Contributo minimo integrativo addio per avvocati

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Cassa Forense apre alla cancellazione totale o alla riduzione del contributo minimo integrativo per gli avvocati e i praticanti iscritti alla previdenza.
La parola «abolizione», quando si parla di contributi previdenziali per professionisti, sembra spesso una chimera; invece questa potrebbe essere l’occasione giusta, per gli avvocati di liberarsi definitivamente del contributo minimo integrativo. Specie perché la promessa proviene proprio da Cassa Forense. Ieri si è tenuto un incontro tra i vertici dell’ente previdenziale degli avvocati e l’Aiga (Associazione Giovani Avvocati) in cui si è parlato proprio dell’abolizione del contributo minimo integrativo. All’incontro ha partecipato la delegazione di Cassa Forense formata dal Presidente Nunzio Luciano, dal Vicepresidente Valter Militi, e dal componente del C.D.A. Giulio Pignatiello.

A sorpresa, la Cassa Forense ha dichiarato di condividere e di fare propria la proposta dell’Aiga di ridurre o cancellare completamente il contributo, con mantenimento del solo contributo soggettivo e di maternità per tutti gli iscritti a Cassa.

Ricordiamo che gli avvocati e i praticanti iscritti alla Cassa Forense sono tenuti a versare, in sede di autoliquidazione con il Mod. 5 annuale, la seguente contribuzione:

a titolo di contributo soggettivo, il 14% del reddito professionale netto dichiarato ai fini dell’Irpef entro il tetto reddituale annualmente stabilito detratto quanto già pagato, tramite M.Av., a titolo di contributo soggettivo minimo. Sul reddito eccedente il suddetto tetto è dovuta la percentuale del 3% a titolo di solidarietà;
a titolo di contributo integrativo, il 4% sul volume di affari IVA dichiarato detratto quanto già versato a titolo di contributo integrativo minimo, se dovuto, tramite M.AV.
I praticanti abilitati e gli avvocati, iscritti alla Cassa, che beneficiano dell’esonero dal pagamento del contributo integrativo minimo, devono versare, in sede di autoliquidazione, il contributo integrativo nella misura del 4% sull’effettivo volume d’affari IVA (calcolato detraendo l’importo del contributo integrativo) a prescindere dall’effettivo pagamento eseguito dal debitore.

L’Aiga ha proposto di ridurre o abolire il contributo minimo integrativo con mantenimento del solo contributo soggettivo e di maternità, a vantaggio di tutti gli iscritti a Cassa.

L’Aiga ha poi ricordato il problema degli avvocati che hanno ricevuto la notifica di cartella esattoriale e/o avviso di addebito per mancato pagamento dei contributi del Fondo di Gestione Separata Inps, ante riforma legge 247/12, rappresentando come, secondo alcune sentenze, la competenza ad agire per il recupero dei contributi spetta solo a Cassa Forense e non all’Inps. Difatti l’iscrizione alla Gestione separata ha carattere residuale essendo obbligatoria solo per i lavoratori autonomi che esercitano una professione per la quale non sia obbligatoria l’iscrizione ad appositi albi, ovvero per coloro che, pur iscritti, svolgano un’attività non soggetta a versamento contributivo agli enti di previdenza per i liberi professionisti.

Questa è la Roma

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Oggi l’opposizione, piuttosto che impegnarsi sul lavoro e collaborare per il bene dei cittadini, ha deciso di chiedere la convocazione un Consiglio straordinario sul nulla: chiede una verifica della nostra “stabilità politica”. Ebbene, la Giunta capitolina è in ottimo stato, politicamente stabile e attiva nella realizzazione del programma di governo che i Romani hanno scelto a larghissima maggioranza.
L’opposizione è troppo abituata ai “giochi di palazzo” per pensare ai programmi. Ma facciamo subito chiarezza per i cittadini: questa Giunta ha cambiato 3 assessori da quando si è insediata lo scorso luglio. 
Addirittura ad agosto, in merito all’uscita dell’assessore al Bilancio, c’è chi ha detto: “La Giunta Raggi è dimezzata”. Un concetto matematico azzardato visto che un assessore su nove non rappresenta certo la metà della Giunta. Ma, del resto, non possiamo certo parlare di matematica con chi evidentemente sbagliando qualche calcolo, ha lasciato i conti della Capitale d’Italia nello stato in cui li abbiamo trovati.
Ed è un’affermazione politica ancora più azzardata se si confronta il dato del cambio di assessori con quello di altre amministrazioni in tutta Italia. 
Solo a titolo di esempio ricordo che: Matteo Renzi da presidente della Provincia di Firenze, lui sì, ha sostituito la metà dei suoi assessori. E da sindaco di Firenze è arrivato a 9 con ben 6 dimissioni. Avete mai letto qualcosa in merito? Ovviamente no.
Ma voglio proseguire. 

