Nagorno: folla arrabbiata invade sede governo Erevan

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– EREVAN, 10 NOV – Una folla di manifestanti arrabbiati per l’intesa appena firmata da Armenia e Azerbaigian sul cessate il fuoco nella contesa regione del Nagorno-Karabakh, ha invaso la sede del governo armeno a Erevan saccheggiando gli uffici e frantumando i vetri delle finestre. Migliaia di persone si erano radunate all’esterno dell’edificio che ospita il governo e poche centinaia hanno fatto irruzione dopo l’annuncio del raggiunto accordo da parte del premier armeno Nikol Pashinyan.



Dati alle fiamme due storici bar del centro di Padova

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(ANSA) – PADOVA, 10 NOV – Due storici locali pubblici del centro di Padova, il bar “degli Osei”, in piazza della Frutta, e il bar Centrale della famiglia Righetto, in via Zabarella, sono stati dati alle fiamme nelle prime ore di oggi, con danni ingenti.
L’intervento dei vigili del fuoco è avvenuto alle 5.00 circa, quando sono arrivate segnalazioni di fuoco e fiamme nelle due vie del centro.

Sul posto polizia e carabinieri, è acclarato che si tratta in entrambi i casi di fiamme dolose.
Divorati dalle fiamme gli allestimenti esterni dei due bar: tende, sedie e saracinesche; i danni sono ingenti. Incendiato anche un cassonetto dei rifiuti. La squadra dei pompieri accorsa ha subito spento le fiamme di tre diversi focolai. Le operazioni di soccorso sono terminate alle 7:00. (ANSA).



Portavoce Casa Bianca, le elezioni non sono finite

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(ANSA) – WASHINGTON, 10 NOV – “Le elezioni non sono finite”: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany nel corso di una conferenza stampa. “Queste elezioni – ha ripetuto sono ben lontane dall’essere finite, e al contrario dei nostri avversari noi non abbiamo niente da nascondere”. McEnany quindi ha ripetuto l’accusa di voti illegali ma senza fornire alcuna prova. (ANSA).

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Trump contesta voto in Pennsylvania, fatti illegali

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(ANSA) – WASHINGTON, 09 NOV – Donald Trump su Twitter contesta il voto in Pennsylvania, lo stato che ha dato la vittoria a Joe Biden. “Ci hanno impedito di osservare il conteggio dei voti.

Impensabile e illegale in questo Paese”, scrive il presidente americano uscente che definisce il Nevada, altro stato in cui va avanti lo spoglio, “una fogna piena di voti falsi”: “Si stanno scoprendo cose che quando verranno rivelate saranno assolutamente scioccanti”. Trump parla poi di “grande vittoria” in Georgia, anche se è ancora in corsa il conteggio e Biden risulti in leggero vantaggio. (ANSA).

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All’asta la pistola usata da Sean Connery nel primo 007

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(ANSA) – LOS ANGELES, 09 NOV – La pistola Walther PP utilizzata da Sean Connery nel primo film di James Bond andrà all’asta il mese prossimo a Los Angeles, con una base tra i 150mila ed i 200mila dollari. Il grande attore scozzese, scomparso il mese scorso all’età di 90 anni nella sua casa alle Bahamas, utilizzò la pistola nel film del 1962 “Dr.

No”, che diede inizio alla fortunatissima saga dell’agente segreto britannico.
“La sagoma di 007 che impugna questa pistola diventerà l’immagine più iconica del franchise di James Bond e uno dei riferimenti alla cultura pop più riconoscibili di tutti i tempi”, ha detto Martin Nolan, direttore esecutivo della casa d’aste Julien’s.
In “Dr. No” i capi del servizio segreto britannico ordinano ad un riluttante Bond di abbandonare la sua vecchia pistola Beretta mal funzionante per la Walther, che “colpisce come un mattone attraverso una finestra”. Le versioni della Walther rimarranno l’arma da fuoco caratteristica di 007, per quasi 25 film.
La pistola di Bond sarà uno degli oltre 500 articoli dell’asta “Icons & Idols TRILOGY: Hollywood” che si terrà a Beverly Hills e online il 3 dicembre. Altri cimeli degni di nota includeranno un casco da pilota indossato da Tom Cruise in “Top Gun” e una giacca da motociclista in pelle indossata da Arnold Schwarzenegger in “Terminator 2”. (ANSA).

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Carlo Conti dimesso dall’ospedale di Careggi

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(ANSA) – ROMA, 09 NOV – Carlo Conti è stato dimesso dall’ospedale di Careggi a Firenze, dove era stato ricoverato qualche giorno fa nel reparto Covid. E’ lo stesso conduttore ad annunciarlo postando su Instagram un primo piano che lo ritrae con la mascherina chirurgica calcata sul volto e la scritta “Verso casa!!! Home sweet home” e tre emoticon sorridenti.

Dopo aver condotto dall’isolamento fiduciario domestico la puntata di due settimane fa di Tale e quale show, Conti è intervenuto venerdì scorso in collegamento telefonico dall’ospedale per rasserenare il suo pubblico: “Tranquilli, mi sto riprendendo”, ha assicurato, rendendo poi omaggio a Gigi Proietti e ricordando la campagna Airc per la lotta contro il cancro. “Spero di stare bene, di passare una buona settimana e la prossima settimana di stare ancora tutti insieme”, ha concluso. (ANSA).

