Abbiamo monitorato per 7 giorni le navi delle Ong. E i risultati sono sconcertanti

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Roma, 4 mag – Dopo l’esplosione delle polemiche nate in seguito alle dichiarazioni del Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sulle possibili connivenze fra alcune Ong (Organizzazioni Non Governative) con gli scafisti che dalla Libia fanno partire i barconi, siamo andati a monitorare la situazione davanti le coste libiche tramite il sito web specializzato “Marinetraffic” (ma ce ne sono molti altri). Sia chiaro, non ci stiamo improvvisando: nella prassi di ogni analista che indaghi su un qualsiasi evento in cielo, in mare o in terra c’è per prima cosa il “dove e quando” e quindi posizione geografica, ora, fusi orari, etc. Nel caso Marò si trattava di controllare a oltre un anno di distanza dai fatti le “quattro navi in zona” e lo si fece utilizzando la rete internazionale AIS (Automatic Identification System) che è aperto a tutti tramite siti web specializzati dai quali si può sapere sia la posizione di ogni nave in tempo reale sia i dati storici. Ne venne fuori che una delle quattro navi, la petroliera greca Olympic Flair, aveva spento il sistema AIS (che è un sistema di sicurezza obbligatorio) per una settimana a cavallo del 15 febbraio 2012 quando accadde la vicenda dei due Marò italiani. Ne venne fuori che la Olympic Flair nello stesso giorno, nelle stesse ore, nella stessa zona, aveva subito un attacco di due navi pirata mentre era attraccata al terminale petrolifero proprio davanti al porto indiano di Kochi, e poi se la era filata. Insomma, lo abbiamo già fatto.

Le navi delle ONG entrate nel mirino del Procuratore di Catania Zuccaro, di cui ieri si è saputo essere oggetto di una vera e propria indagine della Procura di Trapani per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono:

Sea Watch di SeaWatch.org che batte bandiera olandese e porta fino a 350 persone; Aquarius di Sos Mediterraneo/Medici senza frontiere di Gibilterra con una capienza di 500 persone; Sea Eye di Sea Watch.org dall’Olanda, fino a 200 persone; Iuventa di Jugendrettet.org bandiera olandese con 100 persone; Minden di Lifeboat Project tedesca per 150; Golfo Azzurro di Open Arms da Panama che porta fino a 500 persone; Phoenix di Moas con bandiera del Belize che ne imbarca 400; Vos Prudence di Medici senza frontiere con bandiera italiana che è la più grande visto che ha 1.000 posti. A cui dobbiamo aggiungere per la nostra analisi la Vos Hestia di Save the Children con bandiera italiana che abbiamo visto davanti le coste libiche nel periodo in esame. Sul sito web www.marinetraffic.com si possono facilmente trarre schede e immagini per le navi citate, controllare in tempo reale la situazione davanti alle coste libiche da dove si “lanciano” i gommoni, e pagando un abbonamento avere i dati storici attraverso i quali controllare per ogni singola nave quello che stiamo scrivendo.

Il giorno 29 aprile 2017 davanti alla “costa dei gommoni” risultano due navi, una sconosciuta (sistema AIS spento ma ricevuta dal satellite, sappiamo che c’è ma non sappiamo chi è), e la nave Sea Eye che risulta aver spento lo AIS il giorno prima 28 aprile alle ore 19:00 UTC (ora di greenwich)

Ong Sea Eye
Ma già il giorno successivo 30 aprile la situazione è completamente cambiata: sono presenti 10 navi ONG di cui 5 si fanno identificare tenendo lo AIS acceso e cinque mandano solo il segnale al satellite (ci possono essere navi che hanno spento anche il segnale per il satellite delle quali non sappiamo niente).
Ong Sirte Libia

Le navi che si lasciano identificare sono:

– Aquarius (Giblterra)

 Ong Aquarius

– Iuventa (Olanda) –

Ong Iuventa

Phoenix (Belize) –

 Ong Phoenix Belize

– Vos Prudence (Italia) 

Ong Vos Prudence

– Vos Hestia (Italia)

Ong Vos Hestia

Le 5 navi che emettono solo il segnale satellitare evitano l’identificazione da “noi” cittadini, media perché in realtà il sistema satellitare fa capo al LRIT di Lisbona, che è un sistema internazionale di monitoraggio a cui possono accedere solo “Enti Istituzionali” (civili o militari o giudiziari non importa, ma “statali”. Ci abbiamo provato sulla vicenda Marò ricevendo un diniego). Ma attenzione: lo AIS trasmette una serie di dati (posizione, velocità, direzione, come, bandiera etc) in funzione della sicurezza della navigazione. Il LRIT trasmette al satellite solo posizione, data, ora e nominativo. Quindi non si potrà sostenere che a fronte dell’emissione del segnale satellitare si stavano comunque rispettando le norme di sicurezza. La “radunata” in attesa dei migranti è ancora in atto mentre scriviamo (4 maggio ore 15:15), con Vos Hestia, Iuventa, Sea Watch2, Aquarius, Phoenix, + 4 non identificabili.