Michele Emiliano da sindaco di Bari ha cambiato 8 assessori; 

Giuliano Pisapia a Milano ne ha sostituiti 5; 

De Magistris a Napoli 10 nei primi due anni per arrivare poi a 23. 

Anche in questi casi non ricordo di aver letto nulla in merito.
Basterebbe un po’ di memoria ma è evidente che questa convocazione è soltanto strumentale nel tentativo, vano, di non mettere in evidenza i nostri risultati.  Dovreste cimentarvi sul terreno del fare, del costruire per la città.
Rassegnatevi! Questa maggioranza va avanti con forza, prosegue nella realizzazione del proprio programma nell’interesse unico dei cittadini. 
Questa maggioranza – voglio ricordarvelo – ha approvato il bilancio di previsione in anticipo rispetto a tutte le grandi città italiane. E di questo dovreste essere fieri anche voi, se aveste a cuore davvero il bene comune!
Approvare il bilancio preventivo significa far risparmiare denaro ai nostri cittadini, significa poter pianificare le scelte per la città. Significa poter fare bandi di gara per i lavori pubblici. Significa che, dopo anni, finalmente si programma la manutenzione delle strade pubbliche e si asfaltano le buche dovute ad anni di malgoverno. 
Pensate davvero che tutte le voragini di Roma – e non mi riferisco soltanto a quelle sulle strade – si siano create durante questi pochi mesi di nostra gestione? No. Non è così. Noi stiamo lentamente rimettendo in piedi ciò che per anni avete distrutto.
Non fate più opposizione ma “distruzione”. Abbiamo l’impressione che speriate che le cose vadano male per poter avere qualche minima soddisfazione, quelle che ormai le vostre esperienze di governo vi negano. 

Ma i cittadini vi abbandonano e non ve ne rendete neanche più conto!

Per poter gioire sperate, ad esempio, che un filobus si rompa. Sono i filobus pagati con i soldi dei cittadini che avete lasciato per anni a marcire nei depositi. 
Ci siamo impegnati a rimetterli in strada e a far ripartire i lavori del corridoio Laurentino. Voi, invece, siete con quelli che li hanno lasciati lì.
Certo. La prima settimana di sperimentazione si è registrato qualche piccolo guasto proprio perché erano fermi da quattro anni. Siamo intervenuti ed abbiamo consegnato a lavoratori e studenti questi nuovi filobus per accorciare i tempi di attesa e migliorare i trasporti pubblici. Io non lascerei mai questi mezzi chiusi in un deposito. Sarebbe un affronto nei confronti dei Romani che li hanno pagati con le loro tasse. Noi li abbiamo messi in strada. E lo rifarei ancora!
È vero. A Roma ci sono tanti problemi ma, passo dopo passo, noi li stiamo risolvendo. Voi in tanti anni li avete ignorati o, in molti casi, ne siete stati la causa.
La convocazione dell’Assemblea straordinaria fa riferimento ai “recenti fatti giudiziari riportati dalla stampa”. Ho chiarito a chi di dovere con estrema tranquillità. Ovviamente, di indagini in corso si può parlare soltanto davanti ai pm ma questo l’opposizione, vista la grande esperienza in tema dovuta al coinvolgimento di qualche suo esponente, dovrebbe saperlo molto bene…
Proprio in questi giorni Salvatore Buzzi sta descrivendo ai giudici gli anni che hanno preceduto il nostro arrivo in Campidoglio. Dall’aula bunker di Rebibbia sta raccontando gli affari di “Mafia Capitale”, la compravendita di tessere di partito, gli scambi, gli accordi, i favori agli amici, le tangenti. Un racconto davvero sconfortante…
Ecco, forse sarebbe stato meglio convocare un Consiglio straordinario su questo tema.
Ma, si sa, a voi interessa più giocare con la tenuta delle Giunte…. Magari facendo un passaggio dal notaio come per Marino…

