Le riflessioni di Francesca 

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Ma manco te l’avesse prescritto il medico di essere a tutti i costi gentile con me, o te lo avesse inflitto il prete come punizione per scontare i tuoi peccati… guarda, veramente, se ti si deve gonfiare la vena in fronte a forza di spremerti come se non cagassi da una settimana, per trovare una fetentissima e stiracchiata cosa carina da dirmi, ti prego taci dignitosamente, ingerisci una metaforica cucchiarata di cauce, utilizza le nozioni di ricamo delle suore per cucirti la bocca col punto ad erba, agliottiti quel capuzziello di lingua biforcuta che ti ritrovi o, tuttalpiù, pigliami a male parole che fai più presto e io mi riesco a regolare meglio e usciamo direttamente a chi sono io e chi si tu. Guarda che i miei genitori hanno già fatto un ottimo lavoro, non ci sta bisogno che te ne esci tu e mi dici che sono “una persona originale, fuori dal comune… ma in senso buono eh” che si capisce abbastanza che mi ritieni una personalità profondamente disturbata, sì, te l’ho detto, ci ho avuto i traumi infantili, come tutte le persone normali, sei tu che sei vissuta nel buttiglione del Mulino Bianco. E quando poi mi squadri da capo a piedi, sezionando pensosa il mio outfit, e ti soffermi sulle scarpe che io amo particolarmente strane e cafone, e mi fai: io non me le metterei mai, ma si addicono al tuo stile, poi non ti lamentare se, a mo di promemoria, ti stampo in fronte il tacco recante il marchio delle mie zeppe di pelle nera con le borchie. Che ti dovrei dire io per ricambiare il favore? Uh ma che detergente usi per il viso? Intima di Carinzia? No perché davvero la grana della tua pelle ricorda molto uno scroto e hai un’ineffabile e inequivocabile faccia di cazzo. Ma mi sto zitta va, perché resto una signora!

“Caro stato invece di ammazzarmi smetto di pagare le tasse,lo prevede la costituzione”

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Lettera allo stato da un imprenditore sul lastrico”Non mi ammazzo,smetto di pagare le tasse,non voglio più mantenervi,lo prevede la costituzione”.°°Ecco gli articoli cel codice penale e della costituzione sui quali l’imprenditore fa appello.

Ecco di seguito la lettera integrale:
“Mi chiamo Barresi Giuseppe, lavoratore e prima ancora padre e nonno di famiglia, dichiaro apertamente di non riuscire più a pagare, con i miei incassi, tutte quelle tasse che lo Stato mi chiede. Mi appello ai principi dello stato di necessità e della capacità contributiva proporzionale al proprio reddito, stabiliti rispettivamente dagli Art. 54 c.p. e 53 Cost. per legittimare il mio rifiuto categorico di continuare a contribuire, attraverso le tasse, alle spese per il mantenimento dei privilegi della classe politica che ci governa, vera protagonista di questa crisi economica.
Con le loro scelte hanno mantenuto uno Stato parassitario, e scaricato le proprie responsabilità verso le categorie più deboli, in particolare piccoli commercianti e artigiani. Tassa dopo tassa ci hanno portato allo stremo e oltre, spesso inducendoci a pensare seriamente al suicidio. E questa è l’accusa maggiore che faccio ai nostri governanti: induzione al Suicidio. In questi anni ho cercato di pagare le bollette, che sono quadruplicate, ho cercato di pagare le tasse comunque quadruplicate, ho cercato di mantenere in vita la mia attività portando al minimo i costi di gestione e riducendo le mie entrate, perché costretto ad abbassare i prezzi (nonostante l’Iva) per mantenere la clientela.

Di conseguenza ribadisco apertamente di non poter più pagare ulteriori tasse: non sono un delinquente, non sono un ladro e non voglio essere un evasore, ma davanti a una politica che continua insensatamente a mantenere privilegi e costi sproporzionati, vergognosi e irrispettosi nei confronti di tutti i lavoratori di questo paese, inizio questa protesta economica appellandomi ai due sopracitati principi: Art. 54 co.1 del Codice penale: stato di necessità. Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Il vertiginoso e incontrollato aumento delle tasse ha prodotto un danno grave e attuale alla mia famiglia mettendo in pericolo soprattutto il futuro dei miei figli e nipoti.
Art.53 co.1 della Costituzione italiana: tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
Io non incasso abbastanza per pagare tutte queste tasse e se non incasso abbastanza vuol dire che c’è qualcosa nei conti dello Stato che non funziona e quindi essendo cittadino italiano esigo che lo Stato si faccia garante della mia condizione familiare.”

http://www.ilmondoit.info/

DOPO IL SERVIZIO DELL IENE, ARRIVA L’ANNUNCIO DEL M5S:”VIRGINIA RAGGI E’ LA SINDACA DI ROMA LEGITTIMAMENTE”

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“Tutte le firme raccolte a Roma per la presentazione della lista di Virginia Raggi sono autentiche e autenticate”, lo riferisce il M5S sul blog di Beppe Grillo. 

