False profezie

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«Al sud l’epidemia avrebbe arrecato danni incalcolabili, dicevano». Ricordate l’incipit di quel post che forse in molti avrete letto, non su queste colonne?
Cosa è successo un mese dopo quel post e tre dall’arrivo del virus?
Il sud è ancora in piedi ma deve ringraziare l’assessore Gallera, dicono. Cioè, dice: perché ci crede solo lui. C’era un forte rischio ecatombe perché «i nostri cittadini non rispettano le regole, dicevano». Però, strano ma vero, abbiamo rispettato le regole con la più bassa percentuale di infrazioni ai DPCM. Il principale pericolo, narrato dalla cronaca di questi ultimi mesi era rappresentato dalla presunta impossibilità del sistema sanitario meridionale di reggere ”l’urto”, qualora fosse arrivato.
«I nostri ospedali non all’altezza, dicevano» ma hanno dimostrato eccellenza. Quella del Cotugno di Napoli, faro per l’Italia e il mondo. Del GOM di Reggio Calabria, autore di una nuova terapia che spegne l’infiammazione da Covid in 120 ore. Dei ricercatori dell’Istituto Zoopotrofico di Puglia e Basilicata che hanno sequenziato due ceppi di Sars Cov-2.
Di queste eccellenze si dirà che torneranno a timbrare il cartellino per poi andar a fare la spesa, perché «i nostri medici, infermieri ed operatori sanitari sono noti assenteisti cronici». Intanto l’indice di contagio è crollato ma alcuni esperiti, giustamente, dicono che la lotta al virus è in discesa ma in corso.
Altri, quelli che ci hanno salvato, dicono che l’R0 è 0,5: ovvero, per infettarti devi incontrare due infetti allo stesso tempo, difficile. Ed è merito loro che hanno gestito tutto bene, continuano a ribadirlo.
Di quelli bravi, talmente bravi che in tre mesi tra il loro operato governativo/politico e l’inferiorità (presunta) del sud hanno preferito raccontare quest’ultima, in uno storytelling profondo come una pozzanghera in debito di pioggia.
Intanto siamo ancora qui. Ma non siamo più gli stessi. La pandemia ci ha aiutato, si fa per dire, a ricordare che siamo un grande popolo, perché l’avevamo dimenticato.
Un popolo generoso che ha inviato alle regioni in difficoltà cibo, donazioni, medici ed infermieri. Oculato, perché 32 nuovi posti di intensiva a Messina sono costati 2,7 milioni, non i 25 investiti altrove. Un popolo finalmente più felice perché il virus fa meno paura, ormai. Ma non smemorati, perché lo sappiamo che il cammino è ancora lungo. E consapevoli, di tre cose. La prima: ci hanno usato per distrarre le masse. La seconda: i Gallera li battiamo con la satira, che come diceva Dario Fo «è un punto di vista e un pò di memoria».La terza: non siamo perfetti, ma questo lo sapevamo già.
Ringraziamo l’assessore alla sanità lombarda per averci salvato, e facciamo (ancora!) attenzione: siamo passati in vantaggio ma la partita con il Covid non è finita.

Doveva andare diversamente, dicevano.
Non è stato così.

Enrichè081

Spazzacorrotti

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Report 18/05/2020

Premessa: la così detta Spazzacorrotti è opera del Movimento 5 Stelle.

Tra le questioni irrisolte in passato dai VERI DELINQUENTI c’erano le donazioni anonime fatte alle fondazioni con dentro politici, che lasciavano intuire finanziamenti illeciti. La Spazzacorrotti ha obbligato ad elencare i donatori, un attimo dopo, per sfuggire ai controlli molti politici sono scappati dalle fondazioni che avevano fatto nascere, pur di non far venire alla luce i donatori. Ieri sera in conclusione Report ha detto che Rousseau è tra le poche fondazioni/associazioni che dichiara i donatori, ma anche Report segue l’andazzo generale, addosso al 5 Stelle, quindi il problema ora sono i fornitori, cosa mai richiesta dalla legge. Ma, considerata la trasparenza del Movimento credo che usciranno anche i fornitori, privacy permettendo. Ne approfitto per rammentare ai tanti di che pasta è fatta il resto:

Lega Nord.
Vice ministro EDOARDO RIXI condannato per peculato per spese pazze in Liguria e a maggio 2019 Matteo Salvini lo nomina subito responsabile nazionale Trasporti e Infrastrutture della Lega.
MASSIMILIANO ROMEO capo gruppo della Lega al senato condannato per spese pazze in Lombardia,
UMBERTO BOSSI 8 condanne,
STEFANO GALLI condannato per peculato e truffa,
ANGELO CIOCCA condannato per spese pazze (oggi eurodeputato)
STEFANO GALLI condannato per peculato e truffa,
ANGELO CIOCCA condannato per spese pazze (oggi eurodeputato)
ELENA MACCANTI, condannata per peculato,
ARMANDO SIRI, condannato bancarotta fraudolenta.
PAOLO TIRAMANI, (deputato) condannato per rimborsopoli,
FABRIZIO CECCHETTI, deputato Lega condannato, per spese pazze in Lombardia,
JARI COLLA, condannato per rimborsopoli Lombardia,
MAURIZIO AGOSTINI, arrestato con cocaina purissima insieme al complice albanese “clandestino”…
Arrestato sindaco leghista di Legnano GIANBATTISTA FRATUS, per corruzione elettorale e turbativa d’asta,
Arrestato l’unico sindaco leghista della Campania CIRO BORRIELLO, per corruzione,
Foggia, arrestato il sindaco leghista ANTONIO POTENZA di Apricena “Favoriva imprenditori amici per gli appalti”,
STEFANIA FEDERICI, leghista doc arrestata per aver sottratto oltre un milione di euro a malati gravi di cui era amministratrice di sostegno.
Arrestato PAOLO ARATA, ex consulente di Salvini per l’energia.
In cella anche Nicastri, “re” dell’eolico,
Arrestato CASIMIRO LIETO, l’autore che la Lega voleva come direttore di Rai1,
MATTEO SALVINI, condannato per razzismo, condannato per «oltraggio a pubblico ufficiale»
BARTOLOMEO FALCO,, arrestato per droga,
MATTEO BRAGANTINI, condannato per, truffa ai danni della regione Piemonte e per propaganda di idee razziste.
LUCA COLETTO, condannato per propaganda di idee razziste
MARONI ROBERTO, 2 condanne
SALVATORE CAPUTO, detto Salvino, avvocato del movimento “Noi con Salvini” è stato arrestato insieme al fratello Mario candidato alle ultime elezioni all’Ars sempre con la Lega.
DAMIANO GENOVESE, arrestato, era stato eletto ad Avellino con la Lega mentre suo padre Amedeo è da anni all’ergastolo perché ritenuto il capo del clan Partenio.
ROBERTO COTA L’ex presidente del Piemonte, è stato condannato per rimborsopoli Piemonte,
GIANFRANCO NOVERO patteggia per peculato,
RENZO BOSSI, condannato rimborsopoli al Pirellone,
MARIO CAROSSA ha patteggiato per rimborsopoli,
GIOVANNA QUAGLIA, spese pazze in Piemonte patteggia,
MICHELE MARINELLO, spese pazze in Piemonte patteggia,
ENRICO CAVALIERE, condannato,
ELE MARINELLO, spese pazze in Piemonte patteggia,
LAURA FERRERI, moglie di Giorgetti condannata per truffa alla regione Lombardia, ha patteggiato la condanna,
CESARE POZZI, accusato di peculato ha sottratto 40 mila euro una signora di 80 anni di cui è stato il tutore, ha patteggiato,
FABIO RIZZI, braccio destro di Maroni, consigliere regionale Lega, arrestato per appalti truccati,
PAOLO ORRIGONI, arrestato, candidato per il comune di Varese con l’appoggio della Lega che a suo sostegno schierò i big del partito.
CLAUDIO BORGHI condannato per irregolarità bancarie,
ANTONIO IANNONE, condannato per detenzione di stupefacenti a fini di spaccio ha patteggiato,
FLAVIO TOSI, condannato per razzismo,
ENRICO CORSI, condannato per propaganda di idee razziste.
MAURIZIO FILIPPI, condannato per propaganda di idee razziste,
Ex ministro BUSSETTI, false missioni e trasferte per motivi privati: dovrà restituire 24mila euro di rimborsi
Da non dimenticare che
hanno truffato lo stato per 49 milioni,