Invece la Sea Eye che aveva spento l’AIS già il giorno 28 aprile alle 19:00 UTC la ritroviamo che lo riaccende il 4 maggio alle ore 04:45 dopo aver lasciato le coste libiche ed ora è a Malta. Quindi in questa breve analisi su sette giorni abbiamo avuto conferma che fra le navi ONG alcune non sono proprio di comportamento trasparente, che vanno a stazionare davanti le coste libiche in attesa delle persone da salvare (quanto costa al giorno una flotta in mare di 10 navi?), che gli scafisti in Libia sanno esattamente che ci sono, dove sono e chi sono (usando lo stesso sistema che abbiamo usato noi). Ma senza poter sapere se ci sono “telefonate” in corso (è ininfluente, non serve), o passaggi di quattrini (lo potranno forse sapere solo i magistrati). Però oggettivamente presentarsi a portata di gommone significa dire “io sono qui”, non serve proprio telefonare per avvertire.

Perchè in Italia?

Per tentare di capire i meccanismi dobbiamo rifarci alle dichiarazioni in commissione Senato da Guardia Costiera e Marina Militare, la prima in ordine ai “naufraghi”, la seconda in merito alle “intercettazioni”. La Guardia Costiera dice che al tempo di Mare Nostrum dalla centrale operativa davano ordine ai pescherecci italiani in zona, di recarsi a soccorrere i “naufraghi” quando ricevevano una richiesta di soccorso da un barcone o un gommone. E le leggi del mare obbligano il comandante in mare a “ubbidire” a un ordine che viene da una autorità militare, quale che sia. E’ chiaro che un comandante di peschereccio italiano che salva dei naufraghi per ordine di una autorità militare italiana poi porterà i naufraghi in Italia, dove questi potrebbero poi chiedere asilo politico. Ma potrebbero chiederlo anche al comandante del peschereccio.

Infatti il “Comandante in mare” civile o militare che sia, assomma le funzioni giuridiche di Ufficiale di stato civile, Ufficiale di Polizia Giudiziaria e di Notaio. Non avrebbe ovviamente il potere di concedere o rifiutare una richiesta di asilo politico ma ha il dovere di registrarla perché le sue funzioni sono svolte su un territorio dello Stato di bandiera. E’ quindi ovvio che un naufrago salvato da ad esempio una nave ONG olandese può chiedere asilo politico all’Olanda facendo richiesta al Comandante. A questo si sono levate obiezioni stravaganti, che sia impossibile “tecnicamente” fare l’operazione sulla nave, a dire che mancherebbe il tampone inchiostrato per le impronte digitali e la macchina fotografica per la fotografia, è ovvio che sulla nave ci sono timbri, inchiostro e cellulari.

Quindi il punto è quando il “naufrago” diventa “potenziale profugo” e quindi resterebbe un mistero sul perché nessuno dei naufraghi salvati da una nave olandese (o tedesca, francese etc) non faccia richiesta di asilo direttamente sulla nave, visto che poi tutti dicono di voler andare nel Nord Europa. Ma questo non vale più se la nave straniera ha soccorso i “naufraghi” ubbidendo all’ordine di una autorità militare italiana (la Guardia Costiera) o semplicemente accettandone il coordinamento per pattugliare il mare alla ricerca di naufraghi, che forse è proprio la condizione in cui operano le navi ONG. Quindi “fare chiarezza” e soprattutto far sapere ai naufraghi che possono fare comunque la richiesta di asilo politico al Comandante della nave straniera e con questo averlo richiesto alla bandiera della nave. Poi l’Italia può anche fornire assistenza medica, rifornire di acqua e viveri, addirittura mandarli in Olanda o Germania etc col treno o con l’aereo: restano sempre richiedenti asilo in un altro paese che deciderà se concederlo o meno. Insomma almeno il minimo, le navi straniere (ONG, militari, commerciali etc) salvano i naufraghi e li sbarcano in Italia, poi i rispettivi paesi mettono il filo spinati sulle Alpi.

