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L’intervista
L’autore di Gomorra ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui dice la sua sui recenti fatti di Napoli: ovviamente per Saviano il carabiniere è un omicida. Un “carnefice” che ha sparato per uccidere, per togliere la vita ad un ragazzino, come se il ragazzo in macchina con la sua fidanzata, fosse uscito appositamente per uccidere qualcuno.
Per completezza vi cito un estratto della sua intervista.
“Un ragazzo di 15 anni finisce a terra, morto, colpito da un carabiniere fuori servizio che doveva essere la “vittima” a cui sottrarre il bottino e che invece diventa il carnefice. Ugo Russo non sapeva che il 23enne a bordo della Mercedes e con il Rolex al polso era un carabiniere: come avrebbe potuto? Era Ugo a essersi travestito da cattivo; era lui a dover fare paura, anche se con una pistola giocattolo. Non poteva immaginare che si sarebbe trovato di fronte un carabiniere che avrebbe impugnato un’arma, che avrebbe sparato e ucciso.
Roberto Saviano a Repubblica”
Devo ammettere che l’intervista è più lunga, decisamente lunga. Per onesta intellettuale ammetto anche che, nella sua completezza, non è niente male; tralasciando quel paragrafo orribile, il resto è oggettivo e senza rimandi politici, perciò comunque interessante.
Analizziamo le sue parole
Il paragrafo sopracitato mi provoca un’immensa rabbia: accetto la libertà di opinione, però faccio un’enorme fatica a tollerare una simile mancanza di rispetto nei confronti di un ragazzo di 23 anni dell’arma dei carabinieri.
Per Saviano il carabiniere è un omicida, infatti lo chiama “carnefice”.
Vorrei innanzitutto rimembragli di portare rispetto, perché il ragazzo è indagato per omicidio volontario, oltre ad avere lo shock per l’uccisione di un ragazzino (sebbene non fosse colpa sua), quindi non c’è bisogno di rigurgitare tali calunnie nei suoi confronti.
Nell’additare il carabiniere, Saviano parla anche di Ugo come una vittima; quindi, secondo lui, una persona che fa rapine sarebbe una vittima? Una persona che ruba per pagarsi la discoteca, oltretutto a 15 anni, sarebbe una vittima?
Un’altra frase che mi lascia estremamente perplesso è quella dove giustifica il ragazzetto affermando che non sapesse che a bordo della Mercedes (come se potessi permettere una Mercedes fosse una colpa) ci fosse un carabiniere.
Quindi, Savianone, cosa cambia? Che ci fosse un carabiniere o un operaio meccanico, farebbe alcuna differenza? Lui giustifica il rapinatore perché “ma non sapeva che fosse un carabiniere” e, aggiungo io con un po’ di rabbia in corpo, “se l’avesse saputo avrebbe cambiato persona”.
Inoltre vorrei proprio capire come avrebbe fatto il carabiniere ad intuire che quella fosse una pistola giocattolo. E’ stata camuffata appositamente per renderla identica ad una reale; il ragazzo dell’arma è per caso un mago? Un indovino?
Il carabiniere è un ragazzo come tanti, valoroso, che ha sentito il peso della vita sua e della sua ragazza, e ha dovuto proteggerle entrambe.
“Avrebbe potuto mirare alle gambe”. Chi dice questa frase, ha un’idea di cosa si provi in quei momenti? Chissà cos’ha sentito dentro quel giovane che si è visto puntare una pistola alla testa. Al suo fianco c’era la donna che ama, ha dovuto proteggere anche lei, e noi tutti possiamo, e dobbiamo, comprenderlo.
Caro Saviano, avere problemi economici non è una scusa valida per il fare rapinatore; come ogni mestiere, ha dei rischi, e bisogna accettarne le conseguenze.
Questa volta il rapinatore ha perso, e l’omicidio è stato commesso da lui stesso e dalla sua famiglia.
F.to Giacomo Garuti