilibrio di bilancio,economicamente più regressiva, giuridicamente impossibile e politicamente poco attuabile, almeno allo stato attuale.

È importante tenere presente che le problematiche economiche, giuridiche e politiche che rendono questa misura difficilmente attuabile sono indissolubilmente legate fra loro, in quanto gli impedimenti giuridici (contenuti nello statuto della BCE) si propongono di risolvere contenziosi politici che deriverebbero dalle conseguenze economiche dell’operazione.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel e il governatore della Bce Mario Draghi. Foto Sean Gallup/Getty Images

Se un paese in regime di crescita economica positiva ma contenuta, come l’Italia di oggi, ha contratto un ingente debito, può mantenerne la sostenibilità attraverso un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite dei conti pubblici, oppure richiedendo alla banca centrale di cancellarlo o monetizzarlo (stampando moneta per ripagare i creditori).

La prima delle due soluzioni lascia in capo alla politica la possibilità di decidere a chi far pagare più tasse e a chi meno, quali spese pubbliche contenere e quali invece aumentare, mentre la seconda delle soluzioni agisce attraverso l’estinzione di parte del debito o la creazione di moneta.

Secondo la teoria economica (e molti esempi del passato, compreso il nostro paese), la creazione di ingenti quantità di moneta da parte di una banca centrale dall’oggi al domani, vale a dire senza un corrispondente ed effettivo aumento della domanda di risparmio, produce un aumento di prezzi generalizzato, legato ad una più ampia disponibilità di moneta ed alla sua conseguente perdita di valore. Questo è il modo, indiretto, attraverso il quale il debito viene reso sostenibile: un aumento generalizzato dei prezzi dei beni di consumo. Una misura che spesso in passato ha coinciso con una drastica diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie, in particolare di quelle più povere.

Il simbolo dell’euro davanti la Banca centrale europea – Ralph Orlowski/Getty Images

Nel caso in cui invece la BCE cancellasse (senza perciò monetizzare) dal suo bilancio 250 miliardi di debito pubblico italiano, l’operazione si configurerebbe a tutti gli effetti come una forma di default. La principale conseguenza di un default sul debito pubblico sono, inevitabilmente, tassi di interesse più alti in futuro. Se perciò uno stato decide di non ripagare parte del debito, deve anche tenere in conto che il costo di un suo finanziamento futuro sarà molto più alto di quello attuale, soprattutto se agli investitori viene annunciato un piano fiscale dalle uscite esose e dalle entrate misere, come quello contenuto nel contratto di governo.

Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea – Getty Images

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Italia Paese del ‘sì’. Il wedding tourism è un business da 1 milione di presenze straniere e 440 milioni di euro

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Lo diceva già Dante, anche se si riferiva ad altro: l’Italia è “il bel paese là dove ‘l sì suona“, (Divina commedia, Inferno XXXIII, vv. 79-80). E in Toscana il “sì, lo voglio” risuona ancora di più.

Nel cuore della Valdelsa, in provincia di Firenze, c’è il piccolo borgo medievale di Certaldo, un comune di 16mila abitanti circondato dalle colline toscane. Tra le strade del paesino, dove il tempo sembra essersi fermato a qualche secolo fa, lo scorso anno sono stati celebrati 110 matrimonidi cui l’80% di sposi stranieri.

Matrimonio a Certaldo. Tuscan Dreams

Elemento che ne fa una delle destinazioni preferite in Toscana per il wedding tourism, subito dopo la ben più nota Firenze e il Chianti. E il Comune, intuito il potenziale giro d’affari legato al sogno di dire “sì” in una cornice così cinematografica, è il primo ad aver dato vita al “Certaldo wedding”, un progetto organico cheraccoglie gli operatori specializzati nel settore e che vogliono collaborare per la promozione del territorio come terra di cerimonie.

La regina incontrastata del wedding tourism è Firenze, la città culla del Rinascimento e simbolo delle storiche bellezze del Made in Italy.

La stagione dei matrimoni – che va da maggio a settembre – è già iniziata e per le strade di Firenze è facile imbattersi in novelli sposi intenti a fare foto con sfondi da cartolina.