Le “intercettazioni”

La domanda è: come mai se come sembra gli 007 tedeschi e olandesi hanno intercettato le conversazioni fra navi ONG e scafisti, gli italiani non hanno intercettato niente? La risposta logica era che avessero intercettato anche gli italiani: si tratta di comunicazioni “all’aria” e quindi chiunque abbia la capacità tecnica lo può fare. Un chiarimento è venuto appunto dall’audizione del rappresentante la Marina Militare al Senato: Guerra Elettronica. La Marina Militare copre le coste libiche e in generale il Mediterraneo centrale con un sistema da guerra elettronica, quindi con l’elemento più importante e sofisticato delle moderne tecnologie militari. I sistemi da guerra elettronica hanno alla base la capacità di captare ogni emissione elettromagnetica, la più debole e apparentemente insignificante da poi analizzare, decrittare etc. in tempi di secondi o millisecondi. Poiché nel nostro caso si tratterebbe di conversazioni telefoniche “in chiaro” sarebbe assai stravagante non riuscire a intercettare nemmeno quelle. Tanto varrebbe chiudere bottega.

Però c’è da dire che una stazione da Guerra Elettronica è integrata in un sistema complessivo della NATO, quindi tutto quello che raccoglie è automaticamente coperto dal segreto militare della NATO. Ma, come si fece per Ustica già trenta anni fa, si può chiedere al comando NATO di Bruxelles di avere i verbali di quello che è sui nastri senza dover chiedere di conoscere logica e tecnologia del sistema.

Conclusioni

Non sembra che da parte dell’Italia ci sia la volontà di limitare l’afflusso di migranti, neanche usando gli strumenti giuridici che non costano nulla e in cui dovremmo essere maestri. Obbligando le navi ONG a informare i naufraghi (in mare, fuori delle acque territoriali italiane) che possono chiedere l’asilo politico direttamente allo Stato di bandiera si otterrebbe già il risultato di “condividere” una parte di loro con altri paesi Ue. E con una decisione volontaria della persona raccolta in mare.

Luigi Di Stefano

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Gentiloni riceve Soros a Palazzo Chigi

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Nel 1992 mise in ginocchio l’Italia con un’operazione speculativa che svalutò la lira del 30 per cento.

Oggi il finanziere e filantropo americano George Soros viene ricevuto con gli onori che si riservano ad un capo di stato a Palazzo Chigi.

Nella mattinata di ieri il premier Paolo Gentiloni ha incontrato Soros nel silenzio più totale: sul sito del governo non viene menzionato l’incontro.

Subito sono scattate le polemiche. E i sospetti.

Nel bel mezzo dello scandalo delle ONG si potrebbe pensare che il miliardario americano sia venuto in Italia per sapere di più su ciò che sta accadendo nel nostro Paese. Come spiega l’Huff Post, “con la sua Soros Foundation, il magnate ungherese naturalizzato americano finanzia anche progetti di integrazione dei migranti arrivati in Europa e l’anno scorso ha collaborato con alcune ong che salvano i migranti in Grecia”.

E “Soros è stato citato anche in alcuni articoli giornalistici sulle accuse di Zuccaro ai miliardari che finanziano le ong per soccorrere i migranti. Da qui il caso, la polemica politica che si somma alla polemica in corso sulle organizzazioni non governative e i salvataggi nel Mediterraneo”.

Dal centrodestra arrivano le accuse e le richieste di chiarimenti:

Elvira Savino di Forza Italia ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare sui motivi della visita di Soros a Palazzo Chigi.

Matteo Salvini ha dichiarato che “per Soros l’Italia deve essere meticcia”.

Roberto Calderoli ha chiesto al premier di spiegare perché abbia ricevuto “il miliardario che, attraverso le sue associazioni, è sospettato di finanziare l’immigrazione di massa dai Paesi africani verso l’Europa utilizzando l’Italia come porta di accesso”.

E anche Lucio Galan di Forza Italia presenterà un’interrogazione:

“Stupisce molto leggere che il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ricevuto oggi il multimiliardario George Soros, al pari del presidente della Repubblica Federale Tedesca che sarà fra poco a Palazzo Chigi.

George Soros fu per sua stessa ammissione il protagonista delle speculazioni che nel 1992 causarono una svalutazione della lira del 30% e la dissipazione di 40mila miliardi di lire di riserve valutarie della Banca d’Italia, oggi sostiene apertamente la più ampia immigrazione verso l’Italia, propugna e finanzia le politiche LGBT e a favore della liberalizzazione delle droghe.

