Cosa ha detto davvero la Cassazione su Totò Riina

Views: 1

Né che Riina vada scarcerato né che le sue condizioni siano incompatibili col carcere

cassazione-totò-riina

La Corte di Cassazione lunedì 5 giugno ha pubblicato una sentenza sulle condizioni di detenzione di Salvatore “Totò” Riina, boss mafioso che dal 1992 è stato condannato a diversi ergastoli, arrestato nel 1993 dopo una lunga latitanza e in carcere da 24 anni. Totò Riina oggi ha 86 anni ed è malato; il suo avvocato ha presentato un’istanza al tribunale di sorveglianza di Bologna (dal 2013 Riina è detenuto a Parma) in cui chiede la sospensione della pena o almeno gli arresti domiciliari. Il tribunale di Bologna non ha accolto la richiesta. La prima sezione penale della Cassazione, con la sentenza numero 27766, ha risposto invece annullando con rinvio l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna: questo non significa che per Riina sia stato deciso un differimento della pena ma che la decisione finale non è ancora stata presa.

Nel maggio del 2016 il tribunale di sorveglianza di Bologna – che decide sulle richieste di pene alternative alla detenzione in carcere presentate dai condannati – aveva escluso il differimento della pena per Totò Riina, dicendo che dalle relazioni sanitarie presentate emergevano sì le sue gravi condizioni di salute, ma non tali da rendere inefficace un intervento in ambiente carcerario. L’ordinanza diceva che il «continuo monitoraggio» di Riina aveva già portato a diversi suoi ricoveri in ospedale. Gli episodi di crisi cardiaca di Riina erano sotto controllo in carcere e «lo stato di detenzione nulla aggiungeva alla sofferenza della patologia, essendo il rischio dell’esito infausto pari e comune a quello di ogni altro cittadino, anche in stato di libertà». Infine, a sostegno del rigetto dell’istanza, i giudici di Bologna avevano presentato motivazioni che avevano a che fare con la notevole pericolosità di Riina e con le conseguenti esigenze di sicurezza e incolumità pubblica.

La Cassazione ha analizzato le motivazioni del tribunale di sorveglianza di Bologna e ha scritto che in alcuni punti sono «carenti» e «contraddittorie». Il solo fatto che il detenuto sia continuamente monitorato a causa della sua patologia cardiaca, che implica un pericolo per la sua vita, non giustifica il rifiuto del differimento della pena e non dimostra la compatibilità delle condizioni di salute di Riina con il regime carcerario: la motivazione del tribunale di sorveglianza è dunque «parziale», si dice, perché nel decidere il differimento della pena va considerato lo stato di salute generale del ricorrente. Nel caso di Riina va dunque tenuto conto della sua età, della duplice neoplasia renale di cui soffre, di una situazione neurologica compromessa, del fatto che non riesca nemmeno a mettersi seduto da solo. La Cassazione ha insomma ricordato che mantenere una persona in carcere nonostante il decadimento fisico può essere contrario al senso di umanità e dignità – prescritti dalla Costituzione senza eccezioni – e potrebbe risolversi in una detenzione inumana, vietata anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

L’ordinanza del tribunale di sorveglianza sarebbe poi contraddittoria, secondo la Cassazione, perché da una parte afferma la compatibilità dello stato di detenzione di Riina con il regime carcerario e dall’altra «evidenzia espressamente le deficienze strutturali della Casa di reclusione di Parma», dove Riina si trova, affermando che queste stesse deficienze sono però irrilevanti. C’è infine, per la Cassazione, un’ultima carenza nella decisione del tribunale di sorveglianza di Bologna: non si spiega «con motivazione adeguata» come la pericolosità di Riina e «il suo indiscusso spessore criminale», che vengono riaffermati, possano e debbano considerarsi attuali «in considerazione della sopravvenuta precarietà delle condizioni di salute e del più generale stato del decadimento dello stesso». La Cassazione conclude che le eccezionali condizioni di pericolosità di Riina debbano essere basate «su precisi argomenti di fatto rapportati all’attuale capacità del soggetto di compiere, nonostante lo stato di decozione in cui versa, azioni idonee in concreto ad interagire il pericolo di recidivanza».

