Giorgia #Meloni, nel suo incontro odierno con #Trump

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▪️Giorgia #Meloni, nel suo incontro odierno con Donald #Trump alla Casa Bianca, cercherà di mediare nel conflitto commerciale tra #Ue e #Usa. Lo ha anticipato il ministro Adolfo #Urso in un’intervista al New York Times.

💬"La presidente può contare sul suo rapporto personale con Trump", ha sottolineato Urso, evidenziando come questo costituisca un vantaggio unico rispetto ad altri leader europei.
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Secondo quanto riportato dal quotidiano americano, l’Ue sta cercando di scongiurare l’escalation proponendo la riduzione di alcuni dazi e maggiori acquisti di gas statunitense. Urso ha ricordato che Meloni, pur essendo critica verso le tariffe imposte da Trump, ha escluso qualsiasi ritorsione europea, preferendo la via del negoziato.

🖋L’incontro avviene in un momento cruciale, con Trump che minaccia di alzare al 20% i dazi su tutte le importazioni Ue. "Pur essendo una grande economia", ha aggiunto Urso al New York Times, "l’Italia punta a presentare una posizione europea unitaria, consapevole che solo insieme l’Ue ha sufficiente peso negoziale".

@tutti_i_fatti

Ma io lo chiamerei co-glione ,altro che ram- pollo

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Una confessione shock ha scosso la Milano bene, svelando un vortice di eccessi e sperperi. Un facoltoso milanese, ribattezzato “ram-pollo” per la sua ingenuità, ha ammesso di aver dilapidato un patrimonio di un milione e 400 mila euro in soli sei anni, frequentando assiduamente la “Gintoneria” di Davide Lacerenza.

Il locale, noto per la sua atmosfera esclusiva e per la frequentazione di “signorine”, si è trasformato in un pozzo senza fondo per il “ram-pollo”, che ha acquistato bottiglie di champagne a prezzi esorbitanti, consumato ingenti quantità di cocaina e goduto della compagnia delle ragazze. “Nella vita capita di essere avvoltoi e capita di essere polli. Io sono stato pollo”, ha dichiarato l’uomo, ammettendo di aver sperperato tutti i suoi averi.

La confessione del “ram-pollo” ha svelato i meccanismi con cui Lacerenza “fregava” i suoi clienti facoltosi. I prezzi delle bottiglie di champagne non erano esposti, e una bottiglia pagata 3.000 euro poteva valerne anche 100. Lacerenza, sfruttando la debolezza dei suoi clienti, li induceva a spendere cifre folli, alimentando un circolo vizioso di eccessi e sperperi.

La vicenda del “ram-pollo” milanese ha scatenato un’ondata di indignazione e stupore. La città, nota per il suo stile di vita frenetico e per la sua ostentazione di ricchezza, si trova ora a fare i conti con un lato oscuro, fatto di eccessi, sfruttamento e ingenuità.

La confessione del “ram-pollo” milanese, quindi, non è solo una cronaca di eccessi, ma un monito sui rischi dell’ostentazione e della superficialità. La vicenda mette in luce la fragilità di un sistema basato sull’apparenza e sul consumo, dove la ricchezza diventa un’arma a doppio taglio, capace di distruggere chi non sa gestirla con saggezza.

Dormiamo in sei in una cella fatiscente

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“Dormiamo in sei in una cella fatiscente, con un cesso nella stessa stanza dove si cucina”. Con queste parole, affidate a un post su Facebook, l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno ha descritto la sua esperienza nel carcere di Rebibbia, dove sta scontando un anno di reclusione.

Un racconto diretto, privo di filtri, che getta luce sulle difficili condizioni della detenzione. Secondo Alemanno, la convivenza forzata tra detenuti è regolata da una gerarchia non scritta, dove “ai più anziani di permanenza in carcere viene riconosciuta piena autorità sulle regole comuni, a prescindere dai titoli di studio e dalle origini sociali”. Un sistema di convivenza che, come sottolinea l’ex politico, va oltre i parametri abituali della società esterna.

