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venerdì 31 marzo 2017
Cup di Golf. Sapete dove?
Il sottosegretario dei Beni Culturali Dorina Bianchi annuncia la fidejussione entro Pasqua “nel dl Enti Locali o nel dlFiscale”. Lotti non smentisce, imbarazzo in Federgolf
Rogna privata, pubblica virtù. Da Renzi a Gentiloni il discorso non cambia: nelle varie dichiarazioni ai media la Ryder Cup di golf è una grande opportunità, ma poi – al chiuso del consiglio dei ministri e di palazzo Chigi – la competizione è una grana che passa di mano in mano, di ministero in ministero, senza che nessuno sia riuscito a trovare lo strumento e la finestra giusta per inserire la garanzia statale da 97 milioni di euro senza cui la Ryder Cup 2022 a Roma non si farà mai. Ora che il tempo stringe, il governo ha deciso di riprovarci. Ma, al contrario di quanto promesso alla Federgolf, non lo farà con un provvedimento ad hoc che è sintomo di trasparenza, bensì tenterà di infilare di nuovo la fidejussione altrove, in leggi che – neanche a dirlo- con lo sport non hanno nulla a che vedere. Tutto come prima, insomma.
Questa volta la soluzione arriva addirittura dalla sottosegretaria ai Beni Culturali, Dorina Bianchi: “Perché la manifestazione è in linea col piano strategico per il turismo che abbiamo varato”. E mentre tutti aspettavano notizie dal ministero dello Sport di Luca Lotti, è toccato alla vice alfaniana di Dario Franceschini indicare la via per approvare le coperture economiche che ancora mancano: il Def, che dovrà essere presentato entro il 10 aprile, o magari il decreto enti locali. Gentiloni come Renzi, quindi. L’esecutivo dell’ex rottamatore, infatti, è stato il primo a provarci: prima aveva stanziato (di nascosto) 60 milioni di euro cash nel capitolo “giovani e sport” della legge di bilancio. Il motivo? La Ryder Cup 2022 sarà una grande occasione di sviluppo per tutto il movimento sportivo. Un successo a metà: ok al contributo, ma la garanzia era stata stralciata. Poi, con Gentiloni premier, è stata spostata nel dl Salva banche, con un emendamento a firma del senatore italo-americano Renato Guerino Turano. “Perché il torneo golfistico può promuovere l’immagine dell’Italia nel mondo”, aveva spiegato il parlamentare residente a Chicago, col suo italiano a stelle e strisce. Anche questa volta niente da fare. Trascorso un po’ di tempo, calmate le acque, il governo è pronto a tornare alla carica. Ma nella confusione generale – è scoperta di queste ore – in Parlamento è spuntato pure un ddl a firma di un parlamentare del Gruppo per le autonomie (e di un altro senatore estero, stavolta brasiliano), che riprende pari pari il testo già bocciato dell’emendamento Turano.
L’ANNUNCIO DELLA SOTTOSEGRETARIA – Sono passati quasi due mesi dall’ultimo, maldestro tentativo bocciato per inammissibilità dal presidente del Senato, Pietro Grasso. Un autogol, l’ennesimo, che aveva messo a rischio l’intera manifestazione, vista la scadenza fissata dalla società Ryder Cup Europe. La FederGolf del presidente Franco Chimenti è riuscita a scongiurare il pericolo più immediato, ottenendo altro tempo dagli inglesi, ma resta l’obbligo di fornire quanto prima quella copertura statale al progetto che gli organizzatori pretendono da qualche anno (dopo che la Francia per il 2018 ha avuto problemi con le sue garanzie private). Così nelle ultime settimane sono andati avanti i contatti tra ministero dello Sport e Federazione, per individuare lo strumento giusto. Ad annunciare in pompa magna la soluzione, però, è stato un altro dicastero: quello dei Beni Culturali e del Turismo (di qui la – presunta – competenza) di Dario Franceschini, con le dichiarazioni al quotidiano Il Tempo della sottosegretaria Dorina Bianchi. “L’ipotesi al vaglio è di inserire la fidejussione in uno dei prossimi decreti in arrivo: il dl enti locali oppure, più probabilmente, il decreto fiscale i cui effetti saranno ricompresi nel Def. Lo faremo a brevissimo”. Parole che, se seguite dai fatti, non potranno che generare nuove polemiche: giusto giovedì le risposte di Lotti alla Camera e l’incontro interlocutorio fra il presidente Chimenti e il Movimento 5 stelle avevano riacceso il dibattito con toni anche aspri sulla Ryder.
