Covid: record di casi a Tokyo, verso inasprimento misure

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(ANSA) – ROMA, 18 NOV – I casi di coronavirus registrati a Tokyo nelle ultime 24 ore hanno raggiunto il record di 493, il numero più alto dallo scorso primo agosto. Lo riporta il Guardian. Le autorità della città stanno valutando se alzare il livello di allerta al quarto, il più alto, e quindi inasprire le misure anti-Covid. La decisione sarà annunciata domani, secondo il quotidiano economico Nikkei.

Una settimana fa le autorità giapponesi avevano messo in guardia sull’arrivo della terza ondata di Covid-19. (ANSA).



Ristori non bastano:governo valuta nuovo deficit 2020. Manovra attesa in Parlamento

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L’annuncio dei vaccini fa scorgere una luce in fondo al tunnel” al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Che confida anche nella spinta in arrivo dall’ennesimo carico di provvedimenti: la manovra da 38 miliardi, i decreti Ristori uno e bis per un totale di 7,5 miliardi. Senza considerare il prossimo scostamento, che dovrebbe essere da 20 miliardi, e poi magari chissà, ancora un altro, mini.

In attesa di mettere le mani sul recovery, il governo deve fare i conti con i soldi che ha, e che da soli non bastano a “traghettare il Paese verso la fase del rilancio dell’economia”, come ha detto Gualtieri, e a dare una mano alle aziende colpite dai provvedimenti.

Quei “nuovi” 20 miliardi dovrebbero servire per interventi da mettere in campo nel 2021. Ma la cifra fa gola subito. Perché potrebbe servire, anche adesso, a rendere più efficaci i Ristori uno e bis, e magari a finanziare un ter a breve. Per questo già si parla di un possibile, ulteriore, scostamento, magari a una cifra.

La questione economica si intreccia a quella politica. Il nuovo deficit deve essere approvato in Parlamento con maggioranza assoluta. E, specie al Senato – dove lo scostamento potrebbe essere votato la prossima settimana – i numeri non fanno dormire sonni tranquilli ai giallo-rossi. C’è sempre l’ipotesi di una stampella azzurra, ma provocherebbe non pochi contraccolpi sia nella maggioranza sia nel centrodestra. Per questo, il governo punta a limitare le votazioni a rischio. Di questo groviglio potrebbe occuparsi il consiglio dei ministri già in settimana.

Malgrado il treno di provvedimenti, Confindustria e sindacati non sono indulgenti col governo. “Le risorse stanziate non sono sufficienti a evitare chiusure e fallimenti a catena”, ha detto il numero uno degli industriali, Carlo Bonomi. E anche la sua controparte, i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno da ridire: “le risorse previste per una giusta riforma fiscale appaiono non sufficienti”. Mentre il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, avverte: “Le autorità fiscali e monetarie dovrebbero continuare a fornire sostegno. Ritirare il sostegno troppo presto o un mancato intervento tempestivo potrebbero frammentare la ripresa”. Che il dialogo fra governo e sindacati non fili liscio lo dimostra lo sciopero della pubblica amministrazione proclamato per il 9 dicembre, per protestare contro la “mancanza delle necessarie risorse per lavorare in sicurezza, per avviare la stabilizzazione del precariato”. La ministra della pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, accusa: “Qualcuno pensa di bloccare l’Italia e mettere a rischio la già fragile tenuta sociale”.

Camera e Senato devono ora dividersi i compiti. Malgrado sia passato un giorno dal varo definitivo in consiglio dei ministri, Montecitorio attende ancora l’arrivo del Bilancio. L’iter parlamentare è comunque già scandito: comincerà lunedì, con le audizioni di Gualtieri, dei sindacati e delle associazioni di categoria, compresa Confindustria. Mentre martedì toccherà a Bankitalia e Corte dei Conti.

“Sono certo che nella commissione Bilancio il clima sarà positivo – ha detto il presidente, Fabio Melilli (Pd) – Tutte le sollecitazioni che ho ricevuto dalle forze politiche vanno in questa direzione”.

Al Senato, invece, l’iter dei dl Ristori in commissione congiunta Bilancio e Finanze inizia mercoledì. Salvo che la mole di emendamenti, quasi 3 mila, non comporti uno slittamento. La maggior parte delle richieste di modifica, circa 2 mila, è delle opposizioni. Fra quelle presentate dalla maggioranza, una del Pd chiede che il requisito della perdita di fatturato per accedere ai contributi a fondo perduto non venga calcolato sul solo mese di aprile 2020 rispetto ad aprile 2019 – come avviene adesso – ma su un periodo più lungo che vada da aprile a settembre 2020, o da aprile a giugno 2020, rispetto allo stesso arco di tempo dell’anno precedente. In attesa del varo definitivo dalle Camere, i soldi stanziati dai provvedimenti sono cominciati ad arrivare. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, ha spiegato che finora sono stati erogati contributi a fondo perduto per 7,6 miliardi di euro, tra quelli previsti dal decreto rilancio e dal primo decreto ristori.