Fratelli d’Italia
GIUSEPPE CARUSO, Fratelli d’Italia arrestato per la ‘ndrangheta a Piacenza,
RAFFAELE STANCANELLI, Fratelli d’Italia, condannato,
SALVATORE RONGHI, Fratelli d’Italia, condannato,
FABRIZIO BERTOT, Fratelli d’Italia, condannato,
FRANCO MARIA BOTTA, ha patteggiato per rimborsopoli,spese pazze,
LUCA ROMAGNOLI, Fratelli d’Italia condannato
GIANNI ALEMANNO, condannato per corruzione e finanziamento illecito,
ALESSANDRO NICOLO’ capogruppo alla regione Calabria, Fratelli d’Italia arrestato,
LUCA CAVALIERI Assessore di Fratelli d’Italia va a cocaina, ma trova i carabinieri. Il suo partito predica la tolleranza zero verso tutte le droghe,
GIANCARLO PITTELLI, arrestato,
ROBERTO ROSSO,arrestato,

Forza Italia
BERLUSCONI Silvio (PDL) – 2 amnistie (falsa testimonianza P2, falso in bilancio Macherio); 1 assoluzione per depenalizzazione del reato (falso in bilancio All Iberian); 3 processi in corso (frode fiscale Mediaset, intercettazioni Unipol, processo Ruby). 5 prescrizioni (Lodo Mondadori, All Iberian, Consolidato Fininvest, Falso in bilancio Lentini, processo Mills).
MALOSSINI MARIO, Forza Italia, condannato
RAFFAELE FITO, parlamentare del Pdl e capolista dei berlusconiani alla Camera in Puglia, è stato riconosciuto colpevole di corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio.
GIANCARLO GALAN, Patteggiamento e condanna per corruzione sugli appalti per il MOSE,
ROBERTO FORMIGONI, 2 condanne, una per diffamazione e una per corruzione,
MAURIZIO LUPI, ha patteggiato per peculato,
ANTONELLO ANGELERI, condannato per falso in atto pubblico e abuso in atti d’ufficio.
MARCO BOTTA, condannato, rimborsopoli Piemonte,
CRISTIANO BUSSOLA, ha patteggiato per spese pazze in Piemonte,
LUCA PEDRALE, ha patteggiato per rimborsopoli Piemonte,
FRANCESCO TOSELLI, spese pazze in Piemonte, patteggia,
ALTERO MATTEOLI, condannato per corruzione,
FABIO ALTITONANTE, sottosegretario lombardo di Forza Italia arrestato,
NICOLA COSENTINO, condannato, arrestato,
GIANCARLO GALAN, patteggia per corruzione, condannato anche dalla Corte dei Conti ad un risarcimento danni pari a 5,8 milioni di euro per le vicende legate al Mose.
CHIARA LAZZARINI, arrestata con l’accusa di corruzione e elettorale e turbativa d’asta
MAURIZIO COZZI, arrestato, per Turbata legalità degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente e corruzione elettorale
LARA COMI, arrestata. L’esponente di Forza Italia è accusata di finanziamento illecito, corruzione e truffa aggravata proprio ai danni del Parlamento europeo,
MARCELLO DELL’UTRI, ha patteggiato (fatture false e frode fiscale); ha poi subito una condanna definitiva a 7 anni di reclusione (concorso esterno in associazione mafiosa) e un’altra condanna definitiva 8 mesi (abuso edilizio), una condanna in pria 4 (frode fiscale),
GIUSEPPE CIARRAPICO, Condannato per truffa aggravata e continuata ai danni di INPS e INAIL, multa per violazione legge tutela “lavoro fanciulli e adolescenti”, condannato per falso in bilancio e truffa, condanna per diffamazione, condannato per bancarotta fraudolenta, condannato per finanziamento illecito, condannato per il crac “valadier”, condannato in appello per assegni a vuoto e in seguito reato depenalizzato, condanna in primo grado per abuso ed in seguito prescritto, condannato per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni, rinviato a giudizio per ricettazione, indagato per truffa ai danni di palazzo Chigi.

Vittorio Sgarbi, in politica dal 1990. Ha 10 condanne. Ha cambiato 12 volte partito. Lo manteniamo da 29 anni! Non so dove metterlo!

