L’odore dei soldi

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 di Marco Travaglio – Il Fatto Quotidiano – Quando la giornata inizia sul depresso andante, soccorre Alessandro Sallusti, caposcuola del giornalismo-cabaret. Ieri il suo editoriale (si fa per dire) si intitolava “Il Travaglio dei cretini è un fatto quotidiano”. Incipit folgorante, in un idioma non indoeuropeo, con uno stile vagamente manicomiale e una sintassi pre-asilo nido orfana di congiuntivi e punteggiatura. Testuale: “Dicono che soltanto gli stupidi non cambiano idea, prendiamo atto che è un ‘fatto quotidiano’ che in questo senso gli stupidi purtroppo abbondano e che anche in queste ore solenni rosicano con il solito travaglio”. Tutto chiaro? Il tapino ce l’aveva con me non per qualcosa che ho scritto, ma che lui prevede potrei scrivere. Più che alle intenzioni, un processo alle invenzioni. Infatti chi cercasse traccia di qualcosa da me detta o scritta per meritarmi la qualifica di cretino dal massimo esperto mondiale del ramo rimarrebbe deluso.

Da quel poco che si capisce, lo sventurato teme che io sia andato “in depressione perché il governatore della Lombardia Attilio Fontana – che sta dando prova di essere un grande amministratore – è stato completamente prosciolto nell’inchiesta su presunte irregolarità in Regione”. Spiacente deluderlo, ma per ora Fontana ha avuto solo una richiesta di archiviazione. Se poi davvero fosse archiviato dal gip (prosciolto è impossibile, ma fa niente), farei salti di gioia, avendolo sempre considerato un personaggio al di sotto di ogni sospetto, incapace di delinquere (almeno consapevolmente). Tantopiù dopo il video in cui il grande amministratore tenta di strozzarsi con una mascherina, ovviamente invano. In secondo luogo, il poveraccio teme che io prima o poi “derida Berlusconi perché a 83 anni, e con una cartella clinica lunga metri, si sta proteggendo al riparo dai contagi”. Ma io me ne guardo bene, anzi sono entusiasta della luna di miele del fidanzatino d’Italia in Costa Azzurra che, oltre a ripararlo dai contagi (la Francia notoriamente ne è immune), ripara noi dalle sue cazzate e da altri danni collaterali: pare che negli ultimi giorni i reati in Italia si siano dimezzati, e anche di questo gli rendo volentieri merito. La mia terza intenzione stigmatizzata preventivamente dal cabarettista è quella di “non dire neppure un ‘grazie presidente’ dopo che questi ha messo ancora una volta mano generosamente al portafogli – 10 milioni non sono pochi, tutti frutto di lavoro super tassato – per aiutare la collettività”. E anche qui sbaglia di grosso. Io sono letteralmente commosso da quel giovanotto indigente, neofidanzato e costretto a emigrare per farsi le sue esperienze e una famiglia.

Specie se “salva la vita anche agli stupidi, alle loro famiglie e ai loro amici altrettanto stupidi”. Infatti l’Innominabile gli ha subito leccato i tacchi col rialzo, twittando “Chi fa polemica anche per questa notizia è incredibile. Oggi c’è solo da dire: bravo Presidente Berlusconi” (senza spiegare Presidente di che). E figuriamoci se io, per quanto cretino, mi metto a polemizzare o a non ringraziare il Presidente di nonsisache per il gentil pensiero. Anzi, avrei voluto titolare io a caratteri cubitali la prima pagina del Fatto “PIOGGIA DI SOLDI. Effetto Berlusconi. Il Cavaliere dona 10 milioni di euro per l’emergenza. Agnelli, Lavazza, Barilla, Ruffini: è corsa ad aiutare”. Ma purtroppo il Giornale mi ha rubato l’idea e arrivo tardi con il mio più sentito “grazie Presidente, com’è umano lei!”, per l’ennesimo regalo alla sanità lombarda che già gli deve molto: da Formigoni all’igienista dentale Nicole Minetti alle olgettine infermiere. Donare ai malati la metà di quel che donò a Dell’Utri, il doppio di quel che donò a Ruby e il triplo di quanto donò a De Gregorio è commovente.

