Grazie Virginia Raggi !

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Io sono nato a Napoli, ma sono 15 anni che vivo a Roma per lavoro.

E sempre per lavoro giro molto in citta’, con la mia auto, con i bus, con la metro.

E devo dire che ultimamente e’ diventato faticoso girare per la capitale.

Voi direte per le buche? Per il traffico … i cinghiali?

NO !

Perche’ non si era mai vista a Roma tanta gente per strada a lavorare.

A rifare strade, a tagliare piante, a bonificare terreni.

UNA COSA MAI VISTA A ROMA.

E questa cosa sta facendo SCHIATTARE gli avversari politici PD della Raggi e fa FELICI i 5 stelle !

Ma la cosa piu bella sapete qual e’?

I ROMANI CHE PENSANO AL BENE DELLA LORO CITTA’ e che se ne fregano dei colori politici, giorno dopo giorno stanno vedendo RINASCERE ROMA come mai era accaduto prima.

E Virginia Raggi (dopo qualcuno che storceva il naso influenzato dalle tv) sta entrando nel cuore del popolo romano.

Mi fermo nei bar e ascolto persone dire ” pero’ a Raggi sta a fa le strade, ma quanno mai l’amo viste”….

E mi rendo conto di come sia alla fine sempre la gente a giudicare.

Non Myrta Merlino o qualche altro leccapiedi del potere.

Si, Roma sta tornando ad essere una citta’ DIGNITOSA.

Grazie Virginia Raggi !

Alessandro Bertone

​Il bellissimo discorso di Papa Francesco, che mi hanno appena mandato e assolutamente da leggere e condividere, grazie:

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“Puoi aver difetti, essere ansioso e vivere qualche volta irritato, ma non dimenticate che la tua vita è la più grande azienda al mondo. Solo tu puoi impedirle che vada in declino.In molti ti apprezzano, ti ammirano e ti amano.Mi piacerebbe che ricordassi che essere felice, non è avere un cielo senza tempeste, una strada senza incidenti stradali, lavoro senza fatica, relazioni senza delusioni.
Essere felici è trovare forza nel perdono, speranza nelle battaglie, sicurezza sul palcoscenico della paura, amore nei disaccordi.

Essere felici non è solo apprezzare il sorriso, ma anche riflettere sulla tristezza. Non è solo celebrare i successi, ma apprendere lezioni dai fallimenti. Non è solo sentirsi allegri con gli applausi, ma essere allegri nell’anonimato.
Essere felici è riconoscere che vale la pena vivere la vita, nonostante tutte le sfide,  incomprensioni e periodi di crisi.
Essere felici non è una fatalità del destino, ma una conquista per coloro che sono in grado viaggiare dentro il proprio essere.
Essere felici è smettere di sentirsi vittima dei problemi e diventare attore della propria storia.

È attraversare deserti  fuori di sé, ma essere in grado di trovare un’oasi nei recessi della nostra anima.

È ringraziare Dio ogni mattina per il miracolo della vita. 
Essere felici non è avere paura dei propri sentimenti.

È saper parlare di sé.

È aver coraggio per ascoltare un “No”.

È sentirsi sicuri nel ricevere una critica, anche se ingiusta.

È baciare i figli, coccolare i genitori, vivere momenti poetici con gli amici, anche se ci feriscono.
Essere felici è lasciar vivere la creatura che vive in ognuno di noi, libera, gioiosa e semplice.

È aver la maturità per poter dire: “Mi sono sbagliato”.

È avere il coraggio di dire: “Perdonami”.

È  avere la sensibilità per esprimere: “Ho bisogno di te”.

È avere la capacità di dire: “Ti amo”.
Che la tua vita diventi un giardino di opportunità per essere felice …

Che nelle tue primavere sii amante della gioia.

Che nei tuoi inverni sii amico della saggezza.
E che quando sbagli strada, inizi tutto daccapo.

Poiché così  sarai più appassionato per la vita.

E scoprirai che essere felice non è avere una vita perfetta.Ma usare le lacrime per irrigare la tolleranza.
Utilizzare le perdite per affinare la pazienza.

Utilizzare gli errori per scolpire la serenità.

Utilizzare il dolore per lapidare il piacere.

Utilizzare gli ostacoli per aprire le finestre dell’intelligenza.

Non mollare mai ….

Non rinunciare mai alle persone che ami.

Non rinunciare mai alla felicità, poiché la vita è uno spettacolo incredibile!”

PAPA FRANCESCO🙏💫
Sono parole umane, non serve essere credenti per condividerle.