Non mancano riferimenti alla perdita di speranza che colpisce alcuni detenuti: “La reclusione è un’intensa esperienza comunitaria: ecco perché è stupido sprecarla. C’è anche chi si lascia andare e diventa un morto vivente”. Un’immagine cruda, che restituisce l’idea di un ambiente dove la resilienza diventa una necessità, e la prospettiva del reinserimento nella società appare per molti un traguardo lontano.

La riflessione di Alemanno, pur personale, si inserisce in un dibattito più ampio sulle condizioni delle carceri italiane, spesso criticate per il sovraffollamento, la mancanza di risorse e le difficoltà nel garantire ai detenuti un percorso di rieducazione effettivo. Il suo racconto solleva interrogativi sul sistema penitenziario, sulla sua funzione e sulla capacità di offrire una seconda possibilità a chi ha sbagliato.

Mattarella, oggi l’uscita dall’ospedale

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✔️Il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio #Mattarella, verrà dimesso dall’ospedale Santo Spirito a #Roma dopo un intervento chirurgico per l’impianto di un pacemaker, che è andato bene secondo le fonti del Quirinale.

➖Nonostante la necessità di un breve periodo di riposo post-operatorio, i prossimi impegni pubblici di Mattarella, incluso il #25aprile per gli ottant’anni della Liberazione, sono stati confermati.

@tutti_i_fatti

Carrettiere de Campo de Fiori di Aldo Fabrizi

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Carrettiere de Campo de Fiori ricordanno na mattinata de mi padre di Aldo Fabrizi


Nemmanco è giorno attacco la morella,
armo er caretto e sorto da la stalla,
mentre che brilla ancora quarche stella.

Faccio li Cappellani piano piano:
Campo de’ Fiori1 co Giordano Bruno
me danno er benvenuto da lontano.

Dar Bare già affollato, viè l’odore
d’anice e de caffè; quann’entro,
pare come si me s’abbraccica er calore.

«Sor’Emma pe’ scallamme er gargarozzo,
fateme un doppio ar vetro co lo schizzo
che me ce vojo intigne un maritozzo. »

« Annamo donne, la carrozza è pronta!
Chi nun se sbriga, doppo se lamenta
che la giornata è un mozzico! Chi monta?! »

Fatto er completo de le fruttarole
addopero la stanga pe’ sedile
e arivo in Piazza che s’affaccia er sole.

Le còfene co’ tutti li colori
svejeno l’estro de li carettieri
pe’ arzà un castello carico d’odori.

Quanno nun ce va’ più manco ’na piuma,
levo la timonella, monto in cima
e sposto cor castello che profuma.

Rifaccio a trotto, senza còre tanto,
Ostiense, Marmorata; a un certo punto
fò er Portico d’Ottavia e Via der Pianto.


Zompo a tera a San Carlo a Catenari
e come un Re che guida li guerieri
attacco a còre pe’ li Gibbonari:

’na strappata de bocca, ’na frustata,
e er pezzo a Santa Barbera in salita
lo famo tutto quanto de volata.

« Forza Morella! Fatte vede! Daje! »
’Gni sercio appena er zoccolo ce coje,
sprizza faville come le focaje.

Campo de Fiori! Scarico er caretto,
rifò le corde e aiegro e soddisfatto,
vado a piazzamme fora da Lupetto.

Piazza Farnese e la Cancelleria
ciaspetteno cor sole tutt’e dua,
ma è mejo l’ombra avanti a ’st’osteria.

« Ecchete la saccoccia de la biada!
Tiè, magna! Senza morzo e senza guida
sognete er cielo e scordete la strada.

Io vado a famme un po’ de panzanella
cor pommidoro er tonno e la cipolla,
sinnò nun posso fà la pennichella.

Te porterò a la stalla appena torno,
e doppo ringraziamo er Padreterno
ch’avemo lavorato un antro giorno. »