Una sola, minuscola perplessità mi assale: posto che il giovin virgulto è stato condannato a 4 anni di reclusione e 10 milioni di multa all’Agenzia delle Entrate per una frode fiscale di 7,3 milioni, ultima tranche sopravvissuta alla prescrizione di una frode di 368 milioni di dollari di fondi neri nei paradisi fiscali, siamo proprio sicuri che il termine esatto per qualificare l’assegnino proveniente dalla Costa Azzurra sia “aiuto”, “donazione”, “beneficenza”, “generosità” e non, puta caso, “tardiva restituzione del maltolto in comode rate”? Il dilemma si pone tanto per il noto pregiudicato quanto per le altre Dinasty, Agnelli in primis, che per decenni hanno ciucciato enormi risorse all’erario (e dunque anche alla sanità) e/o nascosto montagne di capitali all’estero e/o traslocato direttamente sedi o filiali delle loro holding. Anche per loro la beneficenza altro non è che una forma dorata di “voluntary disclosure”, col vantaggio però di perdere il disvalore tipico dei capitali rimpatriati e di regalare ai titolari l’aureola santificante di salvatori della patria. Nel caso del presunto Presidente, se l’Innominabile e il cabarettista non si offendono, ci sarebbe poi un’altra faccenduola, accertata da fior di sentenze: e cioè che l’Apostolo di Arcore e l’inseparabile San Marcello, dal 1974 al 1994, versarono semestralmente a Cosa Nostra ingenti somme che potrebbero far impallidire l’assegnino appena girato al Bertolaso Hospital. Volendo poi esagerare, al netto dei condoni e scudi fiscali e delle istigazioni a evadere che hanno premiato i ladri, offeso gli onesti e svuotato vieppiù le casse dell’erario (Sanità compresa), ci sarebbe un altro dettaglio, recentemente rievocato da Giuseppe Graviano: quello degli investimenti di famiglie mafiose nelle aziende di Milano2 e dintorni che, se fossero veri, autorizzerebbero il sospetto che il Buon Samaritano di Nizza faccia beneficenza con soldi degli altri.

Ma questi, mi rendo conto, sono cattivi pensieri di noi cretini del Fatto, per giunta malati incurabili di memoriavirus.

Fonte

Coronavirus, un’azienda sannita si candida: Produciamo noi le mascherine per la Campania – Ildenaro.it

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Coronavirus, un’azienda sannita si candida: Produciamo noi le mascherine per la Campania – Ildenaro.it

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Benvenuti fra noi –

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  • Benvenuti fra noi –
    di Marco Travaglio
    sul Fatto Quotidiano del 18 Marzo

Quando dicevamo che il Conte-2 con 5Stelle e centrosinistra era il peggior governo possibile eccetto tutti gli altri, da destra rispondevano che era una catastrofe, perché il toccasana erano le elezioni e un bel governo Salvini-Meloni-B.. E dalla Salvinistra rispondevano che era una catastrofe perché Conte è mezzo pirla e mezzo populista, i 5Stelle una manica di caproni fascisti, incompetenti e nemici della scienza e il Pd è un’ameba succube dei grillini e insensibile a questioni urgentissime come i decreti Sicurezza, lo Ius soli, il blocco della bloccaprescrizione e gli altri preziosissimi consigli di Repubblica, Stampa e Verano Illustrato, dunque non abbastanza “de sinistra” e per giunta sprovvisto di “anima”, ergo molto meglio le elezioni, cioè un bel governo Salvini-Meloni-B.. I più furbi del bigoncio, quelli con la evve, aggiungevano che il pessimo, inesistente, impresentabile, paralizzato, inanimato e asessuato Conte 2 era una benedizione per Salvini, a cui avrebbe moltiplicato i voti. Interrogati sulle ragioni di tanto granitico pessimismo, lovsignovi facevano le faccette malmostose, alzando cortine fumogene e obiettando vaghezze: tipo che la Finanziaria anti-Iva era robetta e ci voleva ben altro, tipo l’anima e poi i decreti Sicurezza, lo Ius soli, la nostra bella sinistra, la nostra bella Europa, la nostra bella prescrizione, il nostro bel garantismo contro la bavbavie, insomma il pvoblema è un altvo signova mia.