RAZZA PREDONA

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di Marco Travaglio

Anche se ogni tanto litighiamo, sono un po’ amico di Massimo Giannini, specialmente da quando fu cacciato dalla Rai dell’Innominabile e lo difesi. E ieri il suo editoriale su La Stampa mi ha fatto male. Non per me, che non c’entro niente. Per lui. Dopo mezza vita passata a denunciare giustamente i conflitti d’interessi politico-affaristico-editoriali di B., tentava di negare il conflitto d’interessi politico-affaristico-editoriale dei suoi editori Agnelli-Elkann. E, così, senza volerlo, lo confermava. Diversamente da B, la Real Casa torinese non ha mai avuto bisogno di entrare direttamente in politica: fin dalla fondazione oltre un secolo fa, è sempre stata “governativa per definizione”, come diceva il capostipite Giovanni Agnelli. Perché ha sempre avuto ai suoi piedi quasi tutti i governi, convinti – anche in cambio di tangenti e buona stampa – che “quel che va bene alla Fiat va bene all’Italia” (Gianni Agnelli). E infatti anche La Stampa, salvo rare parentesi, è sempre stata governativa. Almeno fino a due anni fa, quando andarono al governo due partiti – 5Stelle e Lega – troppo selvaggi per piacere ai soliti salotti, anche se poi Salvini vi è stato subito cooptato. Intanto la Real Casa si comprava pezzo dopo pezzo pure Repubblica, fino alla brutale cacciata di Verdelli e all’arrivo di Molinari, sostituito a La Stampa da Giannini.

Così il giornale più vicino al Pd è passato all’opposizione del governo che ha riportato al potere il Pd, insieme al quotidiano governativo per definizione. Il tutto mentre l’editore incassava da Banca Intesa un assegno di 6,3 miliardi garantiti dallo Stato grazie al dl Liquidità dell’orribile governo Conte. Il vicesegretario del Pd Orlando ha fatto due più due, come chiunque osservi i movimenti dei grandi gruppi finanziari ed editoriali: lorsignori, con i loro media al seguito, non ne hanno mai abbastanza e ora vogliono rovesciare il governo per spartirsi comodamente gli 80 miliardi delle due manovre anti-Covid e quelli in arrivo dall’Ue. Nessuno ha mai parlato di ”complotto” o “congiura”, termini evocati da Giannini (che tira in ballo financo gli odiatori di Liliana Segre e di Silvia Romano) e da quel furbacchione di Mieli per ridicolizzare un tema serissimo: qui si tratta di interessi economici, che sarebbero legittimi se non usassero i media per i propri comodi. Conte, pur tutt’altro che ostile alle imprese, è inviso all’establishment lobbistico-finanziario perché non è un premier à la carte (come lo erano quasi tutti i predecessori). E per giunta non è stato scelto dai soliti noti, ma nientemeno che dai barbari 5Stelle.

Infatti viene attaccato ogni giorno con pretesti ridicoli (gli orari e la punteggiatura delle conferenze stampa) e fake news (nulla a che vedere con la legittima critica) da tutti i grandi quotidiani, fino all’altroieri sdraiati su governi infinitamente peggiori. “Nessuno ci ha mai ordinato alcunché”, “i giornalisti non prendono ordini dall’editore”, giura Giannini. Non ne dubitiamo: certe cose non c’è neppure bisogno di ordinarle. Si fanno col pilota automatico, conoscendo i desiderata dell’editore. Che, quando è vero, ha il solo interesse di vendere i giornali. Ma, quando è finto o “impuro”, usa la stampa per fare affari anche tramite la politica. Vale per gli Elkann, Caltagirone, gli Angelucci, Cairo e anche i De Benedetti. Quando scoppiò lo scandalo della soffiata dell’Innominabile all’Ingegnere sul dl Banche, Repubblica non scrisse una riga: censura dell’editore o autocensura dei giornalisti? E le recenti cronache da Coppa Cobram fantozziana dei due giornali della megaditta sul prestito garantito a Fca erano frutto di ordini superiori o di spontanee obbedienze inferiori?

La Razza padrona descritta da Scalfari prim’ancora di fondare Repubblica e poi di venderla a CdB, non è un’invenzione. Giannini assicura che questa è “un’idea rozza” che “non esisteva neanche negli anni 50, quando a Torino la Fiat e il Pci costruivano la trama delle relazioni industriali del Paese”. Sarà, ma allora e anche molto dopo la Fiat (“la Feroce”) aveva “reparti confino”, schedava gli operai per le loro idee e, quando ne moriva uno in fabbrica, La Stampa, sotto dettatura della capufficiostampa Fiat, tota Rubiolo, scriveva che era “deceduto in ambulanza nel trasporto in ospedale”. Negli anni 90 era cambiato il mondo, ma quando sul Giornale mi azzardai a raccontare il processo sulle tangenti Fiat, il condirettore Federico Orlando fu convocato in corso Marconi da Agnelli e Romiti, che gli chiesero di non farmi più scrivere. Montanelli pregò Orlando di non dirmelo neppure e continuai a scrivere liberamente. Un anno dopo, siccome perseveravo, il capufficio stampa Fiat mi convocò per minacciare di stroncarmi la carriera. Me ne fregai, ma solo perché non lavoravo per giornali Fiat. Ne Il Provinciale, Giorgio Bocca racconta un aneddoto su un dirigente Fiat che rende bene l’idea: “Mi trovai in una villa del Monferrato in casa di un dirigente che un po’ brillo abbracciava alle spalle la sua tota