La Cassazione ha dunque annullato l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna con rinvio: ha dato cioè un giudizio di legittimità sul caso e non di merito, affermando che il tribunale di Bologna dovrà verificare di nuovo, motivando adeguatamente, l’eventuale compatibilità delle condizioni generali di salute di Riina con la detenzione carceraria. E dovrà farlo tenendo conto, nei confronti di Riina, del rispetto dei criteri ribaditi dalla Suprema Corte e dei principi stabiliti dalla Costituzione.

Come usare WhatsApp come motore di ricerca

Views: 2

Con un piccolo trucco possiamo aggiungere un assistente virtuale a WhatsApp per fare ricerche su internet, conoscere le previsioni meteo e altro ancora.

Attraverso un piccolo trucco possiamo aggiungere a WhatsApp un motore di ricerca e trovare quello che ci serve direttamente all’interno dell’applicazione. Per farlo si utilizza un bot che funziona creando un contatto specifico nella propria rubrica.

I bot sono dei piccoli robot software che rispondono a determinate domande. I bot sono già utilizzati in diverse altre applicazioni di messaggistica come Messenger e Telegram. Per usarli anche in WhatsApp si utilizza una procedura che prevede l’uso della registrazione di un particolare numero di cellulare nella propria rubrica.

Per usare WhatsApp come motore di ricerca la prima cosa da fare, quindi, è andare nella rubrica dei contatti del proprio telefonino a aggiungere un nuovo contatto col numero +917397682861. Possiamo chiamare il contatto come preferiamo, ad esempio WhatsApp Bot.

A questo punto andiamo in WhatsApp e creiamo un nuovo Gruppo. Selezioniamo il contatto appena creato (nel nostro caso è WhatsApp Bot) e assegniamo un nome al gruppo (ad esempio possiamo chiamarlo Ricerca).

Ora per effettuare una ricerca non dobbiamo far altro che avviare una chat nel gruppo Ricerca e digitare un messaggio con Search seguito dal termine che vogliamo cercare su Internet. Il nostro bot effettuerà la ricerca su Bing e ci mostrerà il risultato.

Il primo risultato è preso da Wikipedia, poi ci vengono forniti altri quattro risultati. Sarà sufficiente digitare il numero corrispondente a quello che vogliamo visualizzare.

Questo simpatico bot offre la possibilità di fare ricerche sul web direttamente in WhatsApp. I risultati però sono in inglese e quindi occorre masticare un po’ la lingua. Il bot fornisce anche altre funzioni come la possibilità di iscriversi alle news. Trattandosi di un servizio offerto dal sito indiano duta.in le notizie non riguarderanno purtroppo il nostro Paese.

Il nostro bot, però, può essere utilizzato anche per altre richieste. Possiamo avere notizie meteo su una città digitando Weather seguito dal nome della città. Possiamo conoscere il cambio euro dollaro digitando finance EUR to USD. Possiamo anche effettuare operazioni aritmetiche utilizzando il comando calc seguito dall’operazione da eseguire (ad esempio calc 12578/43).

Arrivano lettere del fisco per il nero: come comportarsi

Views: 1

L’Agenzia delle Entrate spedisce le lettere per la compliance: non si tratta ancora di avvisi di accertamento, ma è necessario sapersi difendere.

L’Agenzia delle Entrate sta spedendo, ai contribuenti italiani, ben 100mila lettere per comunicare di aver rilevato redditi non dichiarati, in tutto o in parte, nel 2014. La comunicazione non è ancora un avviso di accertamento, ma un invito a regolarizzarsi, alla luce della nuova strategia di compliance, ossia di collaborazione, che ha sposato il fisco negli ultimi anni. Ma come ci si deve comportare e come ci si può difendere?

Se hai qualche scheletro nell’armadio delle dichiarazioni dei redditi – leggasi: redditi non dichiarati in tutto o in parte – è probabile che in questi giorni riceverai una delle centomila lettere che l’Agenzia delle Entrate sta spedendo per l’accertamento delle tasse evase negli scorsi anni. Ad essere interessati sono, in particolare, quei cittadini che, secondo i dati in possesso del Fisco, non hanno dichiarato nel 2014 redditi percepiti durante il 2013.

Le lettere vengono spedite con posta ordinaria o, in caso di società, ditte individuali, autonomi e professionisti, con la posta certificata (Pec). E (per la prima volta) tra i destinatari ci sono anche gli autonomi.