Frode da 347 mila euro alla Asl di Teramo, sette indagati

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(ANSA) – TERAMO, 17 NOV – Sette persone, tra le quali un dirigente medico, sono indagate per una truffa ai danni della Asl di Teramo per 347mila euro scoperta dalla Guardia di Finanza locale e relativa all’acquisto di presidi sanitari utilizzati dall’ospedale ‘Mazzini’ per gli interventi eseguiti tra gennaio 2017 e giugno 2018. Oltre al medico, all’epoca dei fatti direttore di un’unità operativa semplice dipartimentale dell’ospedale di Teramo, sono coinvolti un capo tecnico e i rappresentanti legali e amministratori di società concessionarie o distributrici di presidi sanitari; quattro le imprese coinvolte.

Le accuse a carico dei sette indagati vanno dalla truffa aggravata alla falsità materiale e al falso in atto pubblico e al termine delle indagini l’autorità giudiziaria ha emesso un apposito decreto di sequestro preventivo anche nella forma per equivalente, a carico degli indagati, di beni per un importo complessivo di 264.620,73.

La truffa aggravata, secondo quanto reso noto dalla Finanza, sarebbe stata messa a segno attraverso la falsificazione dei documenti attestanti l’utilizzazione dei dispositivi medici nel corso degli interventi eseguiti presso gli ospedali della provincia e il loro successivo reintegro. In tal modo – certificandone cartolarmente l’utilizzo prima e poi la necessità della provvista dopo – i soggetti coinvolti avrebbero garantito il costante approvvigionamento di dispositivi mai utilizzati, inducendo in errore il personale della farmacia ospedaliera deputato agli acquisti degli stessi per soddisfare il fabbisogno ospedaliero.

Le indagini hanno inoltre consentito alla Asl di Teramo di bloccare i pagamenti delle ulteriori attrezzature mediche ordinate, evitando l’ulteriore inutile spesa per un ammontare di 82.466,18 euro. (ANSA).



Covid: allarme a Torino, processi mafia a rischio

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(ANSA) – TORINO, 17 NOV – I grandi processi di ‘ndrangheta sono a rischio per l’emergenza Covid. Questo il senso di un segnalazione che la Procura di Torino, secondo quanto si apprende, vuole inoltrare alla Direzione nazionale antimafia e al Dap. Il punto cruciale della questione è l’impossibilità – per quello che sembra essere solo un problema organizzativo – di allestire collegamenti in videoconferenza per gli imputati detenuti positivi al Covid ma asintomatici. Questo comporta lunghi rinvii delle udienze e, oltre ad allungare i tempi dei processi, crea rischi di decorrenza dei termini di custodia cautelare. La procura ha preso l’iniziativa dopo quanto accaduto al maxi processo “Fenice-Carminius”, celebrato dal tribunale di Asti.



Al processo Carminius-Fenice, dove fra gli altri è chiamato in causa l’ex assessore regionale Roberto Rosso con un’accusa di voto di scambio, uno degli imputati, detenuto a Torino nel carcere delle Vallette, è risultato positivo al Covid. Tuttavia, pur essendo asintomatico, non ha rinunciato a partecipare ‘da remoto’ all’udienza: la conseguenza è stata che il tribunale ha dovuto disporre un rinvio (al 16 dicembre) perché non è stato possibile procedere al collegamento video. A quanto risulta, per le carceri non è stato previsto un protocollo che permetta di risolvere situazioni del genere. Il rinvio comporta sospensione della decorrenza dei termini di custodia cautelare per l’imputato interessato, ma non per tutti gli altri. (ANSA).



Dirigente scuola Norcia, ora dico no a ritorno in classe

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(ANSA) – NORCIA (PERUGIA), 17 NOV – “Adesso dico no al ritorno in classe, almeno fino alle vacanze di Natale. C’è bisogno di dare continuità alla didattica, seppure a distanza”: a dirlo è Rosella Tonti, dirigente scolastica dell’istituto omnicomprensivo “De Gasperi-Battaglia” di Norcia. Lo fa commentando le ipotesi di una ripresa della didattica in presenza. “Abbiamo appena riorganizzato l’intero orario – aggiunge – in base alle necessità della didattica on line.