segretaria e le diceva in piemontese: ‘Ninìn, lo senti l’acciaio?’. E lei brancicava nei suoi pantaloni con una mano, senza girarsi…”. Ecco, oggi la sede legale è in Olanda. Ma l’acciaio è sempre lì dietro, in Italia.

Fatto Quotidiano – 19 maggio 2020

RAZZA PREDONA

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di Marco Travaglio

Anche se ogni tanto litighiamo, sono un po’ amico di Massimo Giannini, specialmente da quando fu cacciato dalla Rai dell’Innominabile e lo difesi. E ieri il suo editoriale su La Stampa mi ha fatto male. Non per me, che non c’entro niente. Per lui. Dopo mezza vita passata a denunciare giustamente i conflitti d’interessi politico-affaristico-editoriali di B., tentava di negare il conflitto d’interessi politico-affaristico-editoriale dei suoi editori Agnelli-Elkann. E, così, senza volerlo, lo confermava. Diversamente da B, la Real Casa torinese non ha mai avuto bisogno di entrare direttamente in politica: fin dalla fondazione oltre un secolo fa, è sempre stata “governativa per definizione”, come diceva il capostipite Giovanni Agnelli. Perché ha sempre avuto ai suoi piedi quasi tutti i governi, convinti – anche in cambio di tangenti e buona stampa – che “quel che va bene alla Fiat va bene all’Italia” (Gianni Agnelli). E infatti anche La Stampa, salvo rare parentesi, è sempre stata governativa. Almeno fino a due anni fa, quando andarono al governo due partiti – 5Stelle e Lega – troppo selvaggi per piacere ai soliti salotti, anche se poi Salvini vi è stato subito cooptato. Intanto la Real Casa si comprava pezzo dopo pezzo pure Repubblica, fino alla brutale cacciata di Verdelli e all’arrivo di Molinari, sostituito a La Stampa da Giannini.

Così il giornale più vicino al Pd è passato all’opposizione del governo che ha riportato al potere il Pd, insieme al quotidiano governativo per definizione. Il tutto mentre l’editore incassava da Banca Intesa un assegno di 6,3 miliardi garantiti dallo Stato grazie al dl Liquidità dell’orribile governo Conte. Il vicesegretario del Pd Orlando ha fatto due più due, come chiunque osservi i movimenti dei grandi gruppi finanziari ed editoriali: lorsignori, con i loro media al seguito, non ne hanno mai abbastanza e ora vogliono rovesciare il governo per spartirsi comodamente gli 80 miliardi delle due manovre anti-Covid e quelli in arrivo dall’Ue. Nessuno ha mai parlato di ”complotto” o “congiura”, termini evocati da Giannini (che tira in ballo financo gli odiatori di Liliana Segre e di Silvia Romano) e da quel furbacchione di Mieli per ridicolizzare un tema serissimo: qui si tratta di interessi economici, che sarebbero legittimi se non usassero i media per i propri comodi. Conte, pur tutt’altro che ostile alle imprese, è inviso all’establishment lobbistico-finanziario perché non è un premier à la carte (come lo erano quasi tutti i predecessori). E per giunta non è stato scelto dai soliti noti, ma nientemeno che dai barbari 5Stelle.

Infatti viene attaccato ogni giorno con pretesti ridicoli (gli orari e la punteggiatura delle conferenze stampa) e fake news (nulla a che vedere con la legittima critica) da tutti i grandi quotidiani, fino all’altroieri sdraiati su governi infinitamente peggiori. “Nessuno ci ha mai ordinato alcunché”, “i giornalisti non prendono ordini dall’editore”, giura Giannini. Non ne dubitiamo: certe cose non c’è neppure bisogno di ordinarle. Si fanno col pilota automatico, conoscendo i desiderata dell’editore. Che, quando è vero, ha il solo interesse di vendere i giornali. Ma, quando è finto o “impuro”, usa la stampa per fare affari anche tramite la politica. Vale per gli Elkann, Caltagirone, gli Angelucci, Cairo e anche i De Benedetti. Quando scoppiò lo scandalo della soffiata dell’Innominabile all’Ingegnere sul dl Banche, Repubblica non scrisse una riga: censura dell’editore o autocensura dei giornalisti? E le recenti cronache da Coppa Cobram fantozziana dei due giornali della megaditta sul prestito garantito a Fca erano frutto di ordini superiori o di spontanee obbedienze inferiori?

