Qual è una cosa terribile fatta dai nazisti e di cui si parla poco?

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Nell’estate del 1943, a Melgorzata Twardecki, madre single che viveva nella Polonia occupata dai nazisti, fu ordinato di portare suo figlio di 5 anni nella sala consiliare del suo comune, la mattina successiva. Suo figlio Aloizy aveva capelli biondi e occhi azzurri. Quando sua madre si rifiutò di obbedire agli ordini, le SS presero il bambino con la forza, lo caricarono su un treno e lo portarono via. Anni dopo, quando suo figlio tornò a casa grazie a uno speciale programma di ricongiungimento, Melgorzata scoprirà con orrore ciò che era stato fatto a suo figlio: il lavaggio del cervello era stato tale che, quando Alojzy vide suo padre rimuovere dal muro la foto dell’ormai defunto e sconfitto Hitler, lo definì un traditore.

Come lei, centinaia di migliaia di madri vissero lo stesso dramma durante l’occupazione nazista. Si stima che soltanto in Polonia furono rapiti circa 200.000 bambini, e altrettanti furono rapiti nel resto d’Europa, per un totale di circa 400.000 bambini.

Lo scopo di questo folle piano, incluso nel più ampio “Piano Generale per l’Oriente”, cioè nel piano generale per la pulizia etnica dell’Est Europa, era quello di rapire i bambini dall’aspetto ariano, condurli in speciali centri di rieducazione, e “germanizzarli”. In un discorso tenuto nell’Ottobre 1943, Heinrich Himmler disse “E’ nostro dovere prendere i loro bambini con noi, toglierli dal loro ambiente, se necessario sequestrandoli o rubandoli, e mandarli in Germania“.

Nonostante i nazisti pensassero che i polacchi fossero una razza inferiore, la grande percentuale di bambini con capelli biondi e occhi azzurri li sorprese particolarmente. Si convinsero quindi che questi bambini fossero discendenti del sangue tedesco, e che il loro rapimento fosse quindi necessario oltre che giusto per ricondurli nel loro a cui appartenevano.

Già nell’Ottobre 1939 Hitler creò il Commissariato del Reich per il rafforzamento della germanicità sotto il comando indiretto di Heinrich Himmler, capo delle SS. Il Commissariato aveva identificato 62 parametri fisici per poter classificare “la germanicità” dei bambini e inserirli in 11 categorie, dalla più pura alla meno pura. Questi parametri includevano colore dei capelli e occhi, lunghezza del naso, spessore delle labbra, postura, dimensioni della scatola cranica, forma della testa, e persino le dimensioni della zona pelvica delle ragazze.

I bambini tra i 2 e i 6 anni ritenuti ariani, venivano inviati nei Lebensborn, orfanotrofi dove restavano in attesa per l’adozione, soprattutto da parte di alti funzionari del partito o ufficiali delle SS. Ai bambini venivano dati falsi certificati di nascita attestanti la loro nascita in luoghi tedeschi, e addirittura nuovi nomi che non ne tradissero le origini polacche. Subivano inoltre un intensivo lavaggio del cervello per indurli a credere di essere sempre stati tedeschi. I bambini che invece non superavano il test razziale venivano mandati nei campi di concentramento, dove diventavano spesso cavie per esprimenti medici.

I bambini tra i 6 e i 12 anni venivano invece inviati in Germania, in speciali scuole dove veniva loro insegnato a essere buoni ariani e leali nazisti. Veniva loro insegnato il tedesco, e venivano indotti a dimenticare la loro lingua madre, indossare uniformi con la svastica, cantare canzoni militari e in generale pensare come veri nazisti. Anche questi venivano poi messi a disposizione per le adozioni, ma vista l’età alcune ragazze venivano mandate nelle case di maternità dove venivano stuprate e ingravidate da membri delle SS.

I rapimenti avvenivano in molteplici modi. Le SS preferivano l’inganno all’uso della forza, perché velocizzava le operazioni e le rendeva molto meno problematiche. Si organizzavano finti viaggi per le vacanze estive, o i genitori venivano indotti a riunire i figli in qualche luogo per finte cerimonie, o addirittura i bambini venivano prelevati direttamente dalle scuole dalle SS, così che i genitori non fossero presenti e non potessero opporre resistenza. Nel luglio del 1943, Himmler decretò che tutti i bambini razzialmente rilevanti nati dalle donne di zone occupate mandate a lavorare in fabbriche o fattorie, fossero automaticamente di proprietà del Reich: venivano quindi presi appena nati, esaminati, e coloro che non rispondevano ai criteri della razza ariana venivano eliminati immediatamente.

Furono istituite anche le Sorelle Marroni, infermiere dedite alla causa nazista. Queste si spostavano tra villaggi e città alla ricerca di bambini ariani. Portavano con sé dolci e caramelle per attrarre i bambini, si fingevano loro amiche, parlavano con loro per scoprire se avessero fratelli o sorelle di aspetto simile, e infine segnalavano alle SS i candidati per il rapimento.

Dopo la guerra il governo Polacco attuò uno speciale programma per ricongiungere i bambini alle loro famiglie. Le ricerche furono difficilissime, e pare che furono rimpatriati solo 40.000 bambini sugli oltre 200.000 che i nazisti avevano rubato. Di molti, purtroppo, si persero le tracce.

Fonti: Hitler’s Stolen Children – Warfare History Network Stolen Children Kidnapping of children by Nazi Germany – Wikipedia

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