Non si tratta – come anticipato – di un avviso di accertamento (ragion per cui non c’è bisogno della raccomandata), ma di semplici comunicazioni con cui l’Agenzia avvisa che, dall’incrocio delle informazioni presenti nelle proprie banche dati, risultano delle somme non dichiarate, in tutto o in parte. I destinatari delle lettere, tra cui per la prima volta figurano anche titolari di reddito di lavoro autonomo, potranno quindi giustificare l’anomalia o presentare una dichiarazione integrativa e mettersi in regola beneficiando delle sanzioni ridotte previste dal ravvedimento operoso.

Viene quindi promosso un dialogo preventivo, con l’obiettivo di evitare che un errore o una dimenticanza possano trasformarsi, senza che il contribuente ne abbia consapevolezza, in un avviso di accertamento vero e proprio, che comporta il pagamento di sanzioni e interessi in misura piena. Una delle novità su questo fronte è che i destinatari di tali lettere potranno trovare nel proprio cassetto fiscale la dichiarazione 2014, pronta da integrare sulla base di un prospetto precompilato (disponibile solo per alcuni tipi di reddito) o del prospetto di dettaglio. Si potrà così fare le correzioni in modalità assistita, inviare l’integrativa e stampare l’F24 per versare gli importi dovuti.

La nuova strategia del fisco, detta compliance, consiste proprio in questo: l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione del contribuente le informazioni in suo possesso, dando così al cittadino l’opportunità di correggere spontaneamente eventuali errori od omissioni, anche dopo la presentazione della dichiarazione.

In quest’ottica, superando il tradizionale rapporto tra fisco e contribuenti, si favorisce l’adempimento spontaneo in relazione agli obblighi dichiarativi. Il contribuente, quindi, può regolarizzare la propria posizione mediante la presentazione di una dichiarazione integrativa, il versamento delle maggiori imposte, degli interessi e delle sanzioni ridotte.

Quali sono i redditi accertati? Le anomalie riscontrate dall’Agenzia delle Entrate, per le quali sono in arrivo le lettere di compliace, attengono a:

  • redditi dei fabbricati, derivanti dalla locazione di immobili, imponibili a tassazione ordinaria o soggetti a cedolare secca;
  • redditi di lavoro dipendente e assimilati, compresi gli assegni periodici corrisposti dal coniuge o ex coniuge;
  • redditi prodotti in forma associata derivanti dalla partecipazione in società di persone o in associazioni tra artisti e professionisti e redditi derivanti dalla partecipazione in società a responsabilità limitata in trasparenza;
  • redditi di capitale derivanti dalla partecipazione qualificata in società di capitali;
  • redditi derivanti da lavoro autonomo abituale e professionale;
  • alcuni tipi di redditi diversi e redditi derivanti da lavoro autonomo abituale e non professionale;
  • redditi d’impresa con riferimento alle rate annuali delle plusvalenze/sopravvenienze attive.

Cosa fare? I cittadini che ricevono una di queste comunicazioni possono chiedere chiarimenti rivolgendosi a uno dei Centri di assistenza multicanale (Cam) dell’Agenzia, che rispondono ai numeri 848.800.444 da telefono fisso e 06.96668907 da cellulare (costo in base al piano tariffario applicato dal gestore), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, selezionando l’opzione “servizi con operatore – comunicazione direzione centrale accertamento”. In alternativa, è possibile rivolgersi alla Direzione Provinciale di competenza o ancora a uno degli uffici territoriali della Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate.

Prospetto precompilato e integrativa assistita. I contribuenti che ricevono una di queste comunicazioni troveranno indicati, in un dettagliato prospetto informativo, tutti gli elementi che hanno originato l’anomalia segnalata, ma un numero considerevole di contribuenti sarà indirizzato ad accedere a Fisconline per correggere la dichiarazione, direttamente online e in maniera assistita. Per la prima volta, infatti, nel cassetto fiscale sarà disponibile il link “scarica dichiarazione da integrare”, tramite il quale sarà possibile ottenere il file contenente la dichiarazione originaria presentata per il 2013. New entry nell’ottica di agevolare i cittadini anche il collegamento diretto “scarica il software di compilazione”, tramite cui i contribuenti potranno installare automaticamente il pacchetto UnicoOnLine necessario per richiamare la dichiarazione relativa al periodo d’imposta 2013, importandola con l’apposita funzionalità, e integrare la dichiarazione, sulla base dei dati forniti con il prospetto di dettaglio. Per rendere il tutto ancora più semplice, nei casi in cui l’anomalia riscontrata riguarda redditi di lavoro dipendente e assegni periodici (quadro RC), redditi di partecipazione (se non è stato compilato il quadro RH) e altri redditi (se nel quadro RL del modello Unico Persone fisiche o nel quadro D del modello 730 non sono stati dichiarati redditi di capitale), verrà fornito anche il prospetto precompilato del quadro da rettificare o integrare. Una volta predisposta l’integrativa, il contribuente non dovrà far altro che inviarla e stampare l’F24 per il pagamento degli importi dovuti.