Mai una critica sul merito, un fatto inoppugnabile: solo occhi al cielo, nasi arricciati, bocche storte, occhi strizzati, braccia allargate. Ogni tanto speravano che fosse finalmente finita e s’illuminavano d’immenso: come quando annunciarono che Conte aveva svenduto l’Italia a Trump in cambio del tweet pro-Giuseppi, facendo incontrare i capi dei nostri servizi col ministro della Giustizia americano per passargli montagne di segreti di Stato sul leggendario Mifsud, ma l’imminente pubblicazione del “rapporto Barr” (“questione di giorni”, “di ore”), ovviamente esplosivo e definitivo (“il premier trema”, “terrore a Palazzo Chigi”, “notti insonni”), avrebbe raso al suolo la montagna di menzogne fabbricata dall’“Azzeccagarbugli di Volturara Appula” con i suoi complici spioni, segnandone l’ignominiosa fine politica, morale, forse anche biologica. Poi, siccome il rapporto Barr non uscì o non smentì nulla, provvide l’Innominabile a far tutti contenti, minacciando un giorno sì e l’altro pure la crisi di governo che i signorini grandi firme davano per scontata e imminentissima, facendo a gara a intervistare Messer Trepercento come ai bei tempi del 40,8%.

E già sognavano una Gioiosa Macchina da Guerra capitanata da un bel “riformista” tipo i fu Sala e Gori col contorno di qualche sardina sfusa, per tornare al vecchio caro (e falso) bipolarismo. Non secoli fa: un mese fa. Poi è arrivato il coronavirus, una prova mai vista prima che, se fosse stato vero un centesimo di quel che dicevano lorsignori, avrebbe dovuto esaltare tutte le magagne del premier e del suo governicchio senz’anima. Invece, sorpresa. Anziché circondarsi di no-vax, complottisti, terrapiattisti e rettiliani, il noto pirla dà retta agli scienziati e sperimenta – primo nel mondo democratico – una cura da cavallo per contenere il contagio e l’annessa recessione. In Italia apprezzano quasi tutti e all’estero quelli che non apprezzano sono costretti, dopo qualche giorno di spiritosaggini anti-italiane, a copiare, incollare e tradurre nelle rispettive lingue i decreti dell’Azzeccagarbugli di Volturara Appula e dei suoi ministrucoli senz’anima. Il tricolore sventola in tutto il mondo, persino in Italia. Tutti, con grande nonchalance, titolano che “gli altri ci copiano”, “l’Italia fa scuola”. E azzardano persino pallide criticucce non solo a Trump e Johnson (sovranisti, cioè brutti), ma financo a Lagarde, Macron e Sánchez (europeisti-progressisti, cioè belli). Qualche furbacchione tenta di insinuare che sia colpa di Conte&Casalino pure la fuga di notizie sulla bozza del decreto per la zona rossa in Lombardia e altre 13 province, e dunque la fuga di massa verso Sud. Poi però la Cnn dice che la bozza l’ha avuta dalla Regione Lombardia. E l’esodo prosegue nei giorni successivi, anche quando tutta l’Italia è diventata zona arancione, dunque la fuga di notizie (peraltro vere) non c’entrava niente con la fuga della gente: c’entrava la notizia, che avrebbe sortito effetti analoghi anche se fosse uscita dopo, col decreto ufficiale, anziché sei ore prima, con la bozza. E non certo perché gli italiani abbiano Caporetto nel sangue: altrimenti non si spiega l’identica fuga (senza Conte&Casalino) degli illuministi parigini quando Macron s’è deciso a chiudere in casa anche loro. A questo punto, delle due l’una: o si continua a ripetere coerentemente che Conte è una pippa e il suo governo pure (in compagnia di Capezzone, Farina, Facci, Capuozzo e Innominabile), o si ammette di avere sbagliato finora.

