Condominio: si può installare sul tetto un impianto fotovoltaico?

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Voglio istallare sul tetto del mio condominio un impianto fotovoltaico per uso personale. Nella prossima assemblea, in cui comunicherò formalmente la mia intenzione, possono essere sollevate obiezioni?

La legge [1] consente l’installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sul lastrico solareo su altra idonea superficie comune anche se destinati al servizio di singole unità del condominio. Ciò vuol dire che, per questo tipo di installazione, non è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea, poiché è la legge stessa che consente l’installazione di questi impianti. La legge stessa, però, aggiunge che:

  • se l’installazione rende necessarie modificazioni delle parti comuni, l’interessato (cioè chi intende installare l’impianto) deve darne comunicazione all’amministratore indicando il contenuto specifico e le modalità di esecuzione degli interventi (da ciò consegue che se l’installazione non prevede modifiche delle parti comuni, come pare essere nel caso del lettore, tale comunicazione può essere evitata);
  • l’assemblea, con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti e almeno i due terzi dell’edificio [2], può prescrivere modalità alternative di esecuzione o imporre cautele solo se l’installazione dovesse comportare problemi alla stabilità, sicurezza o decoro dell’edificio e provvede, solo se vi sia richiesta degli interessati, a disciplinare e ripartire l’uso del lastrico o della diversa parte comune in cui l’impianto sarà installato tenendo conto e salvaguardando gli usi previsti dal regolamento condominiale o comunque in atto (l’assemblea, dunque, non deve autorizzare l’opera, ma può solo intervenire nei casi appena citati e solo per le finalità descritte);
  • infine, l’assemblea, con le stesse maggioranze di cui al punto 2), può subordinare l’esecuzione e l’installazione dell’opera alla prestazione di idonea garanzia per gli eventuali danni (questo è, evidentemente, il potere più penetrante riconosciuto all’assemblea in quanto le è concesso un potere di veto nei confronti dell’esecuzione dell’opera se il richiedente non dovesse prestare la richiesta garanzia).

Articolo tratto da una consulenza dell’avv. Angelo Forte

DI MAIO SCATENATO! GUARDATE COME HA DEMOLITO IL PD SVELANDO TUTTA LA VERITA’

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martedì 28 marzo 2017

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=TBhFXfg3y5M] 

È scontro tra Pd e M5s sulla proposta salva-contributi dei deputati, considerata dai grillini una trovata per consentire di chiudere la legislatura in anticipo senza far soffrire le tasche dei politici. Ma i dem negano di aver mai presentato na proposta alla Camera (valida solo per questa legislatura) per abolire del tutto i vitalizi ma contemporaneamente restituire i contributi previdenziali versati dai deputati anche nel caso di scioglimento anticipato della legislatura.

«Le congetture sulle pensioni dei parlamentari, che vedo circolare in questi giorni, sono fantasia. Il Pd non ne ha mai discusso in alcuna sede e nessuna modifica è stata né ipotizzata né pensata», ha detto oggi il capogruppo
Pd alla Camera Ettore Rosato, nega che i dem siano al lavoro per anticipare i contributi parlamentari in caso di fine anticipata della legislatura. 

«Non ho mai firmato alcuna proposta di legge sui vitalizi dei parlamentari, né ho mai discusso dell’argomento durante riunioni dell’Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati», ha affermato Marina Sereni, vice presidente di Montecitorio, stessa smentita anche dell’altro vice di Montecitorio del Pd Roberto Giachetti.

Il fatto è che, oggi, per ottenere la restituzione dei contributi bisogna aver maturato almeno 4 anni, 6 mesi e 1 giorno di attività da deputato. Se la legislatura si chiudesse anzitempo, moltissimi resterebbero senza copertura previdenziale. Con questa norma, invece, tutti salvi, anche gli ultimi arrivati, e liberi di dire sì allo stop anticipato delle Camere. «È una norma porcata», hanno attaccato ieri i 5 stelle dal blog di Grillo che parlano di «movente politico» e di «un’ennesima manovra di palazzo». E ancora la definiscono la prima «norma porcata del 2017, un vero e proprio colpo di coda della Casta Renziana». «Il tema – proseguono – è quello scottante dei vitalizi: con la scusa della sua definitiva abolizione dal 2018 la maggioranza a guida Pd garantirà agli attuali deputati e senatori una buonuscita intorno ai 50 mila euro a testa, consistente nei contributi versati dal 2013 ad oggi».

