​LA “GRANDE” AVERSA di Romualdo Guida

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“Riorganizzazione della città perché Aversa diventi nodo di una rete”
Per la città non servono, banalmente, più soldi ma occorre un’azione che riformi profondamente il suo modo di funzionare, che sappia ridisegnare la mobilità, gli orari, i servizi, la vivibilità, l’estetica; che usi le grandi poten-zialità dell’innovazione telematica. Nella città servono, paradossalmente, i cittadini: almeno quelli che negli ultimi tempi sono stati praticamente espulsi dai centri antichi per la fatiscenza sempre più evidente.

Ma la chiave del successo di una grande strategia sta probabilmente nelle capacità di prescindere dagli interessi particolari ovvero di sollecitarli fa-cendo una mediazione tra i vari interessi per giungere al “bene comune”. Si tratta, in effetti, per mutuare una espressione oggi abusata, di trovare lo “in-teresse sostenibile”. Occorre ricercare il dialogo fra Governo delle Ammini-strazioni sovraordinate e Città, Città ed Imprenditori, Imprenditori e Lavora-tori, Pubblico ed Utenti privati attraverso la condivisione di obiettivi ed il coordinamento di azioni. Mettendo “in equilibrio”, quindi, i vari “interessi” e trovando, infine, lo “interesse comune” ovvero lo “interesse sostenibile” cioè l’unico interesse utile per il bene della Città.

E’ evidente, quindi, che tutto lo sviluppo della città non può che essere incentrato su una programmazione contrattata tra tutti : Organi Istituzionali e cittadini che partecipano al processo produttivo.

Aversa ha grandi potenzialità. È Terra colma di beni culturali con una Storia gloriosa fin dalla fondazione della città. È  sicuramente già nodo fer-roviario. È sede di localizzazione di funzioni di primo livello quali le uni-versità e scuole di ogni ordine e grado, il Tribunale di Napoli Nord che conta un’Utenza di oltre un milione di cittadini ma anche di sistemi di at-trezzature quali zone commerciali specializzate ed è il nucleo di una po-tenziale grande città in grado di veder realizzato un sogno come fu per New York oltre cento anni fa..

Il sogno realizzatosi a New York fu riportato in un articolo di Mauro Ca-lamandrei sui 100 anni di quella città dal titolo: “La città imperiale verso il terzo millennio”. Testualmente si leggeva:

New York compie cent’anni. La città che è diventata sinonimo di tutto quello che c’è di meglio e di peggio nella vita moderna, era stata inventata la notte di capodanno del 1898, fra discorsi, spari di cannoni e fuochi di ar-tificio, col matrimonio fra l’isola di Manhattan, la città autonoma di Brooklyn e i quartieri di Queens, Bronx e Staten Island.

Ad un secolo di distanza è difficile non ammirare la lungimiranza di quei primi esponenti della città. Il trionfo della loro strategia dimostra ancora una volta che le grandi città sono creature dell’immaginazione e della volontà degli uomini almeno quanto del convergere di forze naturali e di circostanze. Negli ultimi decenni del secolo scorso non c’è dubbio che le città sono state il motore della storia, ma i due centri con maggiori probabilità di diventare la metropoli più importante sembravano essere Filadelfia e Chicago. La prima era stata la culla della repubblica ed era allora la sede d’importanti istituzioni artistiche e culturali e di alcuni dei più potenti gruppi finanziari e industriali; mentre Chicago sembrava il centro meglio preparato a dominare il futuro perché era il punto di convergenza di laghi, canali e ferrovie ed il fulcro di una delle regioni più ricche di risorse naturali del mondo. New York invece era un’isola rocciosa in una zona priva di risorse particolari. Però aveva la fortuna di avere cittadini decisi a farla diventare “la città imperiale”.

Bisogna mutuare l’atteggiamento dei cittadini di New York: per il rilan-cio della città occorre realizzare la “Grande Aversa”. Esaltare la cultura ed il turismo, nonché l’artigianato ed il commercio intimamente indotti da quelli, avendone la città normanna tutte le premesse essendo intrinseche ad Aversa le caratteristiche di: “città normanna” ( da Aversa partì la civiltà normanna che portò a Federico II detto lo Stupor Mundi), “città della musi-ca, del commercio e dell’artigianato” ( città natale di Cimarosa, Iommelli ed Andreozzi nonché “patria” della mozzarella, delle scarpe, della “polacca”, della “pietra di S. Girolamo” etc.), “città degli studi” ( sede delle facoltà di Architetura ed Ingegneria nonché di scuole secondarie di ogni tipo di “specializzazione” con una antica tradizione di studi classici ma con una presenza di indirizzi scientifici e tecnici tra i più completi in Campania). Da poco Aversa è anche “città del diritto” essendo sede del grande Tribunale di Napoli Nord.                 