La Razza padrona descritta da Scalfari prim’ancora di fondare Repubblica e poi di venderla a CdB, non è un’invenzione. Giannini assicura che questa è “un’idea rozza” che “non esisteva neanche negli anni 50, quando a Torino la Fiat e il Pci costruivano la trama delle relazioni industriali del Paese”. Sarà, ma allora e anche molto dopo la Fiat (“la Feroce”) aveva “reparti confino”, schedava gli operai per le loro idee e, quando ne moriva uno in fabbrica, La Stampa, sotto dettatura della capufficiostampa Fiat, tota Rubiolo, scriveva che era “deceduto in ambulanza nel trasporto in ospedale”. Negli anni 90 era cambiato il mondo, ma quando sul Giornale mi azzardai a raccontare il processo sulle tangenti Fiat, il condirettore Federico Orlando fu convocato in corso Marconi da Agnelli e Romiti, che gli chiesero di non farmi più scrivere. Montanelli pregò Orlando di non dirmelo neppure e continuai a scrivere liberamente. Un anno dopo, siccome perseveravo, il capufficio stampa Fiat mi convocò per minacciare di stroncarmi la carriera. Me ne fregai, ma solo perché non lavoravo per giornali Fiat. Ne Il Provinciale, Giorgio Bocca racconta un aneddoto su un dirigente Fiat che rende bene l’idea: “Mi trovai in una villa del Monferrato in casa di un dirigente che un po’ brillo abbracciava alle spalle la sua tota

segretaria e le diceva in piemontese: ‘Ninìn, lo senti l’acciaio?’. E lei brancicava nei suoi pantaloni con una mano, senza girarsi…”. Ecco, oggi la sede legale è in Olanda. Ma l’acciaio è sempre lì dietro, in Italia.

Fatto Quotidiano – 19 maggio 2020

Correva l’anno 2010…

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Per non dimenticare …
Governo Berlusconi…

“Tra poco correrà il decimo anniversario.
Io NON dimentico.
Gheddafi in visita a Roma nel 2010.
Chiede di poter fare due lezioni sul Corano.
Chiede che gli vengano portate 700 ragazze.
Possibilmente giovani, belle, in abiti audaci.
Il Governo Italiano accontenta il Colonnello.
Al termine, ogni ragazza riceve una somma di denaro e una copia del Corano.
Alcune di loro, alla fine, dichiarano di essersi convertite all’Islam.
Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Ministro degli Interni, Roberto Maroni
Ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
Ministro della Gioventù, Giorgia Meloni.
Altri Ministri vari: Calderoli, Zaia, Bossi.”

P.Galiero

Fonte

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È da vomito il titolo in cui Libero e Il Giornale usciranno nelle edicole domani. Intenzionati a sostenere che loro schifano il diritto costituzionale alla libertà religiosa e inventandosi deliri sulla «divisa del nemico jihadista», i due quotidiani che vengono vergognosamente finanziati con denaro pubblico defecheranno queste porcate pensate per eccitare leghisti, razzisti e nazisti:



A firmare quelle porcate è la stessa gente che tirava in ballo la “libertà di culto” nel sostenere che le chiese cattoliche dovessero poter ignorare le disposizioni sanitarie per la prevenzione del coronavirus.
Ma quanto odio deve pervadere le loro menti se a farli schiumare di rabbia è l’idea che una ragazza italiana non sia più tenuta prigioniera dai suoi rapitori? Direbbero lo stesso se ad essere stata rapita fosse loro figlia?

Fate sapere al capitan Cazzaro chi ha scarcerato .

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Detenuti scarcerazione Autorizzazione a firma Magistrato Rosanna CALZOLARI Moglie di Roberto COTA – Lega nord
Chi ha firmato il provvedimento di scarcerazione?
Guardate chi è Rosanna Calzolari, moglie di quello che comprava le mutande verdi in Piemonte con i soldi della Regione…
Quando la matematica non è un’opinione

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