Pensioni, scandalo diritti inespressi. Fino a 300 euro in più sugli assegni

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Si chiamano “Diritti inespressi” e sono nell’occhio del ciclone per la possibilità che scaturirebbe, per i pensionati italiani, di ottenere un aumento della pensione mensile.

La vicenda è stata sollevata da un articolo del 18 marzo apparso sul quotidiano “La Verità” che ha riacceso i riflettori sulla questione previsenziale che potrebbe cambiare l’importo degli assegni degli italiani.

“Una pensione su tre andrebbe alzata, ma chi ha diritto a più soldi non lo sa”, è il titolo, decisamente eloquente dell’inchiesta firmata da Alfredo Arduino sul giornale diretto da Belpietro.

“Sotto i 750 euro – si legge nell’articolo – sono previsti diritti inespressi: agevolazioni che per essere applicate devono essere richieste esplicitamente. In alcuni casi però – viene spiegato nell’articolo – l’assegno sale anche di 300 euro”.

Secondo quanto riporta il quotidiano, sarebbero 6 milioni – su 18,1 milioni di pensionati – gli italiani potenziali beneficiari del ricalcolo delle pensioni; 750 euro la soglia mensile per richiedere i diritti inespressi; 5 anni il periodo di retroattività su eventuali arretrati.

COSA SONO – I “diritti inespressi” sono la serie di agevolazioni e sgravi applicabili alle pensioni sotto i 750 euro e che, come detto, possono valere fino a 300 euro sugli assegni mensili.

Vengono definiti “inespressi” poiché, nonostante siano diritti, per essere riconosciuti vanno richiesti esplicitamente dai cittadini. In caso contrario l’assegno previdenziale rimane quello che è, nessun aumento automatico dunque.

E’ possibile però fare richiesta all’Inps e chiedere anche gli arretrati fino a 5 anni. E’ di 20 milioni di euro la cifra recuperata dal 2013 ad oggi grazie ai ricalcoli delle pensioni, su questo oggi punta i riflettori il quotidiano La Verità diretto da Maurizio Belpietro. Tutte le informazioni sui “diritti inespressi” sul sito istituzionale www.inps.it, per avviare l’iter per la richiesta collegarsi alla pagina personale “cedolino pensione e servizi collegati”.

Fonte: La Verità (ed. cartacea – 18 marzo 2017)

Aversa, cellulari per dipendenti: cifre “fuori mercato” per il Comune

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Quanto costa oggi un abbonamento mensile per un cellulare con minuti illimitati di conversazione e con collegamento interno di 4 giga? Qualsiasi gestore telefonico ha offerte che vanno da 10 a 15 euro.

Partendo da questo assunto, ci risulta difficile capacitarci di quanto contenuto nella determina dirigenziale numero 45 del 2017 a firma del “dirigente ad interim Area Affari Generali dr.ssa Anna di Ronza”. Prima di proseguire è d’obbligo sottolineare che quest’ultima non ha alcuna colpa, dovendo solo verificare la regolarità formale, anche se “un buon padre di famiglia” qualche interrogativo se lo porrebbe quando vede cifre che non stanno assolutamente sul mercato della telefonia mobile e che significano solo buttare dalla finestra danaro pubblico, poco o molto che sia.

Premesso che il Comune, come per legge si è rivolto alla Consip (proprio quella dell’indagine su Romeo, Renzi, Bocchino e company) per cui i prezzi sono quelli stabiliti a livello nazionale, lascio al giudizio dei lettori i dati che di seguito evidenzio e che, si badi, sono riferiti all’abbonamento del primo bimestre 2017 e ai consumi del periodo ottobre – novembre 2016. Sottolineo “consumi” a significare che potrebbe essere stato fatturato un traffico telefonico da parte dell’utilizzatore del cellulare che andrebbe verificato per un eventuale addebito se si dovesse scoprire che c’è stato un uso irregolare del cellulare aziendale. Ma, almeno dalla determina, questo aspetto non si evince.

Per il settore Assistenza il costo delle relative sim telefoniche per il periodo indicato è stato di 115,72 euro. Per il Settore Area Tecnica parliamo di 233,76 euro. Saliamo sensibilmente per quanto riguarda il settore Polizia Municipale con 637,06 euro per poi giungere ai 934,98 euro del settore Legale, Finanze, Sport, Cultura, Messi, Urbanistica, Anagrafe, Ced e Affari Generali.