ITALIAmartedì 04/04/2017“Dalla Chiesa, il mandante fu il deputato Cosentino”

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Palermo 1982 – Il procuratore generale Roberto Scarpinato racconta all’Antimafia le accuse al piduista andreottiano per l’omicidio del prefetto

  • La scena dell’attentato contro Carlo Alberto dalla Chiesa, a Palermo,  il 3 settembre 1982
  • Il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e Francesco Cosentino, deputato dc legato ad Andreotti, iscritto alla P2.
  • Il procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato e, a sinistra, Francesco Cosentino, deputato dc legato ad Andreotti, iscritto alla P2.

di Gianni Barbacettoe Stefania Limiti | 4 aprile 2017

Parla lentamente, il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, davanti ai parlamentari della Commissione antimafia. È stato chiamato in audizione, come altri “esperti”, per raccontare i rapporti tra mafia e massoneria. Una storia lunga e complessa di due poteri che si sono, di volta in volta, fronteggiati, confrontati, alleati. E intrecciati con il potere politico. A un certo punto della sua audizione, parlando dell’omicidio del prefetto di Palermo Carlo Alberto dalla Chiesa, il procuratore generale scandisce le parole: “L’ordine di eliminare Dalla Chiesa arrivò a Palermo da Roma. Dal deputato Francesco Cosentino”. Democristiano, andreottiano, massone, Cosentino era un potente parlamentare della Dc, segretario generale della Camera, fedelissimo di Giulio Andreotti e personaggio di rilievo della loggia massonica P2 di Licio Gelli.

È l’8 marzo 2017 quando Scarpinato fa risuonare di nuovo il suo nome davanti ai parlamentari della commissione. L’audizione era iniziata in seduta pubblica: “Sono stato informato”, aveva detto Scarpinato, “di progetti di attentati, nel tempo, nei confronti di magistrati di Palermo orditi da Matteo Messina Denaro per interessi che, da vari elementi, sembrano non essere circoscritti alla mafia, ma riconducibili a entità di carattere superiore”.

Dopo le prime battute, l’audizione era stata secretata. A porte chiuse, il magistrato siciliano, secondo quanto risulta al Fatto Quotidiano, ha fatto una lunga ricostruzione storica dei rapporti tra mafia e massoneria, ricordando che già Stefano Bontate – capo di Cosa Nostra prima di Totò Riina, che lo fece ammazzare nel 1981 – era affiliato a una loggia segreta “che era un’articolazione in Sicilia della P2 di Licio Gelli”.

Il 3 settembre 1982 viene ucciso Dalla Chiesa: un omicidio politico, non solo mafioso. E qui Scarpinato ha rivelato ai commissari dell’antimafia che Gioacchino Pennino, medico, uomo di Cosa nostra e massone, diventato collaboratore di giustizia ha raccontato di aver saputo da altri massoni che “l’ordine di eliminare Carlo Alberto dalla Chiesa arrivò a Palermo da Roma, dal deputato Francesco Cosentino”. Nessuno dei commissari lo ha interrotto, nessuno ha chiesto spiegazioni. Scarpinato ha proseguito il suo racconto, mettendo a fuoco i complessi rapporti con la massoneria dei corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano, dopo l’eliminazione di Bontate. Riferisce che un fedelissimo di Riina, Giuseppe Graviano – che è uno degli strateghi dell’uccisione di Giovanni Falcone e delle stragi del ’93 – partecipa a riunioni massoniche.

Le relazioni continuano fino a oggi, tanto che alcune fonti indicano come massone anche il superlatitante Matteo Messina Denaro: il boss che ha progettato attentati nei confronti di magistrati di Palermo “per interessi che sembrano non essere circoscritti alla mafia, ma riconducibili a entità di carattere superiore”.

Per l’omicidio di Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo, sono stati condannati all’ergastolo, come mandanti, i vertici di Cosa nostra dell’epoca: i boss Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Nenè Geraci. Nel 2002 è arrivata la condanna anche per gli esecutori: Vincenzo Galatolo, Antonino Madonia, Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci. Nella sentenza si legge: “Si può senz’altro convenire con chi sostiene che persistano ampie zone d’ombra, concernenti sia le modalità con le quali il generale è stato mandato in Sicilia a fronteggiare il fenomeno mafioso, sia la coesistenza di specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni, all’eliminazione del pericolo costituito dalla determinazione e dalla capacità del generale”.