Sarebbe interessante sapere la ragione e il contenuto di questo colloquio, non preannunciato e non segnalato.

Presenterò una interrogazione al premier Gentiloni per chiedere i motivi della presenza dell’imprenditore Soros a Palazzo Chigi.

Evidentemente, se è stato ricevuto nella sede ufficiale del Governo, si tratta di un impegno istituzionale ed è normale che il Parlamento ne venga informato, visto il ruolo che egli ebbe nell’attacco speculativo del 1992 contro la lira, da lui giudicato ‘una legittima operazione finanziaria.”

A cosa servono i migranti? Diego Fusaro lo rivela in diretta a Matrix

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Che cos’è l’immigrazione di massa a cui stiamo assistendo e a cosa servono i migranti?

Si tratta di problemi che non vengono mai affrontati dalle classi dirigenti europee, sia a parole che nei fatti. A queste domande ha risposto il filosofo Diego Fusaro nel corso del programma Matrix. Di seguito le sue parole:

In primo luogo [l’immigrazione, ndr] giova al potere e ai signori della mondializzazioni capitalistica perché garantisce un abbassamento dei costi della manodopera. Se l’immigrato fa 5 euro all’ora ciò che l’italiano fa a 10, è evidente che poi costringerà anche l’italiano a fare a 5 quello che prima faceva a 10. Marx direbbe ‘l’esercito industriale di riserva nelle mani del capitalismo nella lotta di classe.

https://www.facebook.com/plugins/video.php?href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fsilenziefalsita%2Fvideos%2F1362183703814794%2F&show_text=0&width=560

Secondo punto. L’immigrazione serve a fare in modo che il conflitto resti proiettato nell’orizzontalità del conflitto tra servi, tra disoccupati immigrati e disoccupati italiani, e non salga mai verso l’alto, cioè verso i signori del mondialismo e della finanza.

Terzo punto. La migrazione come deportazione di massa oggi in atto serve esattamente a imporre un nuovo profilo antropologico, quello del dis-occupato. I migranti, proprio come i nostri giovani sono precari, non occupano un posto fisso, sono costretti a essere delocalizzati, spostati secondo i flussi del capitale e dei suoi movimenti sradicanti. Ecco in quale senso possiamo dire che oggi l’immigrazione di massa è una deportazione di massa. E lasciatemi dire: il nemico non è il migrante, che anzi è un nostro amico con cui dobbiamo cercare di stringere rapporti di solidarietà conflittuale contro il potere. Il nemico non è chi fugge, ma chi costringe a fuggire. Il nemico non è chi è disperato, ma chi getta nella disperazione la gente. Il nemico non è chi migra, ma chi costringe i popoli, compresi gli italiani, a migrare, seguendo le logiche sradicanti della mondializzazione”.

Non possiamo che essere d’accordo con Fusaro. È importante che gli italiani ascoltino le sue parole, perciò vi chiediamo di condividere questo articolo per farlo leggere ai vostri amici, parenti e conoscenti.

URAGANO CELENTANO! FA A PEZZI RENZI: “E’ un dittatore democratico incapace di fare veri decreti hard rock”

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giovedì 4 maggio 2017

Il cantautore commenta la petizione del Fatto Quotidiano contro i presunti nemici della Costituzione, tra la legge “truffa” sulle grandi navi a Venezia e regolamenti televisivi mancati. In oltre 260mila hanno firmato l’appello del Fatto Quotidiano sui “Ladri di democrazia”, tra cui i più noti costituzionalisti, artisti e intellettuali italiani