Ecco come prosegue l’articolo: 

“Il servizio de Le Iene riferisce di una presunta irregolarità formale su un atto (chiamato atto principale) redatto dai delegati di lista, ma è bene chiarire subito che non sono le firme a essere irregolari. Ma anche ipotizzando che ci sia un errore formale questo non inficia la regolarità e la legittimità della lista. 

A tal proposito il TAR del Friuli Venezia Giulia 28 giugno n. 450/2006 ha avuto modo di rimarcare che “è del tutto inconferente, ai fini della regolarità delle operazioni elettorali, che l’autenticazione delle firme dell’atto principale sia antecedente a quella delle firme contenute negli atti separati”.” e che “Questa discrasia, però, non è sanzionata dalla legge: e non potrebbe essere altrimenti, dato che non impinge su nessun principio in materia di operazioni elettorali”. 

Mettetevi l’animo in pace: la Raggi è legittimamente sindaco di Roma votata da più di due terzi degli elettori romani”. 

BLOCCATI I CONTI E LA CARTA DI CREDITO: STANGATA L’EX SINDACA PD! FINALMENTE FANNO PAGARE AD UNA PARASSITA I DANNI INENARRABILI CHE HA PROVOCATO

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sabato 25 marzo 2017

Sono passati quasi sei anni e mezzo da quella tragica alluvione del novembre 2011 che a Genova costò la vita a sei persone. Per quei fatti, l’allora sindaca del capoluogo ligure, la piddina Marta Vincenzi, è stata condannata a pagare 4 milioni e mezzo di provvisionale (cioè un anticipo del risarcimento) in solido con due coimputati e il Comune. E da giovedì i suoi conti correnti sono bloccati. Pignorati. La Vincenzi non può fare prelevamenti allo sportello o al bancomat, nè utilizzare la carta di credito. On pratica, è come se avesse perso tutto. E dal prossimo mese le verrà pure pignorato il quinto della pensione. “E’ una situazione pesante, come lo è sicuramente quella dei parenti delle vittime” dichiara al Corriere la Vincenzi. “Di fatto – aggiunge – non ho di che vivere, se non grazie all’aiuto di mio marito che ancora lavora”.

FONTE

LIBERO

il tatuaggio

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Sicuramente sarà un mio limite guarda, ancora ci arrivo a capire quando ti tatui una colonna corinzia per gamba con tanto di capitello composito, secondo tradizione greca, da architrave, fregio e cornice. Già trovo un po’ più rischioso quando ti fai marchiare col nome dell’amore della tua vita dopo tre giorni che state insieme che, si chiamasse Maria, ancora ancora, nella malaugurata e recondita ipotesi in cui la vostra storia naufragasse, potresti sempre apparare in qualche modo la situazione fidanzandoti esclusivamente con donne che portano quel nome, ma cazzo si chiama Ermenengardaconcetta! Mo io ci starei pure attenta con gli ideogrammi cinesi o giapponesi, che tipo tu ti credi che ci sta scritto un haiku o una frase poetica a base di ciliegi in fiore e il tramonto malinconico sul fiume giallo, invece te ne vai in giro sulla spiaggia esibendo fiero la scritta sopra al petto: tengo seri problemi di erezione, non mi si alza più nemmeno con le carrucole… che poi non ti spieghi perché i numerosi venditori ambulanti cinesi in cui ti imbatti sulla battigia, ti ridono in faccia e ti tirano dietro metaforici cuppetielli. Va bene, è tutto ancora molto bello, ma io vorrei sapere esattamente cosa ti passa per la testa quando ti fai tatuare sulla schiena, da una parte, il Volto santo con la corona di spine e dall’altra Che Guevara e in mezzo, come anello di congiunzione, la capa del mastino napoletano di nome Ciro che i tuoi ti avevano regalato quando avevi cinque anni…

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Aversa, un complotto contro il vicesindaco Turco? Ronza: “Una bufala”

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Aversa – “Le voci riguardanti una sorta di ‘operazione segreta’ atta a sostituire il vicesindaco e (dopo l’arresto del sindaco De Cristofaro) attuale sindaco facente funzioni Federica Turco, assegnando la sua delega ad un altro assessore, rappresentano una ‘bufala’. Così com’è una bufala la notizia della mia partecipazione ad un incontro finalizzato a realizzare l’operazione”.

A parlare è Michele Ronza, assessore ai Lavori pubblici, incluso nella rosa dei “papabili” alla carica che, però, si sarebbe dichiarato indisponibile. “Stando a queste voci – spiega Ronza – degli assessori dovrebbero ritirare la delega al vicesindaco in carica per riassegnarla ad un altro assessore. Non si può, lo vieta la legge. Perché è il sindaco che dovrebbe firmare l’atto di riassegnazione delle deleghe e questo, ad oggi, non è possibile”.

Mortificata dall’attacco mediatico lo stesso vicesindaco ed assessore alla Pubblica istruzione, che preferisce non commentare.

“Al di là delle favole – sottolinea poi Ronza – di certo c’è solo il fatto che la giunta, anche nella giornata odierna, è al lavoro ma solo per l’ordinario. Tutto il resto sarà affrontato quando il sindaco tornerà al suo posto. Perché siamo certi che tornerà al suo posto. Siamo sicuri che per Enrico De Cristofaro tutto si risolverà in una ‘bolla di sapone’”.