Ora abbiamo qualche indicazione in più sugli “specifici interessi, all’interno delle stesse istituzioni”, che hanno portato all’uccisione del generale, in “coesistenza” con quelli di Cosa Nostra. Sul ruolo di Cosentino, Scarpinato in Commissione antimafia non ha fornito altri dettagli. Morto nel 1985, è “figlio d’arte”: suo padre Ubaldo, anch’egli massone, fu segretario generale della Camera dei deputati dal 1944 fino alla sua morte, nel 1951. Il figlio Francesco ebbe la stessa carica dal 1962 al 1976, quando fu coinvolto nello scandalo Lockheed. Fu poi per breve tempo parlamentare europeo. Nel 1981 il suo nome fu ritrovato negli elenchi della P2, scoperti dai magistrati milanesi Gherardo Colombo e Giuliano Turone negli uffici di Gelli a Castiglion Fibocchi.

Una ventina dei 962 nomi dell’elenco trovato in cassaforte erano segnati con un evidenziatore giallo: tra questi, quello di Francesco Cosentino, come quello di Licio Gelli, di Michele Sindona, di Roberto Calvi, di Silvio Berlusconi… Il nome Cosentino compare più volte anche sulle agende di un altro noto fratello della P2, il direttore di Op Mino Pecorelli, che segnava meticolosamente i suoi appuntamenti: “Costa-Berlusconi-Licio-Gregori-Cosentino” (5 settembre 1977): “Berlusconi-Cosentino” (16 ottobre 1977); “Cosentino-Berlusconi Montedison” (27 ottobre 1977). Nel 1979, il Maestro Venerabile della P2 Licio Gelli apre una trattativa con il petroliere Attilio Monti per comprare i suoi giornali, Il Resto del Carlino di Bologna e La Nazione di Firenze. A Monti dice che sta lavorando per Cosentino, che è lui il possibile acquirente. La trattativa non andrà in porto. Ma anni più tardi, il ruolo preminente di Cosentino nella P2 fu messo in rilievo dalla moglie del banchiere Roberto Calvi, Clara Canetti, che alla commissione P2 di Tina Anselmi il 6 dicembre 1982 dichiarò: “Gelli era solo il quarto… Il primo era Andreotti, il secondo era Francesco Cosentino, il terzo era Umberto Ortolani, il quarto era Gelli”.

Lo ripeterà il 2 febbraio 1989 a Michele Santoro nella trasmissione tv Samarcanda: “Mio marito mi aveva detto che sopra Gelli e Ortolani c’erano Andreotti e Cosentino”. Il secondo era tutt’uno con il primo. Nel suo diario personale, Dalla Chiesa racconta che il 5 aprile 1982, poco prima di andare a Palermo, ebbe un colloquio con Andreotti al quale disse che non avrebbe avuto riguardi per “la famiglia politica più inquinata del luogo”. Era quella andreottiana. Ora Scarpinato rivela: “L’ordine arrivò da Roma”. Dall’andreottiano Francesco Cosentino.

Come si divide la spesa di acqua in condominio: criteri di ripartizione per il consumo d’acqua e pagamento dei proprietari secondo millesimi

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Chi vive in condominio e partecipa alle riunioni dell’assemblea sa bene come le decisioni sulla ripartizione dei consumi di acqua determinino puntualmente lo scontro tra i proprietari. Eppure la legge è molto chiara nello stabilire che la spesa di acqua in condominio si divide per millesimi. A stabilirlo è il codice civile [1] che, nel definire le modalità di ripartizione delle spese necessarie per i servizi di interesse comune (tra cui appunto l’acqua) stabilisce che ciò debba avvenire «in misura proporzionale al valore della proprietà di ciascuno, salvo diversa convenzione. Se si tratta di cose destinate a servire i condomini in misura diversa, le spese sono ripartite in proporzione dell’uso che ciascuno può farne. Qualora un edificio abbia più scale, cortili, lastrici solari, opere o impianti destinati a servire una parte dell’intero fabbricato, le spese relative alla loro manutenzione sono a carico del gruppo di condomini che ne trae utilità».