Da quando il Fatto Quotidiano ha lanciato il suo appello contro i presunti nemici della Costituzione, anche a me è stata chiesta un’opinione. Un semplice sms firmato Marco Travaglio: “Te la senti di scrivere un tuo pensiero sui gravi pericoli che corre la Costituzione?”. “Certo che me la sento”. Ma poi ho pensato: “Però come faccio a capire chi ha ragione? Qui sbagliano tutti, figuriamoci io che sono il Re degli ignoranti”. “Se tu sei un Re – dice Travaglio – vuol dire che hai un popolo che ti segue”. “E con questo?”. “Che ti piaccia o no – assicura Travaglio – anche un Re ha degli obblighi, se non altro quello di non tenere il suo popolo all’oscuro di ciò che pensa il Re”. “Ma allora non capisci – per un attimo ho avuto il dubbio che anche Travaglio fosse un mio seguace – la politica è fatta di persone colte che hanno studiato, il mio invece non è che un popolo di ignoranti”. “Un popolo che però ti segue”, incalza Travaglio. “Sì, ma di ignoranti. Che influenza potrà mai avere sugli studiosi?”. “Non è detto – insiste Travaglio – dipende da quanti sono quelli che ti seguono”. “Ah, se è per questo tutta l’Italia e non solo…”. “E allora, di cosa ti preoccupi?”. “Ok, non mi hai convinto, ma cercherò di capire anche il punto di vista dei politiciche sbagliano”.
La democrazia e l’alternativa renziana – Tanto per cominciare, diciamo subito che, se è in atto un cambiamento, il merito va a un uomo solo: Grillo. Senza di lui rischiavamo altri 50 anni di macerie come quelle create dall’ipnotica cultura della Democrazia Cristiana, dei socialisti, fascisti e comunisti, senza contare poi l’indotto distruttivo che da questi ne deriverebbe a causa della loro tragica malformazione mentale e che purtroppo, dico purtroppo, investirebbe il povero italiano che, assorbendone tutti i difetti, precipiterebbe a loro “immagine e somiglianza”. Un’impresa, quella di Grillo, che tuttavia non manca di qualche errore. Si dice che sbagliando si impara e qualcuno del suo movimento sta quasi esagerando nell’imparare. Il primo fra tutti, Luigi Di Maio. Un ragazzo in gamba dallo sguardo fermo e rassicurante, e altri che sono stati espulsi perché avevano una loro opinione. Ma a Grillo non bastava. Sentiva che gli mancava qualcosa e così ha pensato bene di generare lui stesso il suo antagonista. E gli è venuto mica male, devo dire, tutt’altro che “ebetino”. In quattro e quattr’otto ha fatto un clamoroso sgambetto a Letta ed è subito diventato Presidente del Consiglio. È innegabile che Renzi ci sappia fare. È giovane, veloce, coraggioso e anche simpatico. Ma Grillo ancora non è contento. Forse se lo immaginava diverso e qualcuno già dice che si sia pentito di averlo concepito in quel modo. Dal suo blog infatti lo accusa di golpe alla democrazia. Un’accusa che gli fanno in parecchi e, anche se meno esplicita, persino alcuni del suo partito.

Pare che il motivo stia nella velocità con la quale il Presidente del Consiglio vuole riformare il Senato in modo diverso a com’era prima del suo arrivo: oltre a volerlo snellire nel numero dei senatori (da 350 a 100) e nei costi, la cosa che più infastidisce i dissidenti (e fra questi ci sono fior di professori come Rodotà, lo storico dell’arte Salvatore Settis, Zagrebelsky e molti altri) sta nel fatto che i rimanenti 100 senatori prenderanno un compenso ridotto, ma non saranno eletti dal popolo. Le loro poltrone saranno strettamente raccomandate dalle Regioni e dai Comuni. Due enti, che dalla fine della guerra in poi, si sono dimostrati tra i principali responsabili del disastro italiano. Per cui verrebbe a mancare la leggendaria sovranità del popolo. Dopo di che non è difficile immaginare la domanda che gli italiani, compreso il sottoscritto, potrebbero farsi: “Cosa ha prodotto la sovranità popolare negli ultimi 50 anni”? Se diamo un’occhiata in giro, solo disastri (e la sciagurata trascuratezza degli scavi di Pompei ne è la testimone oculare): con un debito pubblico stratosferico che non si può più neanche chiamare debito, poiché la sua fisionomia più corrispondente è ormai quella del becchino. Pertanto viene logico pensare che quel tipo di democrazia così tanto ambita dai detrattori di Renzi esistesse solo nel suono delle parole. “Forse, più che una democrazia – avrà pensato Renzi – ciò che davvero serve è una “dittatura democratica”, dove l’approvazione di una legge non dovrà più sottostare all’eterno ping pong senza uscita fra le due Camere. Certo, stando così le cose, è difficile dargli torto. Ma allora dov’è lo sbaglio? In quelli che vogliono una finta democrazia dove c’è posto anche per la corruzione che avvelena il Sud con le scorie nucleari? O in quelli che vogliono una dittatura democratica dove, per paura che la sovranità popolare possa esprimersi, si tenti con ogni mezzo di allontanare l’agibilità dei referendum portandoli a 800mila firme anziché a 500mila come è stato fino ad ora? Di sicuro non è facile. Specie quando si tratta di scegliere fra due sistemi orrendi.