Ora, senza voler minimamente fare processi sommari nei confronti di chicchessia, mi domando: a casa nostra avremmo verificato se c’è stato un uso anomalo del cellulare aziendale? Se è possibile variare contratto sempre tra quelli offerti da Consip? Domande alle quali non so rispondere se non cogliendo un altro passaggio della determina dove si legge testualmente: “Riscontratane e accertatane la regolarità e ravvisata l’opportunità di provvedere alla liquidazione”. Insomma, devo stare tranquillo, tutto ok.

di Nicola Rosselli 22 marzo 2017

Aversa, cellulari per dipendenti: cifre “fuori mercato” per il Comune

​LA “GRANDE” AVERSA di Romualdo Guida

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“Riorganizzazione della città perché Aversa diventi nodo di una rete”
Per la città non servono, banalmente, più soldi ma occorre un’azione che riformi profondamente il suo modo di funzionare, che sappia ridisegnare la mobilità, gli orari, i servizi, la vivibilità, l’estetica; che usi le grandi poten-zialità dell’innovazione telematica. Nella città servono, paradossalmente, i cittadini: almeno quelli che negli ultimi tempi sono stati praticamente espulsi dai centri antichi per la fatiscenza sempre più evidente.

Ma la chiave del successo di una grande strategia sta probabilmente nelle capacità di prescindere dagli interessi particolari ovvero di sollecitarli fa-cendo una mediazione tra i vari interessi per giungere al “bene comune”. Si tratta, in effetti, per mutuare una espressione oggi abusata, di trovare lo “in-teresse sostenibile”. Occorre ricercare il dialogo fra Governo delle Ammini-strazioni sovraordinate e Città, Città ed Imprenditori, Imprenditori e Lavora-tori, Pubblico ed Utenti privati attraverso la condivisione di obiettivi ed il coordinamento di azioni. Mettendo “in equilibrio”, quindi, i vari “interessi” e trovando, infine, lo “interesse comune” ovvero lo “interesse sostenibile” cioè l’unico interesse utile per il bene della Città.

E’ evidente, quindi, che tutto lo sviluppo della città non può che essere incentrato su una programmazione contrattata tra tutti : Organi Istituzionali e cittadini che partecipano al processo produttivo.

Aversa ha grandi potenzialità. È Terra colma di beni culturali con una Storia gloriosa fin dalla fondazione della città. È  sicuramente già nodo fer-roviario. È sede di localizzazione di funzioni di primo livello quali le uni-versità e scuole di ogni ordine e grado, il Tribunale di Napoli Nord che conta un’Utenza di oltre un milione di cittadini ma anche di sistemi di at-trezzature quali zone commerciali specializzate ed è il nucleo di una po-tenziale grande città in grado di veder realizzato un sogno come fu per New York oltre cento anni fa..

Il sogno realizzatosi a New York fu riportato in un articolo di Mauro Ca-lamandrei sui 100 anni di quella città dal titolo: “La città imperiale verso il terzo millennio”. Testualmente si leggeva:

New York compie cent’anni. La città che è diventata sinonimo di tutto quello che c’è di meglio e di peggio nella vita moderna, era stata inventata la notte di capodanno del 1898, fra discorsi, spari di cannoni e fuochi di ar-tificio, col matrimonio fra l’isola di Manhattan, la città autonoma di Brooklyn e i quartieri di Queens, Bronx e Staten Island.

Ad un secolo di distanza è difficile non ammirare la lungimiranza di quei primi esponenti della città. Il trionfo della loro strategia dimostra ancora una volta che le grandi città sono creature dell’immaginazione e della volontà degli uomini almeno quanto del convergere di forze naturali e di circostanze. Negli ultimi decenni del secolo scorso non c’è dubbio che le città sono state il motore della storia, ma i due centri con maggiori probabilità di diventare la metropoli più importante sembravano essere Filadelfia e Chicago. La prima era stata la culla della repubblica ed era allora la sede d’importanti istituzioni artistiche e culturali e di alcuni dei più potenti gruppi finanziari e industriali; mentre Chicago sembrava il centro meglio preparato a dominare il futuro perché era il punto di convergenza di laghi, canali e ferrovie ed il fulcro di una delle regioni più ricche di risorse naturali del mondo. New York invece era un’isola rocciosa in una zona priva di risorse particolari. Però aveva la fortuna di avere cittadini decisi a farla diventare “la città imperiale”.