Bisogna partire dalla considerazione che Aversa, sin dalla sua fondazione, viveva in sinergia con i “suoi” borghi (Tuberola, Luxanum, S. Nicola a Piro – Casaluce ecc.) essendo nata essa stessa dalla acquisizione da parte di Rainulfo Drengot del borgo Sancte Paulum at Averze.  

Come scriveva lo storico sindaco Gaetano Parente: “ Nella serie degli undici conti normanni di Aversa fu Rainulfo il fondatore della città. Ebbesi questi donato, fin dal 1022, un territorio dall’imperadore  Errico.  Fu del pari gratificato dall’imperador  Corrado  il Salico nel 1027. Alcuni altri territori (forse poderi privati) in luogo detto in Octabo o ad Septimum gli elargiva Sergio duca di Napoli, salutandolo conte di Aversa nel 1030.”

Tra Aversa, Lusciano, Trentola Ducenta, Teverola, Casaluce, Carinaro e Gricignano ecc.  non ci sono più, già da alcuni anni, soluzioni di continuità: è naturale pensare, quindi, la fondazione di una “Grande Aversa” mediante l’aggregazione dei summenzionati Comuni ottenendo una città di oltre cen-tomila abitanti e, conseguentemente, ben degna di essere protagonista, molto più  che per essere il capoluogo della non più proponibile Provincia di Aversa.

Ma “unire” per concentrare gli sforzi sui grandi temi di interesse comune, sarà solo un passo successivo. Almeno dopo che si sarà realizzata la costi-tuzione dei Quartieri che può essere utile per decentrare i problemi circo-scrivibili ad un ambito ristretto quale è una Municipalità.

Tenendo conto di alcuni fattori, quali la concentrazione della popolazione residente in alcuni ambiti, la formazione “storica” degli agglomerati urbani ecc., possiamo esprimere una vera e propria proposta di delimitazione dei confini delle Municipalità che, anche in ossequio alla “memoria storica” , comunque in sintonia col PRG del 2001 (ancora vigente ed in proroga per un ulteriore anno!), abbiamo voluto così nominare: S. Paolo-Centro Nor-manno; S. Lorenzo; Savignano; Annunziata; Cirigliano.

Le delimitazioni dovrebbero dare un dato demografico di popolazione re-sidente di circa 10.000 abitanti per ogni Municipalità.

Si avrà, così, un funzionamento della città per “mini Comuni”, assimilabili proprio ai Comuni di Lusciano, Parete, Trentola Ducenta, S. Marcellino, Frignano, Casaluce, Teverola, Carinaro, Gricignano che, quindi, potendo funzionare come Municipi della Grande Aversa, chissà, potrebbero anche aderire ad una vera e propria “fusione” senza sentirsi privati del proprio “campanile” e dei propri rappresentanti politici. Il sogno che fu realizzato a New York potrebbe rimaterializzarsi per Aversa Normanna!

Aversa, accresciuta di dimensioni ed importanza strategica, può ben esse-re considerata, allora, un nodo imprescindibile di una rete non solo nazionale ma che interessi tutta l’area del Mediterraneo secondo i migliori studi di urbanistica recente.

​Emiliano offre l’alleanza ai 5 stelle

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“I capilista bloccati sono una vergogna, vogliamo farli saltare assieme? Vogliamo scrivere assieme una legge sul reddito di cittadinanza? Possiamo abbattere privilegi e vitalizi, possiamo mettere ordine nei rapporti tra politici e lobbisti…”. Così, in un colloquio con il Corriere della Sera, il candidato alla segreteria Pd Michele Emiliano, che si dice pronto a “dialogare con Grillo su progetti precisi per evitare le larghe intese, che hanno fatto disciogliere il Pd e Forza Italia”.
“Se ci alleiamo con Berlusconi il Pd scenderà sotto il 10 per cento e non ci voteranno più nemmeno le nostre famiglie”, rimarca. Un’alleanza di governo con l’M5S? “Io non penso a coalizioni o intese di sistema – osserva -. Di questi tempi esistono solo alleanze di programma, con temi condivisi su cui si può lavorare di concerto. È il metodo giusto, lo stesso che ho applicato in Puglia dove la commissione Antimafia è presieduta da una consigliera pentastellata”. L’intenzione di Bersani di ‘ricondurre i pentastellati nella normale dialettica democratica’ lo fa sorridere: “Forse Pier Luigi si porta dietro dal 2013 il trauma dei Cinquestelle. Ma io no, ne sono del tutto immune”. “Loro ci sono già, nella normale dialettica democratica… Sono cittadini come me. Il Pd la smetta di dare a loro la colpa di tutto. Se oggi non ci fossero i Cinque Stelle questo Paese sarebbe in una crisi senza speranza”.