Tutto ciò si riassume in un’unica parola: millesimi. I millesimi sono la misura e il criterio per determinare la partecipazione dei condomini alle spese comuni, salvo che il regolamento di condominio – approvato all’unanimità – stabilisca regole differenti.

Non è quindi corretto ritenere, come spesso si vorrebbe far credere, che l’acqua in condominio si divide in base al numero di persone presenti in ogni appartamento. Fino a prova contraria, a valere sono solo i millesimi di proprietà. Millesimi che non vengono determinati solo in base alla dimensione dell’immobile, ma anche tenendo conto di altre caratteristiche strutturali (ad esempio il piano), estetiche (la vista e il panorama) e di comodità (l’esposizione, le linee delle pareti, ecc.). Quindi ben potrebbe avvenire che un appartamento più piccolo presenti maggiori millesimi rispetto a uno più grande.

Come dicevamo, il regolamento di condominio potrebbe contenere regole differenti. Ma tale regolamento deve essere stato approvato all’unanimità. Il che può avvenire:

o con votazione in assemblea a cui abbiano partecipato tutti condomini e tutti abbiano condiviso la decisione (cosiddetto regolamento assembleare);
o con l’approvazione dal notaio, in sede di acquisto dell’appartamento (cosiddetto regolamento contrattuale).
Se il condomino ha più contatori e uno di questi è per il giardino, la spesa verrà ripartita in modo uguale tra tutti i condomini e non per millesimi. Difatti il cortile spetta ai condomini in parti uguali. Tutti, infatti, godono in misura uguale degli spazi verdi, dell’estetica e dell’ombra. Pertanto i relativi costi (come l’acqua di irrigazione) vengono divisi non per millesimi.

Bonus professionisti, tutte le agevolazioni delle casse professionali

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Bonus bebè, assistenza sanitaria, bonus sui contributi: tutti gli inventivi delle casse private ai professionisti.

Riavvicinare i giovani, e non solo, alla libera professione, incentivandoli e sostenendoli nei momenti di difficoltà: è questo l’obiettivo delle principali casse professionali, che prevedono un’ampia gamma di misure a favore dei professionisti e delle loro famiglie.

Si va dal bonus bebè alla polizza sanitaria gratuita, dal dimezzamento dei contributi al microcredito e a prestiti agevolati per l’avvio dell’attività. Vediamo, in questa breve guida, le principali misure a favore dei professionisti.

Avvocati

Di seguito, le principali misure a favore degli iscritti alla Cassa forense:

microcredito: si tratta di un prestito agevolato, sino a 15.000 euro, senza interessi e rimborsabile in 60 mesi;
riduzione del 50% del contributo minimo soggettivo per i primi 6 anni, azzeramento del contributo integrativo per i primi 5 anni e suo dimezzamento per ulteriori 4 anni, a favore dei giovani avvocati che si iscrivono alla cassa forense prima di compiere 35 anni;
bonus bebé pari a 1.500 euro;
bonus asili nido pari a 1.000 euro.

Ingegneri e architetti

Ecco le agevolazioni per gli iscritti a Inarcassa:

per i primi 5 anni di iscrizione, ingegneri e architetti versano contributi minimi ridotti a un terzo e con aliquota soggettiva ridotta al 50%;
prestiti agevolati sino a 30.000 euro per l’allestimento dello studio;
prestiti d’onore per i giovani e le professioniste madri di figli in età prescolare o scolare;
finanziamenti agevolati sino a 15.000 euro e con interessi a carico di Inarcassa;
sconti sulla polizza Rc professionale per gli under 35.

Consulenti del lavoro

Vediamo le principali agevolazioni previste dall’Enpacl per i consulenti del lavoro:

contributo minimo con aliquota dimezzata (6% anziché 12%) per i primi 5 anni dall’iscrizione, con una soglia minima di circa 1.000 euro;
formazione gratuita mirata per le professioniste in maternità per consentire un aggiornamento continuo;
copertura sanitaria gratuita per i tirocinanti e per i professionisti che impiegano praticanti nel proprio studio;
corsi abilitanti sulla sicurezza.