la lista codici raccomandata

Views: 0

 

Ecco i codici e le rispettive identificazioni:

  • Raccomandata codice 12,13,14, 15: generalmente individuano una raccomandata semplice, dunque non si tratta di multe o cartelle esattoriali;
  • Raccomandata codice 76, 77, 78, 79: indicano quasi sicuramente una multa o un atto giudiziario (dunque  anche eventualmente un provvedimento notificato da un Tribunale, una citazione, un giudizio), ma potrebbe indicare anche un accertamento dell’agenzia delle entrate (in base a quanto hanno segnalato i nostri utenti);
  • Raccomandata codice 608, 609: solitamente si tratta di comunicazioni che un Ente pubblico fa per dare avviso di aver tentato la notifica di un proprio atto;
  • Raccomandata codici 612, 614: generalmente si tratta di raccomandate di comunicazione provenienti da banche, o da altro istituto di credito (questo include naturalmente le stesse Poste Italiane quando appunto operano da istituti di credito), ma potrebbero essere anche provenienti dal’agenzia delle entrate; 
  • Raccomandata codice 613: si tratta di comunicazioni dell’agenzia delle entrate, generalmente riguardanti multe non pagate, si consulti il prossimo paragrafo per i dettagli aggiornati;
  • Raccomandata codice 615: si tratta di comunicazioni dell’agenzia delle entrate, i nostri utenti ci hanno segnalato che si tratta di un avviso dell’Agenzia delle entrate, generalmente si tratta di una notifica di multe o imposte non pagate;
  • Raccomandata codice 616: si può ricondurre alla casistica del codice 615, di fatto i nostri utenti ci hanno segnalato come accennato che si trattava di un avviso di ricevimento relativo al mancato pagamento del bollo auto.
  • Raccomandata codice 649, 669: si tratta generalmente di trasmissioni carte e bancomat da parte delle banche, di comunicazione da parte di altre aziende (ad esempio si è verificato in alcuni casi che si trattasse di richiami per l’auto da parte della casa madre);
  • Raccomandata codice 670: questo codice indica con certezza una cartella Equitalia; ma si tenga presente che è anche capitato che le cartelle arrivino con codice 689, ovvero un codice generale delle Poste che potrebbe nascondere qualsiasi altro atto, compresa una cartella esattoriale;
  • Raccomandata codice 650: questo è il codice che identifica le comunicazioni o gli atti provenienti dall’INPS.
  • Raccomandata codice 689: si tratta generalmente di una busta non marcata di Poste Italiane, al cui interno potreste trovare delle cattive sorprese, un’utente ha trovato una cartella Equitalia;

JUVENTUS KO, ESULTANO ANCHE L’INTER, REINA E NAINGGOLAN: “IN GITA A CARDIFF”

Views: 1

Sui social gli anti-juventini fanno festa. L’Inter, Reina, Juan Jesus, Nainggolan e Pinamonti esultano: “La Champions non è per tutti”.

Mezza Italia tifava Juventus, buona parte dei tifosi rivali, più che tifare il Real Madrid, tifava contro la Juventus. Bianconeri sconfitti in finale di Champions League 2017, un 4-1 pesantissimo che ha spezzato il sogno di Madama di ottenere il Triplete, proprio come nel 2015. Maledizione finali per il club piemontese, che ha di fatto perso le ultime quattro giocate.