Quel Canale dei mostri che deturpa la Laguna – C’è un solo modo per capire quale dei due sentieri è il meno sanguinoso. Osservare, credo, con più attenzione quelli che per ora non sono che i primi passi di questo governo, al fine di intercettare qualche segnale che ci dia almeno un’idea di quale sarebbe la sua vera direzione. E uno di questi segnali si è manifestato già nei primi giorni di Ferragosto. Con un blitz a sorpresa è stata approvata la legge “truffa” sulle grandi navi a Venezia. La quale ci annuncia che il nuovo attacco alla città sarà di scavare il Contorta, un canale apposito per il passaggio dei mostri. Questo per liberare “ipocritamente” la Laguna dallo spaventoso traffico che tuttavia permarrà fino a oltre il 2016, periodo in cui agli sciacalli del mare è stato imposto un divieto che ha più della farsa tanto è spudorato: non superare le 96mila tonnellate di peso. Forse Renzi non sa che con questa legge ha inferto un colpo mortale al cuore dell’Arte in seno alla città di Venezia: culla delle arti figurative, dell’architettura e della musica. Ritenuta da tutte le nazioni una delle città più belle del mondo, patrimonio tutelato dall’Unesco, che ora minaccia di escludere la città dalla lista dei patrimoni dell’umanità. Mi domando come sarebbe apparso Renzi agli occhi del mondo se, oltre a essere giovane, svelto e simpatico, avesse fatto anche un decreto legge hard rock, che avesse vietato per sempre (senza ulteriori sprechi e scavi pericolosi) il micidiale passaggio delle grandi navi a Venezia. Sono certo che avrebbe ricevuto il plauso di tutti i giovani del mondo e non solo, difficile da credere, ma persino dal suo “acerrimo” nemico Grillo. E invece caro Matteo, credo proprio che tu abbia perso il treno della tua vita. Quel treno che, non avendo il coraggio di non far salire uomini distruttivi come il ministro Lupi e il velenoso padrone del porto Paolo Costa, rischia di andare a sbattere, sebbene tu non perda occasione per dire che a te interessa solo il bene degli italiani. Sarà anche vero e io voglio crederlo, ma forse ancora non hai capito qual è il bene degli italiani, come credo non l’abbiano capito non solo nessuno dei tuoi avversari politici, ma neanche gli italiani. Ed è questa la vera disgrazia.

Cambiamo verso alla pubblicità – E, se devo essere sincero, con tutti questi giochi di potere, di cui in prima linea è sempre il popolo a fare le spese, proprio non saprei dire quale potrebbe essere lo schema ideale per il tuo governo. Viviamo in un mondo in cui, come giustamente dice il Papa, è in atto (sia pure a piccoli sprazzi) la terza guerra mondiale. Dove, oltre alle bombe, non mancano i cretini che, per paura di essere dimenticati, sganciano frasi non meno pericolose. Dove nemici come la Rai, e altrettanto dicasi di Mediaset, bombardano di spot pubblicitari la mente dell’uomo con una frequenza devastante, dove l’inserto non è più quello dello spot pubblicitario che interrompe il film, ma al contrario è il film che interrompe la pubblicità con tanti piccoli frammenti di “Ben Hur” distribuiti nella intera serata pubblicitaria. E qui capisci che la guerra è molto più sottile e penetrante. Perché lacera i sentimenti. Quei sentimenti che, se appiattiti, riducono l’uomo ad annaspare nel buio del nulla in cerca magari di qualche guerra da combattere. Non importa quale e chi sia il nemico, purché si combatta, tanto per ammazzare il tempo, oltre che se stessi. Questo è ciò che mi pare di capire. Una prospettiva alquanto triste che il “Re degli ignoranti” altro non sa immaginare e che solo un presidente del Consiglio potrebbe cambiare.

Ma tu non te la senti, o te la senti (tanto per cominciare, per poi subito dopo affondare il dito nella piaga delle tasse ingiuste) di fare un decreto legge che impone alla Rai, a Mediaset e a tutte le stazioni televisive che l’intervallo tra un inserto pubblicitario e l’altro non debba essere inferiore ai 20 minuti? E che l’inserto pubblicitario non possa durare più di 2 minuti? No, non te la senti, perché avresti contro il mondo della pubblicità, le televisioni e i politici di tutti i partiti comincerebbero a parlarti di disoccupazione, di gente che vive sulla pubblicità, come l’Ilva di Taranto e le grandi navi, che come ha dichiarato il governatore Zaia (dall’alto della sua cattiva ignoranza) danno lavoro a tanta gente, anche se poi è a causa loro che si muore di cancro. Ma tu non te la senti vero? Perché è questo il tipo di governo che “il vento di questo tempo” impone. Le legislature, compresa la tua, dureranno sempre meno se chi ne è coinvolto non ascolterà la voce impetuosa di questo vento. Oggi, più di ieri, la gente ascolta e giudica. E anche se, come dicono tanti, l’aggettivo di “sovrano” applicato al popolo è una tragica burla, piuttosto che niente è meglio vederlo scritto a caratteri cubitali nella Costituzione, in modo che i 100 senatori rimasti prenderanno qualcosa meno, ma avranno l’onore di essere eletti direttamente dal popolo e conservare così una chiave di controllo nel caso la Camera impazzisca (cosa non difficile) e approvasse una legge ingiusta, antidemocratica e contro la libertà di pensiero.