Dal Partito democratico ha risposto Emanuela Fiano, deputato e membro della segreteria, che ha accusato i grilini di sollevare «polemiche senza fondamento» e negato che ci sia la volontà di reintrodurre i vitalizi. «L’invenzione della realtà è il loro marchio d’azienda» incalza e aggiunge: «Siamo di nuovo al Truman Show». Secondo Fiano si tratta di un tentativo disperato «di nascondere la loro totale incapacità nell’amministrare una città come Roma e l’evidente imbarazzo provocato al loro interno dalle sparate di Grillo. Lascino perdere, – chiosa – non è inventando
cose che riusciranno a cambiare la realtà».

Scrivono ancora i grillini nel post: «Renzi vuole andare ad elezioni il prima possibile con una legge anti-M5S nel vano tentativo di evitare i referendum contro il Jobs Act e cercare di capitalizzare il fango gettato in queste settimane contro la giunta Raggi. Il segretario del Pd sa, però, che la maggioranza dei parlamentati non ha alcuna intenzione di staccare la spina prima del 15 settembre 2017, data in cui maturerà il diritto al vitalizio essendo passati 4 anni, 6 mesi e 1 giorno dall’inizio della legislatura. Con la ricca buonuscita Renzi spera quindi di placare gli appetiti di partito e di terminare la breve esperienza del burattino Gentiloni».

CROCIERE E GIOIELLI CON I SOLDI DEGLI OPERAI: LA VITA DA SULTANO DEI SINDACALISTI DELLA UIL, LA PEGGIO FECCIA PARASSITA

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mercoledì 29 marzo 2017

Il segretario del sindacato: “Personalmente, non ho mai neanche pensato di poter utilizzare risorse della Uil per fini estranei agli interessi dell’organizzazione”. L’ex numero uno: “Era per discutere in maniera approfondita, e per più giorni, dei contratti del pubblico impiego”


L’accusa è appropriazione indebita, in concorso con altri sei imputati, per essere stati in crociera con i soldi del sindacato. Ma Carmelo Barbagallo e Luigi Angeletti, segretario nazionale Uil e il suo predecessore, respingono le accuse. I pm di Roma Stefano Pesci e Paolo Marinaro contestano, secondo quanto riporta La Repubblica, ad altri imputati l’acquisto di gioielli da Swarovski per oltre 7mila euro e un soggiorno al “California Camping Village”, in Toscana tra il marzo del 2010 e il maggio del 2012. A giudizio davanti al giudice della IX sezione penale anche ci sono anche Goffredo Patriarca, Giuseppe Caronia, Romano Bellissima, Salvatore Bosco, Luigi Simeone e Ubaldo Conti.

Le indagini hanno accertato che ci sarebbero state contabilizzazioni anomale. Per esempio la causale che ha permesso di pagare le vacanze per 16.456 euro era “contributo per progetto condiviso“. Il 22 marzo del 2010 la Costa crociere ha ricevuto il bonifico da conti Uil. Angeletti, allora numero uno, e Barbagallo si erano imbarcati con altri tre sindacalisti e gli accompagnatori. Anche l’anno successivo c’era stata una vacanza con le stesse modalità pagata il 27 maggio del 2011. A dicembre del 2010 sempre con i soldi del sindacato Goffredo Patriarca avrebbe pagato, questa l‘ipotesi della procura, un soggiorno a Ubaldo Conti per due settimane ad agosto del 2010 accompagnato in Toscana da madre e nipote. Lo stesso Patriarca avrebbe speso circa 7mila euro in quattro puntate in gioielleria usando la carta di credito di Uil Trasporti.

“Ho piena fiducia nell’operato della magistratura e resto in attesa di poter chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Personalmente, non ho mai neanche pensato di poter utilizzare risorse della Uil per fini estranei agli interessi dell’organizzazione alla quale ho sempre dedicato e dedico tutto il mio lavoro e la mia persona – fa sapere Barbagallo -. Sono impegnato a lavorare h/24 per il sindacato”. Angeletti, sentito dai pm, si era difeso dicendo che le crociere “avevano lo scopo di consentirci di discutere in maniera approfondita, e per più giorni, di importanti tematiche relative principalmente al blocco dei contratti del pubblico impiego e delle politiche previdenziali dei governi in carica”.