Durante la gara di Cardiff e dopo il triplice fischio finale sui social sono spuntati anche i complimenti al Real Madrid da parte degli storici ‘nemici’ della Juventus. “I nostri complimenti al Real Madrid per la sua dodicesima Champions League, unico club a vincerla due volte consecutivamente” ha scritto l’Inter su Twitter, mandando in visibilio tutti i tifosi dell’Inter, unica squadra italiana a vincere il Triplete, nell’ormai lontano 2010.

“Complimenti Real Madrid per la vittoria della Champions League, bellissima serata per i miei compagni della nazionale. E non solo…” ha invece evidenziato Pepe Reina, anche qui provocando le risate dei tifosi del Napoli.

“Nessuno come noi. Scusate ma non è per tutti”, il pensiero del giovane attaccante interista Pinamonti, che su Instagram ha allegato la foto di Javier Zanetti, intento a sollevare al cielo la Champions League 2010.

Oltre a Inter e Napoli non potevano mancare anche i rappresentanti della terza grande rivale della Juventus, ovvero la Roma: “E anche quest’anno tripletta anno prossimo“, le parole di Juan Jesus, che ha ripreso lo storico sfottò dei tifosi bianconeri (‘e anche quest’anno lo Scudetto il prossimo anno’) a quelli avversari.

Radja Nainggolan ha partecipato a modo suo al post-partita di Cardiff. Dal ritiro della Nazionale, il belga ha colto l’occasione per l’ennesima provocazione sulla Juventus attraverso Instagram: “Che bella serata. C’è chi sta in ritiro, chi in vacanza e chi in gita a Cardiff. Ho fatto questa diretta per rispondere a qualcuno che mi aveva insultato e aveva parlato prima, cosa che non si fa. Ho fatto questo video per gli juventini, ma mi sa che la connessione gli costa troppo. Hanno speso tutto per la partita. Tre giorni fa facevate gli splendidi, oggi che mi dite?”.

Cardito-Cardiff: lo sfottò dei tifosi della Juventus ai napoletani

Views: 1

Cardito-Cardiff: lo sfottò dei tifosi
della Juventus ai napoletani

 

Due cartelli, che indicano direzioni opposte. Da un lato direzione Cardito, con lo stemma del Napoli. Dall’altro Cardiff, con lo stemma della Juve. E’ lo sfottò social dei tifosi bianconeri nei confronti di quelli azzurri che sta impazzando da alcuni giorni in vista della finale di Champions. Le scintille – almeno sul web – tra le due tifoserie sono alle stelle.

RIDE BENE CHI RIDE ULTIMO …… REAL 4 JUVE 1  invece del triplete hanno fatto poker

QUESTA NOTIZIA DEVE FARE IL BOTTO: ECCO COSA HANNO SCOPERTO SUL FRATELLO DI ALFANO!

Views: 1

lunedì 29 maggio 2017

Della carriera lampo del fratello di Alfano alle Poste ne avevamo parlato in un altro articolo: 200mila euro all’anno senza mai firmare un documento.
Niente male, soprattutto se hai conseguito una laurea triennale in Economia a 34 anni.
Ma c’è di peggio, tant’è che la Finanza ha voluto vederci chiaro: Alessandro Alfano risulta il più pagato e quello che lavora di meno; il più giovane ed il meno qualificato.
Ne parla Giuseppe Scarpa su Repubblica:
“L’ascesa da supermanager in Poste di Alessandro Alfano – laurea triennale in economia conseguita a 34 anni – è tutta una contraddizione. Ne sono certi anche i finanzieri del gruppo valutario che nei giorni scorsi hanno depositato alla Corte dei Conti (il pm è Massimo Perin) l’informativa finale sul caso dell’assunzione di “Alfano jr”, 41 anni, fratello dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano. Alfano jr è il più pagato tra i dirigenti del suo stesso livello. In media percepisce il doppio dei suoi colleghi. Quando è stato assunto in Postecom, nel 2013, ha firmato un contratto da 160 mila euro lordi. All’epoca i due suoi omologhi, più anziani, con più esperienza e curriculum – una sua collega ha una laurea in architettura al Politecnico di Milano col massimo dei voti – percepivano 90 e 80 mila euro lordi l’anno”.
Il problema, però, prosegue Scarpa, è che l’ascesa dello stipendio del fratello di Alfano non si è bloccata qui, nonostante non si sia distinto per essere uno stacanovista:
“Alessandro nel giro di 4 anni, passando da Poste Tributi è approdato nel 2016 direttamente in Poste. Ad ogni passaggio lo stipendio è lievitato fino a toccare quota 200mila euro lordi. Anche in questo caso i suoi sette colleghi, tutti più anziani con qualifiche da ingegneri, dottori in legge e con più anni di esperienza guadagno meno del fratello del ministro. Qui la forbice va da un minimo di 81 mila euro lordi per il più giovane, classe ‘71 laurea in ingegneria civile conseguita a 28 anni, a un massimo di 120 mila euro lordi l’anno per un altro dirigente sempre ingegnere di 55 anni”.
E poi c’è un’altra anomalia, conclude Scarpa:
“Alessandro quando era maxi dirigente in Postecom aveva sotto di lui un unico dipendente. Impiegati che poi sono aumentati nel tempo, fino ad arrivare ai 39 che adesso il fratello del ministro dirige in Poste”.
Tutti aspetti su cui la Finanza farà chiarezza.

