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Montaner, 13 dicembre 1966.
Il dolore è ben visibile sui volti di tutti i cittadini del borgo trevigiano, devastati dalla dipartita dell’amato parroco Don Giuseppe Faè.
Nei cuori affranti dei popolani, il barlume di gioia è acceso dal suo papabile successore, don Antonio Botteon, ritenuto da tutti un valido sostituto. L’unico accettabile.
Ma non è dello stesso avviso il vescovo di Vittorio Veneto Albino Luciani che nomina invece Giovanni Gava. Il paese allora propone che Botteon diventi almeno viceparroco, ma la risposta è ancora negativa.
Montaner insorge, e alla vigilia dell’insediamento di don Gava, le porte e le finestre della chiesa sono murate, mentre la popolazione impedisce all’autocarro di scaricare i suoi effetti personali.
Non solo: l’intera cittadina abiura il cattolicesimo e si converte alla religione ortodossa. Un vero e proprio scisma che oggi porta i cittadini di Montaner a professare il rito bizantino.