Matrimonio a Palazzo Vecchio, Firenze. Agf

Secondo il rapporto Destination Wedding in Italia, stilato del Centro studi turistici di Firenze (CST), l’Italia è il Paese preferito dagli stranieri per il fatidico “sì” e in questo scenario, la Toscana conferma anno dopo anno la leadership mondiale come cornice per i matrimoni: il 31,8% delle cerimonie internazionali nel Belpaese avviene in Toscana. Seguono la Lombardia col 16% e la Campania col 14,7%.

Nei giorni scorsi il CST ha presentato l’aggiornamento del rapporto annuale che conferma la crescita in termini di numeri e giro d’affari del Wedding Tourism, un segmento su cui la Regione e gli operatori intendono scommettere.

Nel 2016 i matrimoni di coppie straniere celebrati in Italia sono stati 8.085 di cui 2.567 in Toscana con una crescita del 14% sull’anno precedente. Realizzare il sogno del matrimonio all’italiana ha portato nel Paese 408mila arrivi di turisti stranieri e 1,368 milioni di presenze in più (in Toscana sono stati 130mila arrivi e 500mila pernottamenti) per un giro d’affari totale di 440,8 milioni di euro. Secondo il CST di Firenze, i matrimoni internazionali in Toscana valgono 141 milioni di spesa in beni e servizi che, calcolando anche l’indotto, salgono a 198 milioni.

La bella notizia è che gli stranieri che scelgono l’Italia per coronare il loro sogno d’amore non badano a spese.Potrà anche durare poco, ma l’importante è che quel giorno sia indimenticabile: sembra essere questa la regola d’oro per i matrimoni internazionali. E così se una cerimonia di italiani costa in media tra i 15 e i 16milaeuro (dati Compass e ProntoPro) quelle degli stranieri nel Belpaese costano in media 54mila euro.

Una miniera d’oro per alberghi e ristoranti, ma anche per quell’esercito di wedding planner, cake designers, film-maker, floral designers, hair dressers, make-up artist che secondo il CST sono circa 52.900 in tutta Italia.

Gli sposi inglesi sono i più numerosi (27,6%), seguiti dagli americani (21,2%) e dagli australiani (8,9%), ma è la Cina il mercato emergente a cui si guarda con maggior interesse. Secondo lo studio Destination Wedding infatti anche il 2018 registrerà un aumento di matrimoni stranieri in Italia di circa il 5% sull’anno precedente: a trainare la crescita saranno gli sposi cinesi, russi e latinoamericani. Resterà brillante anche il mercato europeo, con Francia, Regno Unito e Paesi Bassi ancora in crescita.

Ma qual è il matrimonio-tipo degli stranieri in Italia?

Per quanto riguarda la scelta del rito la situazione è molto eterogenea: il 35% sceglie il rito civile, il 32,6% quello religioso e il 32,4% opta per una cerimonia simbolica. Che i matrimoni internazionali siano organizzati in grande stile è confermato anche dalle location prescelte: secondo il CST di Firenze nel 2016 gli stranieri hanno preferito il luxury hotel (32,4%), seguito dalle ville storiche (28,2%), ma la tendenza del 2017 e del 2018 rivela l’aumento dell’interesse per le location tradizionali, soprattutto ville, borghi e tenute.

Tirando le somme, il Wedding Tourism sembra essere un segmento turistico win-win: gli sposini stranieri coronano il sogno di un matrimonio nel Paese di Romeo e Giulietta portando foto e video delle bellezze italiane in giro per tutto il mondo. E intanto generano un business ricco, e in crescita, per la felicità degli oltre 52mila operatori del settore.

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Come si contano i voti in assemblea di condominio

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Riunione di condominio: quali sono le maggioranze e quali sono i quorum costitutivi e deliberativi in prima e seconda convocazione. 

Quante volte ti sei trovato in una riunione di condominio alle prese con una decisione particolarmente delicata il cui esito è stato deciso da una manciata di voti. Sicuramente, quando non c’è una maggioranza schiacciante, si fanno più verifiche sulle preferenze espresse dai condomini al fine di non sbagliare coi numeri: votanti e millesimi devono essere calcolati con precisione al fine di non sbagliare. È bene dunque conoscere come si contano i voti in assemblea di condominio. Un errore di calcolo, infatti, potrebbe far ritenere accolta una decisione quando invece non lo è; con la conseguenza che la delibera è annullabile e il condominio può essere trascinato in una lunga e noiosa causa. 