Commercialisti

Per gli iscritti alla Cassa Commercialisti, le agevolazioni riguardano soprattutto i giovani: in particolare, gli under 35 non pagano i contributi minimi per i primi 3 anni d’iscrizione, mentre gli under 36 godono del dimezzamento della quota d’iscrizione all’ordine.

Per le lavoratrici madri, oltre al contributo per la maternità obbligatoria, pari a 5/12 del reddito, la Cassa dei commercialisti prevede la retribuzione di un mese in più di maternità, che va da un minimo di 1.715 euro a un massimo oltre i 4mila euro.

Ragionieri

Ottimi incentivi anche dalla Cassa dei ragionieri e dei periti commerciali:

riduzione facoltativa dei contributi a coloro che iniziano la professione prima del compimento dei 38 anni di età, per l’anno di iscrizione e per i 6 anni successivi;
prestiti agevolati in convenzione fino a un massimo di 10.000 euro per l’avvio dell’attività professionale, per gli iscritti under 38 che presentino un apposito business plan; i finanziamenti sono validi anche per la formazione professionale.

Medici e odontoiatri

Ecco le agevolazioni previste dall’Enpam:

contributi agevolati ridotti in 3 scaglioni: rispetto agli ordinari 1.453 euro, medici e odontoiatri sotto i 30 anni versano 216 euro, da 30 a 35 anni versano 419 euro e da 35 a 40 anni 787 euro;
indennità di maternità pari a 1.200 euro; a breve sono previste ulteriori indennità;
sussidi per asilo nido o babysitter: anche questi dovrebbero essere adottati a breve;
sussidi per calamità, invalidità temporanea e assistenza domiciliare;
iscrizione per gli studenti degli ultimi anni con un contributo agevolato (posticipabile) di circa 100 euro; gli iscritti godono di tutte le prestazioni della Cassa.

Veterinari

L’Enpav, cioè la cassa dei veterinari, prevede le seguenti agevolazioni:

riduzione dei contributi per i giovani veterinari, per i primi 4 anni: riduzione del 100% il primo anno, del 77% il secondo anno, del 50% il terzo e il quarto anno;
microcredito: si tratta di un prestito agevolato (con tasso dello 0,75% e spread del 2,5% per il fondo di garanzia) fino a 50.000 euro per l’avvio e lo sviluppo dell’attività professionale, la ristrutturazione dello studio veterinario o della casa di abitazione; si può chiedere il finanziamento anche in caso di malattia grave e interventi chirurgici, dell’iscritto o di un familiare;
bonus nascita di 300 euro al mese per 8 mesi, per far fronte alle spese sostenute entro due anni dalla nascita del bambino (o dalla sua adozione), per baby sitter, asili nido e scuola materna (solo per l’adozione).

Psicologi

Vediamo le principali agevolazioni per gli iscritti all’Enpap, la Cassa psicologi:

riduzione (su richiesta) del contributo minimo per gli iscritti under 35, iscritti da meno di 3 anni: da 780 a 260 euro per redditi fino a 2.600 euro (oltre si versa il 10% sul reddito senza sconti);
pacchetto maternità: si tratta di una protezione assicurativa che consente di accedere gratuitamente a una serie di prestazioni sanitarie di profilassi pre e post parto;
credito per gli studi: si tratta di prestiti agevolati sino a 100.000 euro, finalizzati a sviluppare l’attività professionale e aperti anche a chi opera in società e cooperative.

Geometri

Per gli iscritti alla Cipag, la Cassa geometri, le principali misure sono:

riduzione dei contributi per i neodiplomati, che versano il 25% del contributo soggettivo minimo per i primi due anni e il 50% per gli altri tre, fino ai 30 anni di età; i praticanti versano alla Cipag il solo contributo obbligatorio soggettivo ridotto al 25% del minimo;
riconoscimento dell’indennità di maternità anche per aborto, adozione e affidamento preadottivo (nazionale ed internazionale);
formazione agevolata per gli under 35: i contributi Cipag coprono fino al 50% della quota di iscrizione;
prestiti agevolati per l’avvio dell’attività professionale.

 

Agronomi, attuari, chimici e geologi

L’Epap, cassa pluricategoria, offre diverse possibilità:

riduzione del 70% dei contributi, per i primi 3 anni, per tutti i nuovi iscritti under 30;
pacchetto maternità: ecografie, controlli, esami e colloqui psicologici post-parto (gratuiti per chi è in regola con i contributi);
prestiti agevolati per l’acquisto di beni strumentali fino a 30.000 euro per gli under 35, da rimborsare in 7 anni a un tasso convenzionato (minimo 1,75%).

