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“L’apertura della scuola non comporta rischi semmai il rischio è la chiusura della scuola”. Così la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a Rtl. “C’è un regionalismo delle diseguaglianze in questo momento: alcuni bambini vanno a scuola in zone rosse e altri non ci vanno anche se non in zone rosse. Credo il problema sia culturale: la scuola è sempre stata trattata come la Cenerentola del Paese da tutti i punti di vista, anche dei tagli; oggi questo sta cambiando, anche in legge di bilancio e anche dal punto di vista dell’attenzione delle famiglie, degli studenti, dei media”.
“Tutti gli studi concordano sul fatto che l’apertura delle scuole non ha avuto una parte determinante sull’aumento dei casi in generale e ci sono evidenze che riguardano l’età scolare: ci si contagia molto meno tra i bambini piuttosto che tra gli adulti”, ha proseguito la ministra la quale, rispondendo ad una domanda, ha spiegato poi che nel Recovery Fund ci sono “diversi progetti, in primis sull’edilizia scolastica, per mettere a posto le scuole e costruirne di nuove, gli ambienti di apprendimento non sono secondarie, sono importanti per fare una didattica diversa che non sia la lezione frontale che gli studenti non amano più di tanto, poi ci vuole la formazione del personale scolastico tutto. Altro progetto riguarda gli Its”.
“So – ha detto infine sulla maturità – che gli studenti pensano agli esami di maturità, vedremo nei prossimi mesi: posso dire che l’anno scorso, quando dovevamo decidere come fare l’esame di maturità, abbiamo coinvolto gli studenti, molte loro proposte, che erano molto mature, le abbiamo accolte; assicuro che non prenderemo alcuna decisione senza coinvolgerli”.