In questo articolo cercheremo di spiegare quindi come si calcolano i voti in assemblea di condominio e quali sono le regole imposte dalla legge.

Quando si deve riunire l’assemblea?

La legge non dice quante volte e in quali giorni si deve svolgere la riunione di condominio. Tuttavia c’è un limite minimo: almeno una volta all’anno è necessario che sia indetta l’assemblea ordinaria. È obbligo dell’amministratore convocarla al fine di far approvare il bilancio consuntivo, quello preventivo e le spese effettuate. Senza di essa, del resto, egli non potrebbe procedere alla riscossione delle quote straordinarie. È il codice civile [1] a imporre l’obbligo della convocazione annuale. In particolare, l’assemblea che approva il rendiconto deve essere convocata entro 180 giorni dalla chiusura dell’anno gestorio.  Oltre all’assemblea annuale ordinaria, in caso di necessità improvvisa ed imprevista può essere convocata l’assemblea straordinaria, in qualsiasi momento dell’anno.

Chi deve partecipare all’assemblea di condominio?

L’assemblea è composta da tutti i partecipanti al condominio, quindi dal proprietario dell’immobile in condominio, dal locatario o conduttore, dall’usufruttuario e da chi ha diritto d’uso e abitazione. Il codice infatti parla genericamente di “aventi diritto” e non di condomini, proprio in considerazione del fatto che i partecipanti al condominio non si identificano esclusivamente nei proprietari dell’unità immobiliare, ma anche nei soggetti sopra indicati. In particolare l’inquilino ha diritto a partecipare alle riunioni concernenti le spese e le modalità di gestione dei servizi di riscaldamento e di condizionamento dell’aria.

Chi non può partecipare personalmente all’assemblea può incaricare un terzo con apposita delega. 

Se l’appartamento è in comunione tra più soggetti, e quindi in presenza di comproprietari, il diritto di voto spetta ad uno solo di essi, il rappresentante, scelto dagli altri di comune accordo.

Allo stesso modo, l’erede di un condomino deceduto ed il nuovo acquirente, subentrati in un’unità immobiliare facente parte del condominio hanno diritto di votare salvo che non abbiano provveduto a comunicare all’amministratore l’avvenuto cambio di proprietà.

All’usufruttuario spetta, invece, un diritto di voto limitato solo a determinate delibere, aventi ad oggetto, di norma, spese di ordinaria amministrazione o gestione dei servizi di riscaldamento o condizionamento d’aria.

Quorum costitutivi e deliberativi

Esistono due quorum richiesti dalla legge per considerare valide le votazioni in assemblea:

  • quorum costitutivo: è quello necessario per considerare validamente costituita la riunione e poter iniziare con le discussioni e le votazioni. Viene verificato una sola volta, prima dell’avvio dei lavori e poi non c’è più bisogno di ricalcolarlo per ogni singola votazione, salvo che qualche condomino se ne vada via;
  • quorum deliberativo: è quello necessario per considerare accolta una questione messa ai voti. Ovviamente va verificato per ogni singola votazione. Non è detto che, se l’assemblea ha raggiunto il quorum costitutivo, raggiunga anche il quorum deliberativo.

Quorum costitutivo in prima e seconda convocazione

In prima convocazione l’assemblea è regolarmente costituita con l’intervento di tanti condomini che rappresentino i 2/3 del valore dell’intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio. 

Proprio perché è più difficile raggiungere tale maggioranza, il codice prevede che, in seconda convocazione, per il quorum costitutivo basta solo l’intervento di tanti condomini che rappresentino almeno 1/3 del valore dell’intero edificio e 1/3 dei partecipanti al condominio.