Bisogna mutuare l’atteggiamento dei cittadini di New York: per il rilan-cio della città occorre realizzare la “Grande Aversa”. Esaltare la cultura ed il turismo, nonché l’artigianato ed il commercio intimamente indotti da quelli, avendone la città normanna tutte le premesse essendo intrinseche ad Aversa le caratteristiche di: “città normanna” ( da Aversa partì la civiltà normanna che portò a Federico II detto lo Stupor Mundi), “città della musi-ca, del commercio e dell’artigianato” ( città natale di Cimarosa, Iommelli ed Andreozzi nonché “patria” della mozzarella, delle scarpe, della “polacca”, della “pietra di S. Girolamo” etc.), “città degli studi” ( sede delle facoltà di Architetura ed Ingegneria nonché di scuole secondarie di ogni tipo di “specializzazione” con una antica tradizione di studi classici ma con una presenza di indirizzi scientifici e tecnici tra i più completi in Campania). Da poco Aversa è anche “città del diritto” essendo sede del grande Tribunale di Napoli Nord.                 

Bisogna partire dalla considerazione che Aversa, sin dalla sua fondazione, viveva in sinergia con i “suoi” borghi (Tuberola, Luxanum, S. Nicola a Piro – Casaluce ecc.) essendo nata essa stessa dalla acquisizione da parte di Rainulfo Drengot del borgo Sancte Paulum at Averze.  

Come scriveva lo storico sindaco Gaetano Parente: “ Nella serie degli undici conti normanni di Aversa fu Rainulfo il fondatore della città. Ebbesi questi donato, fin dal 1022, un territorio dall’imperadore  Errico.  Fu del pari gratificato dall’imperador  Corrado  il Salico nel 1027. Alcuni altri territori (forse poderi privati) in luogo detto in Octabo o ad Septimum gli elargiva Sergio duca di Napoli, salutandolo conte di Aversa nel 1030.”

Tra Aversa, Lusciano, Trentola Ducenta, Teverola, Casaluce, Carinaro e Gricignano ecc.  non ci sono più, già da alcuni anni, soluzioni di continuità: è naturale pensare, quindi, la fondazione di una “Grande Aversa” mediante l’aggregazione dei summenzionati Comuni ottenendo una città di oltre cen-tomila abitanti e, conseguentemente, ben degna di essere protagonista, molto più  che per essere il capoluogo della non più proponibile Provincia di Aversa.

Ma “unire” per concentrare gli sforzi sui grandi temi di interesse comune, sarà solo un passo successivo. Almeno dopo che si sarà realizzata la costi-tuzione dei Quartieri che può essere utile per decentrare i problemi circo-scrivibili ad un ambito ristretto quale è una Municipalità.

Tenendo conto di alcuni fattori, quali la concentrazione della popolazione residente in alcuni ambiti, la formazione “storica” degli agglomerati urbani ecc., possiamo esprimere una vera e propria proposta di delimitazione dei confini delle Municipalità che, anche in ossequio alla “memoria storica” , comunque in sintonia col PRG del 2001 (ancora vigente ed in proroga per un ulteriore anno!), abbiamo voluto così nominare: S. Paolo-Centro Nor-manno; S. Lorenzo; Savignano; Annunziata; Cirigliano.

Le delimitazioni dovrebbero dare un dato demografico di popolazione re-sidente di circa 10.000 abitanti per ogni Municipalità.

Si avrà, così, un funzionamento della città per “mini Comuni”, assimilabili proprio ai Comuni di Lusciano, Parete, Trentola Ducenta, S. Marcellino, Frignano, Casaluce, Teverola, Carinaro, Gricignano che, quindi, potendo funzionare come Municipi della Grande Aversa, chissà, potrebbero anche aderire ad una vera e propria “fusione” senza sentirsi privati del proprio “campanile” e dei propri rappresentanti politici. Il sogno che fu realizzato a New York potrebbe rimaterializzarsi per Aversa Normanna!

Aversa, accresciuta di dimensioni ed importanza strategica, può ben esse-re considerata, allora, un nodo imprescindibile di una rete non solo nazionale ma che interessi tutta l’area del Mediterraneo secondo i migliori studi di urbanistica recente.