16 ANNI DI GALERA PER STRAGE? MATTARELLA LO PREMIA AL QUIRINALE CON TUTTI GLI ONORI! SIAMO SEMPRE PIU’ LA REPUBBLICA DELLE BANANE

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sabato 25 marzo 2017

Dalla pagina Facebook del deputato 5 stelle Scibona:

Martedì scorso, 20 settembre, al Quirinale con la presenza del Presidente della Repubblica, si è tenuta la Cerimonia di consegna del premio nazionale per l’innovazione “Premio dei Premi” e tra gli invitati, in prima fila, ecco apparire il Cavalier Moretti.

Mauro Moretti immaginiamo sia stato lì a rappresentare e ritirare il premio per Finmeccanica, ma è singolare che mentre l’Ing. Moretti era al Quirinale, tra le massime autorità dello Stato, un Pubblico Ministero ne chiedeva la condanna a 16 anni di carcere per la strage di Viareggio.

Questo ennesimo schiaffo della Presidenza della Repubblica alle vittime della Strage (ormai anche per i giudici deve essere considerata STRAGE) si somma al conferimento a Moretti del titolo di Cavaliere (ad opera dell’ex Presidente Napolitano) ed al salto di qualità carrieristico promosso dal Governo (da A.D. di Ferrovie dello Stato a Finmeccanica).

Come possono le istituzioni essere dalla parte dei cittadini? Come si fa a non parlare di casta che si “copre” e autotutela sulla pelle e sulle morti di semplici cittadini italiani?

Il Presidente della Repubblica ha il dovere costituzionale di stare dalla parte dei cittadini, tanto più di stare vicino a quelli che subiscono sconvolgenti tragedie. Invece qui, si preferisce stare vicino a chi rischia 16 anni di carcere per aver probabilmente contribuito alla morte di 32 persone!

Se poi consideriamo che il Presidente della Repubblica è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura non possiamo che provare solo vergogna e indignazione per quella presenza inopportuna in quella che doveva essere la “Casa di tutti gli Italiani”.

DI BATTISTA E ANGELA MERKEL. E’ scoppiato il finimondo. Ecco che è successo:

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sabato 25 marzo 2017

I CRIMINALI IN GIACCA E CRAVATTA! Così, Di Battista su Facebook.
Una delle più grandi balle che si ascoltano oggi è quella secondo cui i cittadini greci stiano vivendo al di sopra delle loro possibilità. Con baby pensioni e con uno stato sociale che altri paesi non si possono permettere. Menzogne! Nessun paese (fuorché l’Italia renziana) ha portato avanti riforme folli e contro l’interesse generale come la Grecia. La Grecia è stata trasformata in un topo da laboratorio sul quale fare ogni tipo di esperimento. Macelleria sociale e il tutto non per riavviare l’economia (i tassi di disoccupazione attuali dimostrano il totale fallimento delle politiche di austerità) ma per salvare le banche private con i soldi nostri. Ed è avvenuto questo. Grecia in crisi, milioni di poveri. Richiesta di aiuto. Arrivano i soldi da parte dei paesi dell’UE (l’Italia ci ha messo 40 miliardi, il costo di quasi 3 redditi di cittadinanza del M5S). Ma questi soldi non vanno al popolo greco in difficoltà. Vanno alle banche private esposte con Atene. “Il popolo ha pagato il salvataggio delle banche” ha scritto pochi giorni fa Papa Francesco. Le stesse banche che si erano indebitate per via di operazioni speculative. Le stesse banche che finanziano le grandi guerre (e poi noi ci becchiamo i barconi), le stesse banche che sostengono economicamente i partiti politici. Criminali in giacca e cravatta che fanno sembrare i boss di mafia capitale come dei rubagalline di periferia!