Quorum deliberativo in prima e seconda convocazione 

Anche i quorum deliberativi variano a seconda che si tratti di prima o seconda convocazione. In particolare: 

  • in prima convocazione sono valide le deliberazioni approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio;
  • in seconda convocazione, sono valide le deliberazioni approvate dalla maggioranza degli intervenuti con un numero di voti che rappresenti almeno un terzo del valore dell’edificio.

Come si calcano i quorum?

Per la regolare costituzione dell’assemblea, ma anche per la validità delle deliberazioni, sono previsti due tipi di quorum, uno che attiene ai millesimi, l’altro ai partecipanti al condominio.

Sostanzialmente, occorre la presenza contemporanea sia del numero dei condomini che quella relativa al valore dell’edificio.

Dal quorum delle deliberazioni deve essere escluso il voto del condomino che versi in ipotesi di conflitto di interessi. Si ha conflitto di interessi quando un singolo condomino ha un interesse proprio in conflitto, reale o potenziale, con quelli del condominio (sussistono cioè due interessi antagonisti), potendo pertanto esprimere un voto in contrasto con l’interesse condominiale a puro vantaggio personale.  

Se il condomino in conflitto ha votato è necessario effettuare questo calcolo: dal computo totale dei voti occorre espungere quello del condomino che avrebbe dovuto astenersi e verificare, all’esito, se comunque la deliberazione assunta abbia raggiunto la maggioranza dei voti richiesti dalla legge. In caso di esito negativo la deliberazione sarà impugnabile al giudice.

Nel calcolo delle maggioranze costitutiva e deliberativa, non può tenersi conto del condomino che si è allontanato dalla riunione dopo essere inizialmente intervenuto e non ha partecipato alla votazione. Questo vale anche nel caso in cui abbia dichiarato di accettare le decisioni della maggioranza, dato che la delibera è una sintesi delle volontà dei singoli condomini, non semplicemente una somma algebrica. 

Quali sono le maggioranze in assemblea?

Quella espressa è la regola generale. Tuttavia, in relazione ad alcuni argomenti posti all’ordine del giorno, sono previste maggioranze più elevate di quella ordinaria. Si tratta, ad esempio, dell’approvazione dei lavori di ristrutturazione o della modifica delle destinazioni d’uso dei beni comuni (si pensi alla trasformazione di un giardino in un parcheggio).  

La legge a seconda dei casi richiede una maggioranza per valore di:

  • “almeno la metà” del valore: ossia almeno 500/1000;
  • “almeno 1/3” e cioè il valore di almeno 333,333333/1000 (che per praticità indicheremo con 334/1000);
  • “almeno 2/3” e cioè almeno 666,66666/1000 (che per praticità indicheremo con 667/1000);
  • unanimità: ossia 1000/1000.

A riguardo puoi consultare la tabella qui sotto

Quorum deliberativi e quorum costitutivi (Art. 1136 c.c.)
Disciplina originaria
Prima deliberazione Seconda deliberazione
Quorum costitutivi tanti condomini che rappresentino i 2/3 del valore dell’intero edificio e i 2/3 dei partecipanti al condominio tanti condomini che rappresentino 1/3 dei partecipanti al condominio e almeno 1/3 del valore dell’edificio (giurisprudenza)
Quorum deliberativi maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio un numero di voti che rappresenti 1/3 dei partecipanti al condominio e almeno 1/3 del valore dell’edificio
Disciplina post-riforma
Prima deliberazione Seconda deliberazione
Quorum costitutivi tanti condomini che rappresentino i 2/3 del valore dell’intero edificio e la maggioranza dei partecipanti al condominio tanti condomini che rappresentino almeno 1/3 del valore dell’intero edificio e 1/3 dei partecipanti al condominio
Quorum deliberativi maggioranza degli intervenuti e almeno la metà del valore dell’edificio maggioranza degli intervenuti con un numero di voti che rappresenti almeno 1/3 del valore dell’edificio