LO STRUMENTO RESTA UN MISTERO – L’intervista inattesa è subito diventata un giallo. Dallo staff di Luca Lotti, ad esempio, non confermano né smentiscono: “Quello che il ministro aveva da dire lo ha detto ieri in Commissione”. Ovvero nulla: nella risposta all’interrogazione del deputato del Movimento 5 stelle, Simone Valente, il titolare dello Sport si era limitato a confermare il suo interesse personale, sottolineando l’importanza della manifestazione e il fatto che la garanzia fosse “a basso rischio”. Nessun riferimento a precisi strumenti normativi. Anche in Federazione non avevano ricevuto comunicazioni a riguardo: “Per noi l’importante è che arrivino le coperture che ci erano state promesse. Tocca al governo stabilire come” fanno sapere, senza nascondere un misto di sorpresa e di imbarazzo per il colpo di scena. E anche se il presidente del Coni, Giovanni Malagò, continua a dirsi “fiducioso” (“Prima si fa e meglio è, il 15 aprile è la deadline”), resta da capire la praticabilità della strada indicata dalla sottosegretaria. Il Def, infatti, è solo un documento di programmazione economica: una dichiarazione di intenti, che però non ha valore attuativo. Inserire la garanzia nel testo che per legge deve essere presentato entro il 10 aprile servirebbe solo a ribadire in maniera ufficiale l’impegno dell’esecutivo. Poi ci vorrà comunque un altro provvedimento. La Bianchi ha citato il decreto fiscale, su cui un tentativo è già andato a vuoto lo scorso novembre. O il decreto Enti locali, in arrivo nelle prossime settimane, su cui pure però potrebbe riproporsi la solita questione di legittimità. Contattata più volte da ilfattoquotidiano.it per chiarire il senso delle sue dichiarazioni, la sottosegretaria (impegnata al G7 della Cultura a Firenze) non ha voluto rispondere.
IL DDL “DORMIENTE” – Di certo, di tutto pare trattarsi fuorché di un provvedimento dedicato: sarebbe la soluzione più appropriata, ma il governo ha sempre cercato di evitare questa strada per non mettere la firma su una manifestazione non proprio ben vista dall’opinione pubblica in tempi di crisi (e anche forse per sfuggire a pericolose divisioni in parlamento, in caso di voto). Dopo l’ultimo episodio del Salva Banche, però, anche nell’esecutivo sembravano intenzionati a fare le cose per bene. Almeno così avevano assicurato alla stessa Federazione, spiegando che lo strumento doveva ancora essere individuato, ma che si sarebbe trattato di un “provvedimento ad hoc”. “E noi ci auguriamo che continui ad essere così, vogliamo che sia tutto trasparente”, commentano dalla FederGolf. Invece l’esecutivo pare più orientato ad insistere sulla tattica dell’imboscamento. A meno che all’ultimo momento non si decida di ricorrere ad un vero e proprio disegno di legge. A quanto apprende ilfatto.it, ce n’è uno già pronto, in Parlamento: depositato quasi di soppiatto un mese fa, in piena crisi da Dl Salva Banche, e da poco assegnato alla Commissione Istruzione e Beni Culturali a Palazzo Madama. Lo firmano i senatori del Gruppo per le Autonomie Enrico Buemi e Fausto Guilherme Longo (eletto nella circoscrizione sudamericana), che hanno copiato e incollato in un ddl il testo che fu bocciato nell’emendamento Turano. Il mistero, insomma, si infittisce: decreti, emendamenti e disegni di legge, giovani, turismo e prestigio internazionale, ogni ragione sembra buona per le garanzie della Ryder Cup. Ma non è mai quella giusta.