Ninco Nanco

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Va la destra al governo (scandali, impoverimento, collusioni, mafia, guerra, ecc), e la sinistra dice che sta dalla parte dei poveri e per la tutela cittadini. Va la sinistra al governo (scandali, impoverimento, collusioni, mafia, guerra, ecc), e la destra dice di stare dalla parte dei poveri e tutelare i cittadini. Fin quando sono all’opposizione va tutto bene, sono tutti mascherati da Robin Hood! Tutti hanno le soluzioni in tasca. Il problema è quando passano al comando che si fregano della povertà e dei problemi del popolo, forse perché dietro c’è lo stesso potere (forse eh..giusto qualche dubbio)… ma tanto la massa ha la memoria corta e la lingua lunga.

Salento, ecco pronto il cantiere della Tap: si teme una nuova Val Susa

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Ormai ci siamo, proprio nei giorni scorsi TAP ha ricevuto l’autorizzazione dall’Osservatorio fitosanitario regionale per procedere all’espianto degli ulivi presenti nell’area di Masseria Capitano, dove sarà realizzato il cantiere per il tunnel del gasdotto. L’operazione comporta su un totale di 231 alberi di ulivo espiantati, l’abbattimento di 4 piante infettate dalla xylella, 16 ulivi monumentali non saranno spostati, mentre gli altri saranno espiantati e collocati in altro sito. È un atto obbligatorio in quanto dopo il 30 aprile le piante non possono subire espianti o trattamenti che danneggerebbero la loro vegetazione.

Quindi, fra poco arriveranno le ruspe per far spostare gli ulivi con tutti i rischi che tale operazione comporta, a causa della ormai consolidata protesta da parte di agricoltori e ambientalisti. I sindaci delle zone interessate, parliamo di Vernole e Melendugno, sono stati convocati in Prefettura insieme al Questore ed al Dirigente della Digos per fare il punto della situazione e creare un piano che scongiuri ogni azione di rappresaglia o di sabotaggio dei lavori della TAP. I Sindaci hanno richiamato l’attenzione del Prefetto a vigilare sulla legittimità del provvedimento e sulle corrette procedure. Hanno pure invitato il rappresentante del governo a convocare la Regione Puglia per le competenze specifiche del caso in quanto alcune verifiche non erano state completate proprio dagli organi regionali. Nella stessa riunione, i rappresentanti dell’ordine pubblico hanno rivolto una sollecitazione ai sindaci al fine di scongiurare che il clima già avvelenato dagli ultimi avvenimenti non diventi incandescente con tutte le conseguenze del caso.

Il pericolo maggiore è rappresentato da alcuni infiltrati, facenti parte di organizzazioni non riconducibili al tessuto sociale, o a espressioni politiche del luogo, che possono trovare terreno fertile per azioni di violenza contro la macchina organizzativa della TAP.

Il timore che il Salento possa in qualche modo diventare una nuova Val Susa è dimostrato dal fatto che nella stessa riunione erano presenti il comandante dei carabinieri, Giampaolo Zanchi, della guardia di finanza, Bruno Salsano e infine il procuratore aggiunto Antonio De Donno. Solo un mese fa ci fu un episodio di violenza contro la sede operativa di Tap a Melendugno, a causa del lancio di due bottiglie incendiarie. In quella circostanza il Comitato No Tap rivendicò l’assoluta estraneità ai fatti e soprattutto ribadì con forza la convinzione che tutte le azioni andavano prese nel rispetto della legalità.

Inoltre, mercoledì 15 marzo, a Maglie, sarà presente il capo della polizia, Franco Gabrielli, per un incontro con gli studenti del liceo scientifico “Da Vinci” sui temi della legalità e sicurezza e, a seguire, secondo alcune indiscrezioni potrebbe arrivare anche il ministro dell’Interno, Marco Minniti.#Cronaca #lecce