Maggioranze richieste per l’approvazione delle delibere assembleari

Oggetto
Gestione ordinaria maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio (in seconda convocazione, maggioranza degli intervenuti con un numero di voti che rappresenti almeno 1/3 del valore dell’edificio)
Nomina e revoca dell’amministratore (salvo, per la revoca, diversa indicazione del regolamento) maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Liti attive e passive relative a materie che esorbitano dalle attribuzioni dell’amministratore maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Ricostruzione dell’ediftcio o riparazioni straordinarie di notevole entità maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Attività che incidono negativamente ed in modo sostanziale sulle destinazioni d’uso delle parti comuni maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Innovazioni aventi ad oggetto: il miglioramento della sicurezza e salubrità degli edifici e degli impianti maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Divisione delle parti comuni unanimità dei condomini
Installazione sulle parti comuni di impianti di videosorveglianza maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Modifiche delle destinazioni d’uso numero di voti che rappresenti i 4/5 degli intervenuti ed almeno 4/5 del valore dell’edificio
Innovazioni dirette al miglioramento o all’uso più comodo o al maggior rendimento delle cose comuni maggioranza degli intervenuti ed almeno 2/3 del valore dell’edificio
Modalità alternative di esecuzione o imposizione di cautele in materia di impianti non centralizzati di ricezione radiotelevisiva e di produzione di energia da fonti rinnovabili maggioranza degli intervenuti ed almeno 2/3 del valore dell’edificio
Regolamento condominiale maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio
Modifica e rettifica delle tabelle millesimali unanimità dei condomini, salvo maggioranza degli intervenuti e almeno 1/2 del valore dell’edificio nelle ipotesi tassativamente previste dall’articolo 69 disp. att. c.c.

Potete già videochiamare più contatti contemporaneamente?

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Come funzionano le videochiamate di gruppo su WhatsApp

È ancora una volta WABetaInfo a tenerci aggiornati sulle ultime novità introdotte su WhatsApp. Con un post su Twitter mostra le videochiamate di gruppo in funzione. La feature è stata rilasciata per un numero limitato di utenti iOS con l’app aggiornata alla versione 2.18.52 e su Android, per gli utenti in beta, con la versione 2.18.145.

Per poter videochiamare più contatti contemporaneamente su Android dovrete quindi accertarvi di avere l’app aggiornata alla versione 2.18.52 o ad una delle successive:

  • Aprite WhatsApp.
  • Cliccate su Impostazioni.
  • Selezionate Aiuto>Info app.

L’utilizzo di questa nuova funzione è molto semplice. Vi basterà selezionare uno dei contatti che desiderate videochiamare, avviare la chiamata cliccando sull’icona della videocamera e, successivamente, premere sull’icona che consente di aggiungere dei nuovi contatti. Niente di complicato!

Per il momento la funzione è disponibile solo per alcuni utenti (purtroppo, nonostante sia un beta tester, le videochiamate di gruppo non sono ancora disponibili sul mio account) ma la distribuzione globale non potrà che prendere avvio a breve!

La polemica sul Prof. Giuseppe Conte ci fa dimenticare di chi ha amministrato l’Italia negli ultimi decenni

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8 ministri italiani che non hanno mai preso la laurea

ministri senza laurea

La polemica sul Prof. Giuseppe Conte ci fa dimenticare di chi ha amministrato l’Italia negli ultimi decenni. Quelli di Skuola.net hanno spulciato nei curricula di 8 ministri ed ex ministri italiani, che ricoprono o hanno ricoperto posizioni rilevanti nella guida del paese, e di laurea non c’è nemmeno l’ombra.

8. Francesco Rutelli

Francesco Rutelli

Classe 54′ di origine romano, Rutelli è stato co-presidente del Partito Democratico Europeo. Eletto sei volte in Parlamento. Sindaco di Roma nel 1993. E’stato
Ministro dei beni e delle attività culturali. Ha ricevuto Lauree honoris causa dalla John Cabot University, dalla Temple University e dall’American University in Rome, ma non l’ha mai presa in gioventù: si è iscritto nuovamente all’università proprio qualche mese fa, con l’obiettivo di ottenere (stavolta) il titolo.

7. Altero Matteoli

Altero Matteoli

Politico italiano di lungo corso. Classe 40′ cresce sotto l’ala dell’On. Beppe Niccolai, esponente storico pisano del MSI. Dall’8 maggio 2008 al 16 novembre 2011 è stato Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti nel Governo Berlusconi.

