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A costo di “indignare” qualcuno, le cose voglio dirle come stanno.
Leggo, purtroppo, che in tanti, troppi stanno facendo se non un tifo un mezzo tifo contro l’Italia sul Recovery Fund. E non parlo dei leghisti, ma di persone che difendono questo simpatico figuro qui, Rutte, giustificando l’Olanda con roba del tipo “Eh ma noi sprechiamo, e c’abbiamo il reddito di cittadinanza, e c’è la mafia”.
Ma ve lo posso dire sinceramente: eh ma chi se ne frega?
No perché scusate forse non è chiara la situazione: quei soldi ci servono. Perché la batosta c’è stata e noi italiani l’abbiamo presa dritta dritta sul muso (per primi, tra l’altro). Quindi, detto sinceramente, a me di tifare contro il mio Paese perché c’è qualcuno che prende il reddito di cittadinanza senza averne diritto, non interessa.
Ma fermi perché c’è anche di più. Come se non bastasse il bisogno di quelle risorse, ci sono altri due punti.
Il primo è che ne abbiamo diritto. E ne abbiamo diritto non solo perché siamo parte dell’Unione Europea; perché siamo il 4° paese per Pil della comunità: ma perché l’Unione l’abbiamo fondata noi. La CEE nasce infatti a Roma nel 1957.
Il secondo è che lezioni di moralità e di rigore da un paese che adotta un sistema fiscale che definirei in maniera colorita, attribuendogli un aggettivo marinaresco (ma non posso), e che ogni anno sottrae miliardi al resto d’Europa facendo il furbo, non ne dobbiamo accettare. Non possiamo accettarlo. Perché o si è frugali sempre, e allora le tasse si fanno pagare come gli altri, o la si pianta. Perché sennò a Roma c’è un modo di dire – anche qui – molto colorito che non ripeterò, ma che posso parafrasare dicendo che siamo tutti bravi a fare gli investitori con i soldi degli altri.
FonteEh però stavolta i soldi sono i nostri. E che l’Olanda ce li neghi mentre si ingozza con i soldi delle nostre aziende che son andate lì no, non sta bene. Come non sta bene che ci siano italiani che ridendosela facciano il tifo contro. Se proprio ci tengono, vadano loro a spiegarlo a famiglie, lavoratori e imprese che quei soldi non devono averli. Poi vedremo se rideranno anche gli interlocutori.
Leonardo Cecchi