 l’uomo con l’età diventa affascinante, 

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Allora ci sta questa cosa, che poi non è che ci vuole la zingara a indovinare chi l’ha messa in mezzo, che l’uomo con l’età diventa affascinante, che se in gioventù sei stato un figo della santa mamma di Gesù e ti ci metti di impegno a conservare integre alcune proprietà organolettiche, al limite può essere anche vero, tenendo sempre presente, però, che tutto tiene una scadenza e se è vero che alimenti tipo lo yogurt sono ancora buoni oltre quella data, poi a un certo punto pure quelli se ne vanno irrimediabilmente di acito, ma quello, lo yogurt, almeno lo sa e se ne fa una ragione. Cioè devo arrivare a pensare che i fermenti lattici e il bifidus attivo acti regularis tengono un livello di consapevolezza, un senso di autocritica e, soprattutto, un quoziente intellettivo di gran lunga superiori al tuo? Perché guarda certi colori in natura non esistono, cioè non è possibile che ci sei nato con i capelli neri con sfumature in tinta melanzana metallizzata e sappi che un sano colorito da week end al mare o in montagna, pure che lo giustifichi col fatto che il sole lo prendevi sul far del tramonto, non prevede la nuance arancione radioattivo tipico, invece, di un abbonamento annuale alle Isole Lampados. Io poi davvero non lo so, ma immagino che ci saranno delle controindicazioni per la prostata e la doppia ernia inguinale se ti strizzi nei jeans di tre misure più piccoli per dire, con voce strozzata perché a stento respiri, che anche con l’avanzare dell’età, hai conservato la stessa taglia di quando eri ragazzo. Poi ti voglio dire un’altra cosa, guarda che se sei fermo a un semaforo pedonale e una ragazza giovane e bella ti sorride e ti prende sotto al braccio, non ci sta provando con te, vuole semplicemente aiutarti ad attraversare la strada. Francesca Prisco 

“QUELLE RAPINE AGLI ITALIANI DELL’INPS”: GIORDANO SMASCHERA LA GRANDE TRUFFA DEI SIGNORI DELL’ASSEGNO

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venerdì 24 marzo 2017

Pubblichiamo Posta Prioritaria, la rubrica in cui Mario Giordano risponde alla missiva di un lettore.

Caro Giordano, negli anni Novanta l’ Inps incamerò “enne” anni di contributi da lavoratori che, come me, impiegata di concetto per 10 anni in un’ azienda a suo tempo monopolista in Italia si vide annullare tali importi perché “troppo vecchi”. Possibile? Ma se c’ è gente che riscuote pensioni per 40 anni relative a versamenti molto più agée… Ma c’ è di più: chi voleva, poteva proseguire a versare contributi volontari fino al raggiungimento dell’ età pensionabile (pari a 120 euro mensili attuali) mentre per coloro che, come me, non si sono fatti convincere, gli importi versati in moneta legale sono stati fagocitati dalle casse Inps. Preciso che non pretendo la pensione con il sistema contributivo, come ora si predica, ma semplicemente la restituzione di quanto versato, maggiorato, logicamente degli interessi maturati in 44 anni, periodo nel quale l’ Inps li ha usati come ha voluto… Lo Stato, quando il cittadino non versa quanto richiesto, provvede al sequestro dei beni, mentre il cittadino servo della gleba deve abbozzare e stare zitto nel caso sia lo Stato a non osservare le norme relative ai contributi. Bel Paese che pretende di esportare altrove la democrazia… Quale democrazia? Ma mi faccia il piacere, come diceva Totò…

La questione è nota, ma non per questo meno urticante: il fatto che l’ Inps abbia trattenuto i contributi versati dalle persone che non hanno raggiunto la soglia minima per avere la pensione è una rapina. Non ci sono altri modi per definirla. Se si comportasse in questo modo un gestore di risparmi privati verrebbe arrestato, non crede signora Carla? C’ è solo una cosa che lei sbaglia: non è vero che lo Stato “non osserva la norme”. Lo Stato le norme, in casi come questo, le osserva eccome. Peccato che le norme non stiano proprio dalla parte dei cittadini. Non di tutti, almeno. Perché non le sarà sfuggito, amica di Torino, che proprio mentre lei perdeva tutti i suoi contributi c’ erano persone che sono riuscite ad avere la pensione pur avendo lavorato assai meno anni di lei. Le faccio un esempio? Il 1 agosto 1983 andò in pensione un bidella di Lissone. Aveva 32 anni e aveva lavorato nella scuola appena 11 mesi. Appena assunta, infatti, aveva fatto il ricongiungimento con contributi versati nel settore artigianale a Messina (dove pare si fosse occupata di tappezzeria) e questo fece scattare la famosa clausola delle baby pensione (14 anni, 6 mesi, 1 giorno). Da allora la signora vive felicemente con un assegno mensile. Anche grazie ai soldi suoi. Ed è tutto perfettamente, maledettamente legale, mi creda.