Biologi

Ecco gli incentivi per i biologi:

riduzione di un terzo del contributo minimo soggettivo, per i primi 3 anni d’iscrizione, su richiesta;
polizza maternità (Emapi) gratuita per le iscritte in gravidanza: il pacchetto comprende visite, esami diagnostici e consulenze psicologiche;
bonus nido: si tratta del rimborso del 50% della retta degli asili nido per famiglie con Isee sotto i 30.000 euro;
start up Progetto scuola: si tratta di un programma che forma nutrizionisti per proporsi autonomamente nelle scuole.

Periti industriali

Ecco le principali misure per gli iscritti all’Eppi, la cassa dei periti industriali:

riduzione del 50% del contributo alla Cassa Eppi per i primi 5 anni di iscrizione e fino al compimento dei 30 anni, per chi si iscrive prima del compimento dei 28 anni di età;
primi 2 anni di contributi gratis per i neoiscritti, a prescindere dall’età;
pagamento, da parte dell’Eppi, di contributi in conto interessi per prestiti chirografari finalizzati all’avvio dell’attività professionale, per acquisto di macchinari, arredi, attrezzature ed altri beni strumentali ammortizzabili;
bonus nascita di 3.000 euro agli iscritti alla cassa da almeno tre anni, se l’Isee della famiglia non supera 35.000 euro.

 

Terremoto a Roma! Grazie a una denuncia del M5S, scoperta una truffa faraonica dal valore di 14 milioni di euro

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domenica 2 aprile 2017

Una truffa da oltre 14 milioni di euro ai danni della Regione Lazio, del Comune di Roma e di circa 76 cittadini, soci di 3 cooperative nel Piano di Zona B50 ‘Monte Stallonara’ di edilizia agevolata. Per questo motivo stamane, su disposizione del Gip Costantino De Robbio, sono scattati i sequestri di 37 conti correnti, 17 quote azionarie e 53 proprietà immobiliari nel Lazio e in Toscana appartenenti a 6 persone (4 uomini e 2 donne) componenti i consigli di amministrazione di quattro cooperative romane e diverse società, tutti indagati per truffa con il concorso di un dirigente e un funzionario di Roma Capitale, indagati per abuso d’ufficio.

Posti sotto sequestro, a scopo preventivo per la tutela delle vittime delle truffe, anche i tre edifici delle cooperative per la gestione delle quali è stato nominato un amministratore giudiziario.

Le indagini sono state avviate dopo un esposto del consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Santori sulle mancate opere di urbanizzazione e della parlamentare del Movimento 5 Stelle, Roberta Lombardi, sulle responsabilità del mancato controllo da parte dei funzionari comunali.

“Sono molto soddisfatto dell’esito dell’inchiesta”, afferma Santori, che però avverte: “In tutta Roma ci sono almeno sette altre situazioni simili sotto indagine. Roma Capitale e la Regione Lazio devono impegnarsi a tenere sotto osservazione queste realtà, verificando lo sviluppo di piani di urbanizzazione primaria a tutela dei romani e di un territorio su cui si è speculato in maniera ignobile in passato solo per fare profitto, a volte truffando ignari cittadini come accaduto a Monte Stallonara”.

Secondo l’inchiesta, durata tre anni e affidata alla sezione di polizia giudiziaria dalla Polizia Locale, diretta dalla dottoressa Rosa Mileto, i consigli di amministrazione di tre cooperative (‘Acli Castelli Romani Terza’, ‘Acli Castelli Romani Seconda’ e ‘Il Nido’), formati sempre dagli stessi indagati, dopo aver beneficiato di finanziamenti (circa 3 milioni e mezzo di euro dalla Regione) e concessioni di enti pubblici (i terreni dal Comune di Roma), vincolati alla costruzione di appartamenti da dare in locazione o vendita a condizioni di favore per soggetti meno abbienti, hanno gonfiato gli affitti, raddoppiato i costi di vendita degli immobili e fatto sparire i finanziamenti pubblici ricevuti.