Fonte: https://www.silenziefalsita.it/2017/02/25/fratello-di-alfano-guadagna-il-doppio/

ITALIANI, CONDIVIDETE TUTTI QUESTA NOTIZIA: E’ UNA VERGOGNA SENZA PRECEDENTI! Fatta la legge trovato l’inganno.

Views: 3

domenica 28 maggio 2017


La Commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato il disegno di legge che modifica le norme sui vitalizi parlamentari e applicherebbe il sistema contributivo sia ai vitalizi futuri sia a quelli già esistenti.
Il prossimo 31 maggio si voterà sul ddl, che poi passerà al Senato e, se approvato, diventerà legge entro la fine della legislatura.
I media hanno dato grande spazio alla notizia, perché il testo ricalca la proposta di Richetti del Pd, ma hanno dimenticato un particolare importante: la reversibilità aumenta di un quinto se i beneficiari non hanno altri redditi, come spiega Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano:
“Dall’Inps assicurano che in Italia non c’è categoria che goda di una norma tanto favorevole da aumentare di colpo la pensione di reversibilità del 20%. Non i 21 milioni di dipendenti pubblici e privati cui ogni anno eroga le pensioni, che al massimo possono contare sulle rivalutazioni Istat dello zero virgola o di vedersi alzare l’importo, se inferiore, ai 501 euro di pensione sociale. Il problema comune a tutti gli italiani non riguarderà invece mogli e figli di 2.470 ex onorevoli e 1.650 ex consigli regionali che al momento di incassare la reversibilità potranno contare su un assegno aumentato automaticamente di un quinto. A prescindere dall’importo. Ed ecco rispuntare il privilegio, per di più nella legge nata per abolire il più avversato di tutti: il ricco vitalizio che a ancora oggi consente agli ex parlamentari di incassare anche 5-6mila euro al mese a fronte di qualche legislatura in Parlamento”.
All’ultimo è infatti passato n emendamento a firma di Daniela Gasparini, deputata Pd:
“La pillola, contro la quale già si annunciano ricorsi (per i famosi “diritti acquisiti”), è un po’ meno amara del previsto: all’ultimo passa un emendamento che accorda un beneficio ben poco perequativo nella corsa a omologare il trattamento degli ex onorevoli e consiglieri a quello dei lavoratori dipendenti. Riguarda la “Rideterminazione degli assegni vitalizi” (art.13), lo firma la deputata Pd Daniela Gasparini e recita così: “In assenza di altri redditi di cui all’articolo 6, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, per i soli trattamenti in essere alla data di entrata in vigore della presente legge, la misura della pensione di cui all’articolo 11 è aumentata del 20 per cento”.
In soldoni significa che in caso il congiunto beneficiario della reversibilità non abbia “redditi da lavoro dipendente/autonomo e d’impresa, rendite fondiarie e redditi da capitale” percepirà il 60% dell’importo come gli altri italiani, ma aumentato di un quinto. Automaticamente, senza soglia massima ne criteri patrimoniali. E pace se in quelle stesse famiglie, a differenza di altre, per anni si è materializzato uno stipendio parlamentare da 10mila euro al mese”.

Fonte: https://www.silenziefalsita.it/2017/05/28/vitalizi-reversibilita/

Facebook2k
585
X (Twitter)5k
Visit Us
Follow Me