6. Massimo D’Alema

Massimo D'Alema

Romano di origine. Sposato, con due figlie. E’ un giornalista professionista e vanta collaborazioni anche con l’Unità, di cui è stato direttore nel biennio 1988-1990. Ha studiato al liceo classico. Entra alla Camera dei deputati nel 1987. Dal 21 ottobre 1998 all’aprile del 2000 è stato Presidente del Consiglio dei Ministri. Il 17 maggio 2006 diventa Ministro degli Esteri nel Governo Prodi.

5. Walter Veltroni

Walter Veltroni

Politico italiano classe 55′ di Roma. Prima di intraprendere la carriera politica è stato giornalista professionista, ha anche diretto lo storico quotidiano l’Unità. La politica entra nella sua vita nel 1976, quando viene eletto consigliere al comune di Roma rimanendo in carica per cinque anni. Eletto in Parlamento nel 1987. Romano Prodi lo chiamò nel 1996 a condividere la leadership del partito “l’Ulivo” nell’anno della vittoria di quella coalizione, assumendo in seguito l’incarico di vicepresidente del Consiglio e Ministro dei Beni Culturali e Ambientali con l’incarico per lo spettacolo e lo sport. Nel 2003 riceve la laurea Honoris causa dalla John Cabot University di Roma. Oggi scrive libri e dirige film, ma la laurea non è mai stata una priorità per la sua carriera.

4. Umberto Bossi

Umberto Bossi

L’energico Umberto Bossi, capo-popolo delle fila della Lega Nord non ha conseguito la laureadurante il suo percorso formativo. Si ferma alle superiori, dove consegue il diploma di perito tecnico. Si iscrive alla facoltà di Medicina di Pavia senza conseguire la laurea. Ma questo non gli ha impedito di diventare senatore della Repubblica ed europarlamentare. Ha fondato il partito che ad oggi raccoglie il sentimento di una vasta fetta di elettori italiani. E’ stato Ministro per le Riforme Istituzionali durante il governo Berlusconi.

3. Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

Rampante politica e giornalista di origine romana. Ha speso gli anni della gioventù alla carriera politica. A 15 anni ha fondato il coordinamento studentesco “Gli Antenati”. Diventa responsabile nazionale di diventa responsabile nazionale di Azione Studentesca, il movimento studentesco di Alleanza Nazionale e rappresentante al Forum delle associazioni studentesche. Nel 2006 entra alla Camera dei Deputati con Alleanza Nazionale e fino al 2008 ricopre la carica di Vicepresidente. Il 21 aprile di questo anno è stata impegnata nella campagna elettorale per diventare sindaco di Roma. Anche per lei la laura non è stata la prima preoccupazione, ma neanche un ostacolo ai successi personali. E’ stata Ministro per la gioventù con il governo Berlusconi.

2. Giuliano Poletti

Giuliano Poletti

Attuale Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Al centro di un putiferio che fece arrabbiare qualche studente, quando propose meno vacanze estive per fare qualche lavoretto costruttivo. Riconfermato come ministro nel Governo di Responsabilità che fa capo a Paolo Gentiloni, la carriera politica non è stata frenata dalla mancanza del titolo di laurea.

1. Beatrice Lorenzin

Beatrice Lorenzin

Tra le donne al vertice del Governo Renzi. Riconfermata con Poletti. Il ministro Beatrice Lorenzin a capo del dicastero della Sanità non ha una laurea, sebbene nel corso degli anni la sua vita sia stata segnata da vari successi personali e professionali.

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Chi comanda in Italia?

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Noi votiamo, ma alla fine siamo delle marionette nelle mani di pochi potenti che decidono chi governa e chi no, chi comanda e chi subisce.

Gli italiani vanno silenziosamente in coda a votare e tutti con la speranza che qualcosa cambi. È realmente così? Siamo noi a decidere cosa accadrà in Italia o è solo una mera illusione? Noi proviamo ad esprimere il nostro volere, ma dobbiamo sempre sottostare a quattro gruppi egemoni che giostrano il nostro paese come in molti altri Stati occidentali.