Il meccanismo era semplice. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, per aggirare la normativa gli indagati hanno creato una quarta cooperativa, la ‘Monte Stallonara’, nella quale hanno fatto confluire tutti i soci delle altre tre cooperative per poter giustificare la vendita degli appartamenti ai soci costruttori a oltre 13 milioni e 600mila euro, circa il doppio rispetto ai circa 7milioni e 900mila dovuti per il costo di una sola edificazione e dichiarato alla Regione per poter ottenere il finanziamento pubblico.

Un finanziamento erogato dalla Regione proprio per abbassare i costi totali della nuova edificazione e consentire così ai soci della cooperativa di pagare solo circa 4milioni e 400mila euro per la nuova edificazione. Ma i soci per l’acquisto della casa, non solo non hanno beneficiato delle agevolazioni ma si sono ritrovati anche a dover versare un mutuo alle banche per un ammontare totale di 9milioni e 750mila euro.

I soldi venivano poi fatti girare e sparire dalle casse delle cooperative, con la motivazione di ulteriori prestazioni di servizi, all’interno di società e consorzi sempre intestati agli stessi indagati in una sorta di scatola cinese. Una truffa in piena regola, realizzata anche grazie all’aiuto di un dirigente e di un funzionario del Comune di Roma che, abusando del loro potere, facevano ‘passare’ i prezzi di cessione, accontentandosi della semplice dichiarazione dei consigli di amministrazione, mentre sarebbe stato invece necessario che i prezzi di cessione fossero approvati e deliberati dagli stessi soci delle cooperative.

“Bene l’intervento della magistratura sul piano di zona di Monte Stallonara ma ora chiediamo l’intervento immediato del Comune di Roma affinché per gli altri piani di zona su cui deve vigilare, vigili contestando le violazioni e applicando le sanzioni previste”, dice all’Adnkronos l’avvocato Vincenzo Perticaro, che ha inoltrato l’esposto denuncia che ha portato oggi all’intervento della magistratura. “Ci sono 28 denunce per 28 piani di zona – afferma Perticaro – e l’ente che doveva vigilare in primis era il Comune. Stiamo parlando di un danno erariale enorme. Ora chiediamo al Campidoglio di revocare le convenzioni con chi ha disatteso gli accordi acquisendo il patrimonio immobiliare in modo da tutelare i cittadini”.

Fonte: http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2017/01/16/roma-truffa-milioni-comune-regione-sequestrati-palazzi-azioni-conti-correnti_2lpu7nilR50qWK5OYyledL.html

Il riporto

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E no ja non mi puoi andare in giro a tipo testimonial falluto del metodo Cesare Ragazzi, altro che “ho in testa un’idea meravigliosa” che a te ti ha pigliato male il trapianto, un po’ a zolle irregolari, modello cerchi nel grano e mo pare che in capa tieni una coltivazione idroponica di licheni rachitici che, poracci, con tutto l’accanimento terapeutico del caso, a Pasqua non ci arrivano, e, piuttosto di restare aggrappati disperatamente alla tua pelata, opterebbero per una più dignitosa dolce morte in una clinica Svizzera e amen. Poi, comunque, non è che puoi tesaurizzare quegli unici tre capelli che ti sono rimasti, farteli crescere, fartici fare pure le meches, pensando alla chioma fluente di Bon Jovi, e raccoglierli in un zuzzosissimo e squallidissimo codino con la scusa che ti vanno davanti agli occhi e ti danno fastidio quando tira il vento. Ah e, a proposito di vento, quante ardite architetture, ore di machiavellici giochi di pettine, cotonature, spray volumizzanti, lacche, mastici per il legno e cromatina da scarpe effetto Toto Cotugno ho visto miseramente collassare alla prima folata di gentile brezzolina primaverile; sappi che nei riporti, come nei risvoltini, ci vuole la giusta misura. Guarda non vorrei essere io a dirtelo che, in fondo, sono solo un’estranea, ma altro che capelli originali di modelli svedesi, per il tuo parrucchino, sì si capisce credimi che tieni il parrucchino, hanno usato al massimo la paglia che si mette per dentro i cesti di Natale e, altro che “dove osano le aquile”, ti devi stare pure attento che, vista la carenza di alloggi, una rondine non ti depone le uova in capa che è periodo.

FONTE Facebook Francesca Prisco 

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