Il sottile nemico che alberga in noi – Ho letto Eugenio Scalfari che, in un suo bellissimo editoriale su Repubblica, diceva: “Credo che la sola e vera forma che realizza la sovranità sociale sia l’oligarchia”. Che significa (lo spiego per il mio popolo): tipo di governo in cui i poteri sono concentrati nelle mani di pochi cittadini. “A patto però – diceva Scalfari – che siano democraticamente eletti dal popolo.” Quindi un’oligarchia aperta al facile e disinvolto rinnovamento sia per i molti che vi entrano che per quelli che escono. Un’idea che a mio parere si può anche condividere, ma non prima d’aver trovato il rimedio per risolvere la crisi. Che non si risolverà mai se non si ha il coraggio di fare una vera e propria “rivoluzione economica.” E qui sono d’accordo con Grillo, quando dice che se l’Europa non condivide il pagamento del nostro “debito” è meglio uscire dall’euro. Del resto, il titolo di “comunità Europea” è valido solo se gli Stati membri si aiutano l’uno con l’altro. Solidarietà indispensabile, per non dire vitale, tanto più nel caso di un ritorno alla lira, che però non avrebbe nessun effetto se nei rapporti col prossimo l’uomo non recupera, prima di ogni altra cosa, quella spiritualità che l’arido mondo del business ha perso. E per farlo è necessario che la società popolare sia investita da un senso nazionale di crisi, non per addentrarsi nei meandri di un incubo, ma al contrario per accomunarci tutti insieme lungo il sentiero della trasparenza e dell’onestà. E questa è una pulizia che deve partire dal popolo. Perché, se lo sporco è già tra le file del popolo, come non di rado accade quando magari il falegname o l’idraulico si approfitta dell’ingenuità del semplice per fargli pagare la riparazione di un tavolo o un rubinetto che perde tre volte quello che dovrebbe costare, è inevitabile poi che anche i pochi che ci governano, se prima erano puliti, piano piano ma non tanto piano addirittura ci sguazzino nello sporco, perché troverebbero nel popolo un terreno fertile.

E come giustamente ha esortato il Papa in una delle sue ultime omelie: le vie che l’uomo può percorrere non sono tre, ma due. Quella Spirituale, seminata nell’arte della natura e delle cose, e quella mondana, la cui dimensione rischia di ingigantire il sottile nemico che alberga in ognuno di noi, l’ego. Che tanti identificano come “lo sfidante”, “il falso io” che esiste solo a livello psichico ma non fisico. Da qualche parte, non so dove, devo aver letto qualcosa che diceva più o meno così: “Quando l’ego occupa lo spazio che il Creatore ha destinato alla natura, attraverso la quale vive quel principio divino da cui nasce l’unica vera essenza dell’uomo, non fa altro che sfruttare a suo vantaggio le risorse di quell’essere umano di cui l’ego si è impossessato, a tal punto che il ‘posseduto’ non ha più coscienza di sé e di cosa ci sta a fare in questo mondo. E la sua vita si trasforma in un vero inferno”.

Da Il Fatto Quotidiano

Photo by fabiolopiccolo:

Com’è strana la gente

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Ci sta una categoria di persone che io la metterei a scorze di pane secco e acqua di rubinetto arrozzenuta per un paio di mesi. Quelli che, pure che tengono un’età, so cazzi di andare al ristorante e ordinare pennette al pomodoro – no pellecchie, no basilico, no parmigiano – cotoletta, patatine fritte e una bottiglia da due litri di Coca-Cola. Quelli che non solo scartano il grasso del prosciutto, ma si applicano pure con le felle di salame milanese e a una bistecca ci fanno l’autopsia peggio di Csi che ti fanno venire talmente lo schifo da convertirti vegano seduta stante e decidere di farti le vacanze su un pizzo di montagna in Tibet perché all’intrasatto capisci che il genere umano è capace delle peggio nefandezze e ti disgusta profondamente. Sono gli stessi che si mangiano esclusivamente la parte centrale della pizza, con il coltello e la forchetta sennò si inzevano le mani e, se malauguratamente dovesse succedere, tirano fuori diciotto metri di fetosissime salviette per il culetto dei criaturi e un boccione da cinque litri di Amuchina. Sono quelli che, le mamme prima e le mogli poi, ci devono ammonnare la mela e tagliare le unghie dei piedi e che si vanno scartando gli Smarties marroni perché in capa loro non tengono i coloranti. Ma, soprattutto, sono quelli che, nel caso in cui dobbiate espiare un peccato mortale e decidete di concedergliela come penitenza, quando si spogliano piegano tutti i vestiti, tengono la maglia della salute rincalzata nelle mutande e nun se levano manco i cazettini. 

 Francesca Prisco

DATE UNA MEDAGLIA AL PM ZUCCARO! GUARDATE COSA HA FATTO. DOVETE CONDIVIDERLO TUTTI.

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giovedì 4 maggio 2017

Il re della banda dei corrotti è nudo.

Il magistrato Carmelo Zuccaro ha scoperchiato il business dell’immigrazione.

Grazie alla denuncia del pm di Catania abbiamo avuto la conferma dell’esistenza di un sistema di malaffare e del presunto coinvolgimento di alcune ONG.

Il governo si è schierato a difesa delle ONG e i criminali dell’informazione hanno cercato di occultare la vicenda con i soliti trucchetti. Questa gente ha paura che emerga la verità e se potessero insabbierebbero tutto.

Ma si sbagliano. Se provano a fermare Zuccaro dovranno fare i conti con il popolo italiano.

La prima ONG è stata indagata a Trapani e ora aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso.

Nel frattempo vorremmo sapere da Gentiloni cosa ci faceva ieri mattina a Palazzo Chigi il finanziere americano George Soros, che con la sua Soros Foundation finanzia anche progetti di integrazione dei migranti arrivati in Europa.

Aspettiamo una risposta.

Photo by fabiolopiccolo:

Droni e yacht

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Tra le altre imbarcazioni che operano nel Mediterraneo:

  • Moas, fondata nel 2013 dagli imprenditori italo-americani Christopher e Regina Catrambone. Ha sede a Malta e ha due unità: ‘Phoenix’, di bandiera del Belize e ‘Topaz Responder’ che batte bandiera delle Isole Marshall. Principali sponsor sono la Schiebel, azienda austriaca che produce i droni di cui l’organizzazione si avvale per individuare i barconi in mare.  
  • Proactiva Open Arms, spagnola, ha operato con due navi e si è occupata anche di salvare i migranti siriani che tentavano di raggiungere l’isola greca di Lesbo partendo dalla Turchia. Una unità navale batte bandiera panamense, l’altra di Malta. Ha utilizzato per diverso tempo la “Astral”, uno yacht trasformato in vascello di salvataggi, che ha spiegato Carmelo Zuccaro, risulta essere stata donata dall’imprenditore italiano Livio Lo Monaco; poi è arrivato il ben più capiente “Golfo azzurro” che può ospitare fino a 400 persone.  

Le 5 sorelle tedesche

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Tra le evidenze della prima indagine conoscitiva della Procura di Catania c’è quella che individua nella Germania il Paese europeo cui sono riferibili cinque Ong:

  • Sos Mediterranee – Può contare su “Aquarius”, che batte bandiera di Gibilterra, una nave guardapesca con a bordo anche personale di Medici senza frontiere: è stata ideata dall’ex ammiraglio della Marina tedesca Klaus Vogel e ha sedi in Francia e Italia. 
  • Sea Watch Foundation – Foundation ha due unità navali: una che batte bandiera neozelandese, l’altra olandese.
  • Sea-Eye – No-profit fondata nel 2015 da un imprenditore tedesco di Ratisbona, Michael Buschheuer e dai suoi familiari, puo’ contare su un’unita’ che batte bandiera olandese, un vecchio peschereccio riadattato, la “Sea-Eye”, e da marzo e’ attivo il “Seefuchs”.
  • Lifeboat  – Opera con una nave con bandiera tedesca;
  • Jugend Rettet – Ha un peschereccio con bandiera olandese, il “Iuventa”, messo in mare da un gruppo di giovani europei che ne ha finanziato l’acquisto.

Gestiscono complessivamente sei navi.

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