Ritornare in classe significherebbe rivedere, per l’ennesima volta, orari, laboratori e quanto altro. Questo – sottolinea Tonti – comporterebbe ulteriori perdite di tempo e discontinuità rispetto a ciò che è stato intrapreso e ovviamente inciderebbe in maniera negativa sugli studenti”. “I nostri ragazzi – dice ancora Tonti – sono già duramente provati dalla pandemia che qui si somma al dopo terremoto. Dobbiamo lasciarli tranquilli per un po'”.



Il ritorno in classe dopo le festività natalizie è invece un auspicio. “Intanto perché significherebbe che la curva dei contagi si è abbassata – afferma la dirigente – e poi perché la didattica in presenza resta in assoluto migliore per il percorso formativo dei nostri ragazzi. Tornare a fare lezione in classe dopo il Natale – conclude Tonti – avrebbe un po’ il sapore della rinascita, del ritorno alla normalità e noi terremotati di normalità ne abbiamo bisogno come l’aria”. (ANSA).



Covid: Merkel su vertice con Laender, decisioni troppo lente

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(ANSA) – BERLINO, 17 NOV – In un commento sul vertice di ieri con i ministri-presidenti dei Land tedeschi, la cancelliera Angela Merkel ha ammesso che le decisioni politiche sulla crisi del coronavirus sono troppo lente.



“Io sarò sempre la componente impaziente nella questione”, ha detto Merkel in un intervento alla conferenza organizzata oggi dal Suddeutsche Zeitung. “Chi agisce prima può anche uscire prima dalle limitazioni”, ha continuato la cancelliera.

Il coronavirus “è la sfida del secolo che impegnerà il mondo intero”, ha detto ancora Merkel. Il virus porta gli uomini a qualcosa di inumano, come prendere le distanze gli uni dagli altri, e “per questo devo parlare anche agli uomini in un altro modo” ha proseguito. (ANSA).



Covid: preoccupazione a Gaza, quasi 500 casi in 24 ore

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(ANSAmed) – GAZA, 17 NOV – Dopo alcune settimane di calma relativa durante le quali la vita era quasi rientrata nella normalità, nella Striscia di Gaza torna adesso a profilarsi la minaccia del coronavirus. Nelle ultime 24 ore, riferisce il ministero della sanità locale, si sono stati registrati 486 casi positivi su 2412 tamponi. Inoltre si sono avuti due decessi, che hanno portato a 50 il numero degli abitanti di Gaza morti da marzo per coronavirus. I malati attivi sono adesso 3.500.



Malgrado questi sviluppi, le autorità mantengono per ora aperti i licei ed i mercati all’aperto. Ai negozi viene imposta la chiusura alle ore 17, e dalle 20 in poi è vietato a tutti trovarsi in strada. Tuttavia, secondo fonti locali, molti abitanti trovano difficile rispettare le regole imposte dalle autorità.

Anche in Israele le autorità seguono con preoccupazione un graduale aumento dei contagi, seguito all’apertura dei negozi e delle elementari. Ieri si sono avuti 861 contagi su 47 mila tamponi, ossia l’1,8 per cento. Una percentuale più elevata ancora di contagio è stata rilevata in diverse località arabe.

Inoltre si è verificato un aumento brusco fra i malati gravi.

(ANSAmed).



Etiopia: premier Abiy, offensiva in Tigré in fase finale

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(ANSA) – ADDIS ABEBA, 17 NOV – Il premier dell’Etiopia, Ahmed Abiy, ha annunciato che l’offensiva militare nella regione autonoma del Tigré, che ha già provocato centinaia di morti e la fuga di circa 25.000 civili riparati nel vicino Sudan, entra nei prossimi giorni nella sua “fase finale”.



L’operazione militare dell’esercito federale è stata lanciata il 4 novembre dopo un crescendo di tensione e di scontri con le forze che fanno capo al partito separatista Fronte di liberazione del popolo tigrino (Tplf). Forze che, secondo il governo di Addis Abeba, stanno ora “agonizzando”.

Il premier Abiy, Nobel per la Pace nel 2019 per l’accordo che ha messo fine al pluridecennale conflitto con l’Eritrea, ha detto che è stato lanciato un ultimatum ai miliziani tigrini perché si ribellino e non siano “uno strumento nelle mani dell’avida giunta” locale del Tigré e si arrendano alle forze federali. Un ultimatum durato tre giorni e che ora “è scaduto”, ha detto Abiy. (ANSA).



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