Aversa, un complotto contro il vicesindaco Turco? Ronza: “Una bufala”

Aversa, condannato dirigente scolastico per comportamento antisindacale

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Rosa Celardo aveva censurato un insegnante che aveva contestato una sua circolare di RAFFAELE SARDO

Condannata dirigente scolastica per comportamento antisindacale. Accade ad Aversa al liceo Iommelli dove il rappresentate sindacale della Cgil contesta una circolare della dirigente e lei, per tutta risposta, censura il sindacalista. Un provvedimento che la sezione lavoro del tribunale di Napoli Nord ha stabilito essere di natura antisindacale, cioè una ritorsione. E pertanto ha ordinato la revoca della censura al professore, rappresentate sindacale della Cgil.

I fatti risalgono ad alcuni anni fa. Lo scontro inizia subito  dopo che la dirigente, Rosa Celardo, adotta una circolare riguardante l’entrata e l’uscita delle autovetture del corpo docenti dai due ingressi dell’istituto e regola anche l’uscita degli studenti. In pratica inverte le uscite pedonali e motorizzate della scuola. La conseguenza del provvedimento è che gli insegnanti erano costretti ad aspettare altri 15-20 minuti oltre l’orario scolastico per poter uscire. La circolare viene formalmente contestata attraverso una petizione scritta, ed è stata anche oggetto di assemblea dei docenti. Alla fine viene contestata anche dai rappresentanti sindacali della scuola, tra cui il professor Sergio Fabozzi della Cgil, che all’epoca rivestiva anche il ruolo di responsabile della sicurezza dei lavoratori.

La decisione adottata dalla dirigente era considerata da tutto il corpo docente sbagliata, perché prima  il traffico defluiva celermente. Ora, invece, con la nuova disposizione, si costringeva tutto il personale ad un’anticipazione e a un prolungamento dell’orario  di lavoro e diventava anche pericolosa, perché gli studenti avevano continuato a usare per la loro uscita pedonale, la stessa di sempre, ignorando la disposizione della dirigente.

Lo scontro è diventato così duro da spingere la dirigente scolastica a comminare un provvedimento disciplinare nei confronti dell’insegnante della Cgil. Da qui il ricorso al giudice del lavoro, da parte del professor Sergio Fabozzi, difeso dall’avvocato Raffaele Ferrara. Il giudice del lavoro, Paola Odorino, ha accolto il ricorso dichiarando “la natura antisindacale del comportamento tenuto dalla professoressa Rosa Celardo, ordinando alla stessa di porre fine al suo illegittimo comportamento e per l’effetto revoca il provvedimento disciplinare di censura intimato al sig. Fabozzi Sergio”.
“Questa sentenza è destinata a creare un importante precedente nel mondo della scuola – sostiene la Cgil –  perché ribadisce il ruolo della Rsu nell’esercizio dell’attività sindacale nella scuola e rappresenta un pronunciamento significativo perché serve a ripristinare più chiare e positive relazioni antisindacali. E’ la vittoria della democrazia nei luoghi di lavoro”. La dirigente scolastica, che è stata anche condannata al pagamento delle spese processuali, ha annunciato che farà ricorso contro la sentenza del tribunale di Napoli Nord.

“DROGHE PESANTI PER ALMENO 50 SENATORI NEI BAGNI DI PALAZZO MADAMA”: LA PESANTE ACCUSA DI UN PARASSITA DI LUNGO CORSO

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“Droghe pesanti per almeno 50 senatori nei bagni di Palazzo Madama”
“Su 315 una cifra tra i 50 e i 70 senatori fa uso di droghe pesanti”. L’accusa viene lanciata dal presidente dei senatori verdiniani di Ala Lucio Barani

“Su 315 una cifra tra i 50 e i 70 senatori fa uso di droghe pesanti. Certi interventi che si ascoltano non sono giustificati solo dalla mancanza di cultura…”. Lo ha affermato il presidente dei senatori verdiniani di Ala Lucio Barani.

L’uso delle droghe pesanti a Palazzo Madama avviene “sicuramente anche nei bagni” e i senatori drogati non sono “né di destra né di sinistra: sono solo dei cialtroni capitati in Senato”.

“Se fossi stato presidente del Senato – ha detto a “Un giorno da Pecora” su Radio Rai 2- avrei fatto delle analisi ambientali in quei posti”.

La sua teoria sui senatori cocainomani è fondata sulla loro pupilla. “Uno che all’ombra ha delle pupille strette quando dovrebbero esser dilatate, oppure uno che in piena luce ha pupille miotiche – ha detto Barani – significa che ha assunto qualcosa”.

E allora “facciamo – ha esortato il capogruppo dei verdiniani in Senato- l’esame del capello prima di iniziare gli interventi in aula. Io l’ho fatto”.

FONTE

http://www.affaritaliani.it/politica/droghe-pesanti-per-almeno-50-senatori-nei-bagni-di-palazzo-madama-406113.html