FONTE

IL FATTO QUOTIDIANO

Caso firme Raggi, il notaio che ha autenticato il documento: “Procedura regolare, testo valido”

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Massimiliano Ebner ha messo la firma sull’atto unico che dichiarava il numero di nominativi a sostegno della candidatura della sindaca dei 5 stelle. Anche se la raccolta è avvenuta quattro giorni dopo, il valore del provvedimento non viene inficiato


“La procedura è avvenuta in maniera corretta. L’autentica della firma riguarda l’identità della persona che sottoscrive. E se si aggiungono dei dati successivamente, l’autentica non perde il suo valore”. Massimiliano Ebner è il notaio che ha autenticato la firma sul documento datato 20 aprile 2016, che il M5s Roma ha poi consegnato all’ufficio elettorale per la presentazione della lista alle scorse elezioni amministrative, culminate con l’elezione di Virginia Raggi a sindaco di Roma. Una denuncia del capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato, ripresa da un servizio della trasmissione Mediaset Le Iene andato in onda domenica 26 marzo, poneva dubbi sulla validità dell’atto perché il numero delle firme – raccolte 4 giorni dopo – era stato apposto successivamente, come ammesso dallo stesso partito. Nella giornata di ieri è spuntata una sentenza del Tar del Friuli Venezia Giulia, confermata dal Consiglio di Stato, che di fatto autorizzerebbe questo tipo di “post-datazione”. Sempre ieri, ilfattoquotidiano.it ha riportato la testimonianza del notaio Ebner, che non ricordava i particolari della vicenda. Oggi il professionista ha ricontattato la redazione per ricostruire i dettagli del caso.


Notaio Ebner, allora lei era presente o no all’autenticazione richiesta dal M5s?

Certo che ero presente, sono andato a controllare, ricordo anche il giorno. C’è la mia firma, ero io, e ci mancherebbe pure! E’ nelle altre procedure, ovvero alle firme che hanno preso i cancellieri, che io non ero presente.

Ci aiuti a capire: la procedura è avvenuta in maniera corretta o no? Quel documento è un falso oppure no?

Per quello che è di mia competenza è avvenuto tutto regolarmente, l’autentica è stata fatta in maniera corretta, quindi quel documento è valido.

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/03/28/caso-firme-raggi-il-notaio-che-ha-autenticato-il-documento-procedura-regolare-testo-valido/3482455/

Le riflessioni di Francesca 

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Ma manco te l’avesse prescritto il medico di essere a tutti i costi gentile con me, o te lo avesse inflitto il prete come punizione per scontare i tuoi peccati… guarda, veramente, se ti si deve gonfiare la vena in fronte a forza di spremerti come se non cagassi da una settimana, per trovare una fetentissima e stiracchiata cosa carina da dirmi, ti prego taci dignitosamente, ingerisci una metaforica cucchiarata di cauce, utilizza le nozioni di ricamo delle suore per cucirti la bocca col punto ad erba, agliottiti quel capuzziello di lingua biforcuta che ti ritrovi o, tuttalpiù, pigliami a male parole che fai più presto e io mi riesco a regolare meglio e usciamo direttamente a chi sono io e chi si tu. Guarda che i miei genitori hanno già fatto un ottimo lavoro, non ci sta bisogno che te ne esci tu e mi dici che sono “una persona originale, fuori dal comune… ma in senso buono eh” che si capisce abbastanza che mi ritieni una personalità profondamente disturbata, sì, te l’ho detto, ci ho avuto i traumi infantili, come tutte le persone normali, sei tu che sei vissuta nel buttiglione del Mulino Bianco. E quando poi mi squadri da capo a piedi, sezionando pensosa il mio outfit, e ti soffermi sulle scarpe che io amo particolarmente strane e cafone, e mi fai: io non me le metterei mai, ma si addicono al tuo stile, poi non ti lamentare se, a mo di promemoria, ti stampo in fronte il tacco recante il marchio delle mie zeppe di pelle nera con le borchie. Che ti dovrei dire io per ricambiare il favore? Uh ma che detergente usi per il viso? Intima di Carinzia? No perché davvero la grana della tua pelle ricorda molto uno scroto e hai un’ineffabile e inequivocabile faccia di cazzo. Ma mi sto zitta va, perché resto una signora!

“Caro stato invece di ammazzarmi smetto di pagare le tasse,lo prevede la costituzione”

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Lettera allo stato da un imprenditore sul lastrico”Non mi ammazzo,smetto di pagare le tasse,non voglio più mantenervi,lo prevede la costituzione”.°°Ecco gli articoli cel codice penale e della costituzione sui quali l’imprenditore fa appello.