​Emiliano offre l’alleanza ai 5 stelle

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“I capilista bloccati sono una vergogna, vogliamo farli saltare assieme? Vogliamo scrivere assieme una legge sul reddito di cittadinanza? Possiamo abbattere privilegi e vitalizi, possiamo mettere ordine nei rapporti tra politici e lobbisti…”. Così, in un colloquio con il Corriere della Sera, il candidato alla segreteria Pd Michele Emiliano, che si dice pronto a “dialogare con Grillo su progetti precisi per evitare le larghe intese, che hanno fatto disciogliere il Pd e Forza Italia”.
“Se ci alleiamo con Berlusconi il Pd scenderà sotto il 10 per cento e non ci voteranno più nemmeno le nostre famiglie”, rimarca. Un’alleanza di governo con l’M5S? “Io non penso a coalizioni o intese di sistema – osserva -. Di questi tempi esistono solo alleanze di programma, con temi condivisi su cui si può lavorare di concerto. È il metodo giusto, lo stesso che ho applicato in Puglia dove la commissione Antimafia è presieduta da una consigliera pentastellata”. L’intenzione di Bersani di ‘ricondurre i pentastellati nella normale dialettica democratica’ lo fa sorridere: “Forse Pier Luigi si porta dietro dal 2013 il trauma dei Cinquestelle. Ma io no, ne sono del tutto immune”. “Loro ci sono già, nella normale dialettica democratica… Sono cittadini come me. Il Pd la smetta di dare a loro la colpa di tutto. Se oggi non ci fossero i Cinque Stelle questo Paese sarebbe in una crisi senza speranza”.

16 ANNI DI GALERA PER STRAGE? MATTARELLA LO PREMIA AL QUIRINALE CON TUTTI GLI ONORI! SIAMO SEMPRE PIU’ LA REPUBBLICA DELLE BANANE

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sabato 25 marzo 2017

Dalla pagina Facebook del deputato 5 stelle Scibona:

Martedì scorso, 20 settembre, al Quirinale con la presenza del Presidente della Repubblica, si è tenuta la Cerimonia di consegna del premio nazionale per l’innovazione “Premio dei Premi” e tra gli invitati, in prima fila, ecco apparire il Cavalier Moretti.

Mauro Moretti immaginiamo sia stato lì a rappresentare e ritirare il premio per Finmeccanica, ma è singolare che mentre l’Ing. Moretti era al Quirinale, tra le massime autorità dello Stato, un Pubblico Ministero ne chiedeva la condanna a 16 anni di carcere per la strage di Viareggio.

Questo ennesimo schiaffo della Presidenza della Repubblica alle vittime della Strage (ormai anche per i giudici deve essere considerata STRAGE) si somma al conferimento a Moretti del titolo di Cavaliere (ad opera dell’ex Presidente Napolitano) ed al salto di qualità carrieristico promosso dal Governo (da A.D. di Ferrovie dello Stato a Finmeccanica).

Come possono le istituzioni essere dalla parte dei cittadini? Come si fa a non parlare di casta che si “copre” e autotutela sulla pelle e sulle morti di semplici cittadini italiani?

Il Presidente della Repubblica ha il dovere costituzionale di stare dalla parte dei cittadini, tanto più di stare vicino a quelli che subiscono sconvolgenti tragedie. Invece qui, si preferisce stare vicino a chi rischia 16 anni di carcere per aver probabilmente contribuito alla morte di 32 persone!

Se poi consideriamo che il Presidente della Repubblica è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura non possiamo che provare solo vergogna e indignazione per quella presenza inopportuna in quella che doveva essere la “Casa di tutti gli Italiani”.

DI BATTISTA E ANGELA MERKEL. E’ scoppiato il finimondo. Ecco che è successo:

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sabato 25 marzo 2017

I CRIMINALI IN GIACCA E CRAVATTA! Così, Di Battista su Facebook.
Una delle più grandi balle che si ascoltano oggi è quella secondo cui i cittadini greci stiano vivendo al di sopra delle loro possibilità. Con baby pensioni e con uno stato sociale che altri paesi non si possono permettere. Menzogne! Nessun paese (fuorché l’Italia renziana) ha portato avanti riforme folli e contro l’interesse generale come la Grecia. La Grecia è stata trasformata in un topo da laboratorio sul quale fare ogni tipo di esperimento. Macelleria sociale e il tutto non per riavviare l’economia (i tassi di disoccupazione attuali dimostrano il totale fallimento delle politiche di austerità) ma per salvare le banche private con i soldi nostri. Ed è avvenuto questo. Grecia in crisi, milioni di poveri. Richiesta di aiuto. Arrivano i soldi da parte dei paesi dell’UE (l’Italia ci ha messo 40 miliardi, il costo di quasi 3 redditi di cittadinanza del M5S). Ma questi soldi non vanno al popolo greco in difficoltà. Vanno alle banche private esposte con Atene. “Il popolo ha pagato il salvataggio delle banche” ha scritto pochi giorni fa Papa Francesco. Le stesse banche che si erano indebitate per via di operazioni speculative. Le stesse banche che finanziano le grandi guerre (e poi noi ci becchiamo i barconi), le stesse banche che sostengono economicamente i partiti politici. Criminali in giacca e cravatta che fanno sembrare i boss di mafia capitale come dei rubagalline di periferia!

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