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domenica 30 aprile 2017
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“Per capire chi vi comanda basta scoprire chi non vi è permesso criticare”.
Questa frase, attribuita a Voltaire, descrive alla perfezione il caso Zuccaro: il procuratore di Catania è finito nel mirino dei media e della politica radical chic e del Csm, che valuterà se ci sono i presupposti per esercitare un’azione disciplinare nei suoi confronti.
Con Zuccaro si sono schierati dall’inizio i 5 Stelle, poi la Lega e pure Alfano. Dal governo Pd, invece, non c’è stato un forte sostegno, a parte le dichiarazioni di circostanza del premier Gentiloni, il quale non ha comunque esitato a elogiare il lavoro fatto dalle ONG.
Il problema è che il magistrato è andato a toccare interessi che non doveva, infrangendo un tabù. E ora, osserva Giuseppe Marino su Il Giornale, lo attaccano la sinistra e chi fa affari con l’accoglienza:
“Ha fatto un’uscita impropria, anomala. Ma un motivo c’è. Ed è l’estrema anomalia dell’inchiesta che si è trovato a trattare. Lo si capisce da una parte delle sue parole cui non è stata data grande pubblicità: «Ho dei dati conoscitivi, ma se non mi si forniscono degli strumenti particolari per poter acquisire le prove e, quindi, uno sforzo investigativo maggiore io rischio di restare alle conoscenze e non poterle tradurre in atti processuali». Il senso è chiaro: la Procura vuole verificare, ma servono mezzi speciali.
Si tratta di tracciare i movimenti di navi in alto mare, di farlo ai margini di un Paese in guerra, di intercettare le comunicazioni di scafisti chiaramente legati a una mafia internazionale che da anni si arricchisce sul traffico di uomini, di fare chiarezza sull’attività non sulle attività di organizzazioni note e con sedi italiane come Save the children e Medici senza frontiere, ma di ben più oscure Ong, alcune delle quali nate apposta per svolgere questa attività, con sedi a Malta, in Spagna e in Germania.
È un’inchiesta che non può prescindere da un impegno del governo. E, infatti, gli elementi da cui parte l’indagine sono stati raccolti dai servizi di intelligence, ma non quelli italiani, guarda caso. E il timore che il governo in carica non fosse così entusiasta di dare una mano al pm non è così infondato, visto che al linciaggio del magistrato, sia pure con sfumature diverse, si sono prestati i vertici delle istituzioni, vedi la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro dell’Interno Marco Minniti e quello della Giustizia Andrea Orlando, subito seguito dal Csm, mai tanto rapido a intervenire. Il pretesto dell’offensiva contro Zuccaro è che «non si tocca chi salva le vite».
E ci mancherebbe. Ma si dimentica che l’anno scorso, anno di massima attività delle Ong, c’è stato il record di morti nel Mediterraneo. E che i migranti sono l’oggetto di questo traffico sanguinoso, mentre il soggetto è chi guadagna su quei morti. Chiunque dovrebbe voler fermare questo scempio, anche chi vuole accogliere i migranti. C’è un pm che l’ha capito e ha deciso di metterci la faccia. E ora vogliono fargliela pagare”.