Ecco di seguito la lettera integrale:
“Mi chiamo Barresi Giuseppe, lavoratore e prima ancora padre e nonno di famiglia, dichiaro apertamente di non riuscire più a pagare, con i miei incassi, tutte quelle tasse che lo Stato mi chiede. Mi appello ai principi dello stato di necessità e della capacità contributiva proporzionale al proprio reddito, stabiliti rispettivamente dagli Art. 54 c.p. e 53 Cost. per legittimare il mio rifiuto categorico di continuare a contribuire, attraverso le tasse, alle spese per il mantenimento dei privilegi della classe politica che ci governa, vera protagonista di questa crisi economica.
Con le loro scelte hanno mantenuto uno Stato parassitario, e scaricato le proprie responsabilità verso le categorie più deboli, in particolare piccoli commercianti e artigiani. Tassa dopo tassa ci hanno portato allo stremo e oltre, spesso inducendoci a pensare seriamente al suicidio. E questa è l’accusa maggiore che faccio ai nostri governanti: induzione al Suicidio. In questi anni ho cercato di pagare le bollette, che sono quadruplicate, ho cercato di pagare le tasse comunque quadruplicate, ho cercato di mantenere in vita la mia attività portando al minimo i costi di gestione e riducendo le mie entrate, perché costretto ad abbassare i prezzi (nonostante l’Iva) per mantenere la clientela.

Di conseguenza ribadisco apertamente di non poter più pagare ulteriori tasse: non sono un delinquente, non sono un ladro e non voglio essere un evasore, ma davanti a una politica che continua insensatamente a mantenere privilegi e costi sproporzionati, vergognosi e irrispettosi nei confronti di tutti i lavoratori di questo paese, inizio questa protesta economica appellandomi ai due sopracitati principi: Art. 54 co.1 del Codice penale: stato di necessità. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Il vertiginoso e incontrollato aumento delle tasse ha prodotto un danno grave e attuale alla mia famiglia mettendo in pericolo soprattutto il futuro dei miei figli e nipoti.
Art.53 co.1 della Costituzione italiana: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Io non incasso abbastanza per pagare tutte queste tasse e se non incasso abbastanza vuol dire che c’è qualcosa nei conti dello Stato che non funziona e quindi essendo cittadino italiano esigo che lo Stato si faccia garante della mia condizione familiare.”

http://www.ilmondoit.info/

DOPO IL SERVIZIO DELL IENE, ARRIVA L’ANNUNCIO DEL M5S:”VIRGINIA RAGGI E’ LA SINDACA DI ROMA LEGITTIMAMENTE”

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“Tutte le firme raccolte a Roma per la presentazione della lista di Virginia Raggi sono autentiche e autenticate”, lo riferisce il M5S sul blog di Beppe Grillo. 

Ecco come prosegue l’articolo: 

“Il servizio de Le Iene riferisce di una presunta irregolarità formale su un atto (chiamato atto principale) redatto dai delegati di lista, ma è bene chiarire subito che non sono le firme a essere irregolari. Ma anche ipotizzando che ci sia un errore formale questo non inficia la regolarità e la legittimità della lista. 

A tal proposito il TAR del Friuli Venezia Giulia 28 giugno n. 450/2006 ha avuto modo di rimarcare che “è del tutto inconferente, ai fini della regolarità delle operazioni elettorali, che l’autenticazione delle firme dell’atto principale sia antecedente a quella delle firme contenute negli atti separati”.” e che “Questa discrasia, però, non è sanzionata dalla legge: e non potrebbe essere altrimenti, dato che non impinge su nessun principio in materia di operazioni elettorali”. 

Mettetevi l’animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più di due terzi degli elettori romani”. 

BLOCCATI I CONTI E LA CARTA DI CREDITO: STANGATA L’EX SINDACA PD! FINALMENTE FANNO PAGARE AD UNA PARASSITA I DANNI INENARRABILI CHE HA PROVOCATO

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sabato 25 marzo 2017

Sono passati quasi sei anni e mezzo da quella tragica alluvione del novembre 2011 che a Genova costò la vita a sei persone. Per quei fatti, l’allora sindaca del capoluogo ligure, la piddina Marta Vincenzi, è stata condannata a pagare 4 milioni e mezzo di provvisionale (cioè un anticipo del risarcimento) in solido con due coimputati e il Comune. E da giovedì i suoi conti correnti sono bloccati. Pignorati. La Vincenzi non può fare prelevamenti allo sportello o al bancomat, nè utilizzare la carta di credito. On pratica, è come se avesse perso tutto. E dal prossimo mese le verrà pure pignorato il quinto della pensione. “E’ una situazione pesante, come lo è sicuramente quella dei parenti delle vittime” dichiara al Corriere la Vincenzi. “Di fatto – aggiunge – non ho di che vivere, se non grazie all’aiuto di mio marito che ancora lavora”.

FONTE

LIBERO

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