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Commozione a Roma per l’ultimo saluto a Stefano D’OrazioArrivati nella capitale suoi ex compagni di band. Fan in piazza

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9 novembre, 2020 da Redazione ANSA

Roma ha dato l’ultimo saluto a Stefano D’Orazio, storico batterista e paroliere dei Pooh, scomparso venerdì sera all’età di 72 anni, a causa delle complicanze da covid-19.
Doveroso omaggio prima in Campidoglio, da dove il feretro è partito per attraversare le strade del centro della città, scortato dai motociclisti della Polizia locale di Roma Capitale – come già avvenuto solo pochi giorni fa per Gigi Proietti – e arrivare nella Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma, dove alle 15 si sono tenuti i funerali. Una celebrazione in forma privata, in rispetto della normativa anti-Covid, che però non ha impedito a tanti fan della band di rendere omaggio al musicista con un applauso, seppur da lontano.
Tanta la commozione tra i presenti, tra i quali non mancavano i volti noti. Sono arrivati i compagni di una vita – visibilmente provati – Roby Facchinetti, che durante le esequie ha letto per Stefano la preghiera degli artisti, Dodi Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli, accompagnati dalle rispettive mogli. C’erano anche Lorella Cuccarini con il marito Silvio Testi, Giampiero Ingrassia, Fausto Brizzi, Roberto Ciufoli, il maestro Gianni Mazza, Marino Bartoletti, Fio Zanotti. E ancora la sorella e l’amico Bobo Craxi, il primo a dare la notizia della morte dell’artista sui social.
La moglie di D’Orazio, Tiziana Giardoni, ha tenuto a ringraziare i presenti e soprattutto Stefano: “Sei sempre stato la mia forza, accanto a te sono diventata una persona migliore”. Tutte le mattine – ha ricordato commossa -, “non mi faceva mancare un sorriso. L’ho amato tantissimo”. Presente anche Silvia Di Stefano, che D’Orazio ha sempre considerato come una figlia. Durante la celebrazione, fuori dalla Chiesa, i molti che si sono dati appuntamento in piazza del Popolo, hanno continuato a cantare le canzoni dei Pooh e ad applaudire.

Le purghe di Trump, silurato il capo del Pentagono

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Offensiva legale e comizi per rilanciare le accuse di brogli


9 novembre, 2020 da Redazione ANSA


La controffensiva di Donald Trump è partita e il clima è da notte dei lunghi coltelli. Così, dopo la sconfitta elettorale, la prima testa a cadere è quella del capo del Pentagono Mark Esper, uno dei nomi in cima alla lista nera del presidente uscente. Un lungo elenco di alti funzionari ritenuti infedeli e accusati di averlo tradito. Ecco allora che a tremare sono adesso nomi del calibro di William Barr, ministro della Giustizia, Cristopher Wray, capo dell’Fbi, Gina Haspel, direttrice della Cia. Tutte figure colpite di recente dagli strali del presidente, infuriato soprattutto per il mancato avvio di un’indagine sui Biden e per aver atteso invano l’annunciato rapporto sull’origine dell’inchiesta del Russiagate. Rapporto che a suo modo di vedere avrebbe dovuto svelare il complotto dell’amministrazione Obama nei suoi confronti. Il nuovo segretario della Difesa sarà, con effetto immediato, il capo dell’antiterrorismo Cristopher Miller. Intanto Trump è pronto a scendere di nuovo in campagna elettorale. Stando a quanto trapela dal suo entourage, si tratta di più di una suggestione, con The Donald deciso a resistere nel fortino della Casa Bianca e a sabotare la transizione verso l’era Biden. C’è da attendersi, insomma, un mese di fuoco in cui sferrare una controffensiva non solo sul piano legale ma anche tornando sul campo, con blitz negli Stati dove ancora si contano i voti e con veri e propri comizi in stile Make America Great Again. Altro che concedere la vittoria, dunque. Anche se non tutti nel suo inner circle sono convinti che questa sia la strada giusta da percorrere. Mentre tra i repubblicani cresce il timore che scatenare una nuova guerra – e su un terreno così scivoloso come quello dei presunti brogli elettorali – possa alla fine danneggiare ancora di più il partito, con la gara per il Senato ancora aperta e che sarà decisa dai due ballottaggi del 5 gennaio in Georgia. Una partita decisiva che potrebbe finire con l’intero Congresso in mano ai democratici. Ma per Trump l’unica via di uscita onorevole da questa situazione resta per ora non arretrare di un millimetro. Ecco allora che sarebbe pronto a nuovi bagni di folla in Georgia, Arizona, Pennsylvania, per sbandierare le prove di elezioni truccate e di una vittoria che gli è stata scippata. Tra queste – raccontano fonti della sua campagna – anche i necrologi di americani che, morti da tempo, risulterebbero tra gli elettori che hanno votato. Nel mirino del presidente uscente ci sono soprattutto i voti per posta, che a suo dire sono in gran parte illegali. Il ricorso alla Corte Suprema poi resta una delle carte in mano a Trump, anche se i suoi stessi legali frenano sul possibile successo di tale iniziativa. Considerando anche che è stata proprio l’Alta Corte a dire sì in alcuni Stati al conteggio dei voti anche dopo l’Election Day del 3 novembre. 

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