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Il primo è Bilderberg, il cui prossimo raduno potrebbe svolgersi a Torino dal 7 al 10 settembre 2018. È una riunione annuale che si svolge dal 1954; il nome deriva dall’albergo nel quale si tenne la prima riunione nei Paesi Bassi.

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Bilderberg è composto da un gruppo di potenti, un club elitario dove si propaganda il progetto del Nuovo Ordine Mondiale.

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La trama cospiratrice di questo gruppo viene ampiamente contestata da coloro che ritengono Bilderberg solo un club privato. Talmente privato che nessun giornalista o telecamere possono avvicinarsi alla zona del raduno, se non espressamente invitati. Il club è frequentato dai rappresentanti dell’establishment occidentale e mondiale che detta l’agenda politica egemonica, cioè dell’ideologia mondialista.

È composto solitamente da 130 a 150 rappresentanti di governo, diplomatici, manager di multinazionali, banchieri, militari, direttori di giornali, membri del FMI e della banca mondiale. Molti italiani lo hanno frequentato negli ultimi anni: Mario Monti, Risultati immagini per Mario Monti,Enrico Letta, Risultati immagini per Enrico LettaMario Draghi,Risultati immagini per mario draghi Romano Prodi,Risultati immagini per romano prodi Lilli Gruber Risultati immagini per Lilli Grubere Monica Maggioni.Risultati immagini per Monica Maggioni Le riunioni si svolgono nel più stretto riserbo e ciò ha sollevato molti dubbi ed innumerevoli teorie più o meno verosimili. Una cupola del potere che gestisce, ormai da 64 anni, destabilizza e controlla l’economia e i governi, poi con l’era della globalizzazione ha esteso la propria influenza in molti paesi occidentali e mondiali. È in buona compagnia Bilderberg, dato che il comando si può dividere in tante fette.

Trilateral, ad esempio, è un altro gruppo segreto fondato da David Rockefeller nel 1973. Gli scopi sono gli stessi di Bilderberg, ma allarga le sue mire anche ai paesi asiatici.

C’è però chi ha più potere di Trilateral e Bilderberg: l’Aspen Institute, ovvero un’organizzazione apparentemente no profit che ha lo scopo di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo. Il presidente di Aspen Italia Risultati immagini per Aspen Italiaè Giulio Tremonti Risultati immagini per Giulio Tremontie tra i membri del comitato esecutivo ci sono tra gli altri: Giuliano Amato, Immagine correlataLucia Annunziata, Risultati immagini per Lucia AnnunziataLuigi Abete,Risultati immagini per Luigi Abete John Elkan, Risultati immagini per John ElkannGianni De Michelis, Risultati immagini per Gianni De MichelisFranco Frattini, Risultati immagini per Franco FrattiniGianni Letta,Risultati immagini per Gianni Letta Emma Marcegaglia, Risultati immagini per Emma MarcegagliaPaolo Mieli,Risultati immagini per Paolo Mieli Mario Monti, Romano Prodi, Francesco Profumo,Risultati immagini per Francesco Profumo Marco Tronchetti Provera, Risultati immagini per Marco Tronchetti ProveraBeatrice Trussardi, Risultati immagini per Beatrice TrussardiNicoletta Spagnoli Risultati immagini per Nicoletta Spagnolie Cesare Romiti.Risultati immagini per Cesare Romiti

Ma c’è il quarto incomodo che non sta a guardare: ERT. EUROPE. Club nato nel 1982 per volere di Ronald Regan che, in prima battuta, affidò a Licio Gelli il compito di gestire l’Europa occidentale controllando il 75% della produzione mediatica. La sede operativa si trova a Bruxelles e il rappresentante italiano è Carlo De Benedetti.

Cercano di distruggere, controllando l’economia e la politica dei vari Stati, i modelli di cittadinanza attiva e la voce del popolo. Ci fanno credere che siamo noi a decidere le sorti del nostro paese ed invece è solo una utopia. Ci illudono che le cose cambieranno, che si penserà al benessere del cittadino piuttosto che al benessere politico-economico di pochi.

Noi votiamo, ma alla fine siamo delle marionette nelle mani di pochi potenti che decidono chi governa e chi no, chi comanda e chi subisce.

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