Per carità, non è necessario aggiungere chi aveva visto giusto: sarebbe troppo. Ma un pizzico di sana autocritica, prima di voltare gabbana, sarebbe il minimo. Magari dire: “Meno male che i nostri consigli non sono stati ascoltati e i nostri auspici non si sono avverati, altrimenti oggi a gestire questo po’ po’ di casino avremmo il Cazzaro che chiude tutto, riapre tutto, richiude tutto (tranne la bocca), poi va a spasso con la ragazza. O magari un governissimo con l’Innominabile che, pur di stare sui giornali, andrebbe in giro a fare tamponi ai passanti o a ingoiare pipistrelli”. Poi però bisogna frenare le lingue per non esagerare dall’altra parte. Conte è una persona seria, ma non è Churchill. Quindi va bene diventare contiani, ma forse il “God Save Conte” di Francesco Merlo su Repubblica è un filino troppo.

Coronavirus, le ricette per eliminarlo a casa, basta un minuto

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Le “ricette” sono di facile realizzazione, come spiegato anche dall’Oms.  “Servono, in alternativa, etanolo (alcol etilico) al 70%, perossido di idrogeno (acqua ossigenata) allo 0,5% oppure ipoclorito di sodio (la comune candeggina da bucato o varechina) allo 0,1% e acqua di rubinetto, necessaria ad abbassare l’eccessiva concentrazione dei prodotti casalinghi, che può risultare non ottimale”. Ecco come procedere per realizzare tre preparati diversi, ma tutti molto funzionali:

1) miscelare:
– 0,4 litri di alcol denaturato al 90% (quello rosa in commercio), equivalente a circa due bicchieri di plastica colmi;
– semplice acqua del rubinetto, fino a raggiungere un totale di mezzo litro.
Questa soluzione,  “può durare anche una settimana”.

2) miscelare:
– 0,1 litri (pari a circa metà bicchiere di plastica) di acqua ossigenata per medicazione al 3% (10 volumi);
– acqua del rubinetto, fino ad arrivare a mezzo litro di soluzione disinfettante.
Questa soluzione, va preparata ogni giorno “perché il principio attivo non è stabile oltre le 24 ore”.

3) miscelare:
– 10 ml di candeggina da bucato al 5% (circa un cucchiaio da minestra);
– acqua di rubinetto fino ad arrivare a mezzo litro.
Questa soluzione, va preparata ogni giorno “perché il principio attivo non è stabile oltre le 24 ore”.

Si raccomanda  tutti questi prodotti devono essere utilizzati solo ed esclusivamente per pulire e disinfettare le superfici di casa. Non per la cura del corpo e della persona.

Coronavirus, le ricette per eliminarlo a casa, basta un minuto

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Le “ricette” sono di facile realizzazione, come spiegato anche dall’Oms.  “Servono, in alternativa, etanolo (alcol etilico) al 70%, perossido di idrogeno (acqua ossigenata) allo 0,5% oppure ipoclorito di sodio (la comune candeggina da bucato o varechina) allo 0,1% e acqua di rubinetto, necessaria ad abbassare l’eccessiva concentrazione dei prodotti casalinghi, che può risultare non ottimale”. Ecco come procedere per realizzare tre preparati diversi, ma tutti molto funzionali:

1) miscelare:
– 0,4 litri di alcol denaturato al 90% (quello rosa in commercio), equivalente a circa due bicchieri di plastica colmi;
– semplice acqua del rubinetto, fino a raggiungere un totale di mezzo litro.
Questa soluzione,  “può durare anche una settimana”.

2) miscelare:
– 0,1 litri (pari a circa metà bicchiere di plastica) di acqua ossigenata per medicazione al 3% (10 volumi);
– acqua del rubinetto, fino ad arrivare a mezzo litro di soluzione disinfettante.
Questa soluzione, va preparata ogni giorno “perché il principio attivo non è stabile oltre le 24 ore”.

3) miscelare:
– 10 ml di candeggina da bucato al 5% (circa un cucchiaio da minestra);
– acqua di rubinetto fino ad arrivare a mezzo litro.
Questa soluzione, va preparata ogni giorno “perché il principio attivo non è stabile oltre le 24 ore”.

Si raccomanda  tutti questi prodotti devono essere utilizzati solo ed esclusivamente per pulire e disinfettare le superfici di casa. Non per la cura del corpo e della persona.